Minardi avverte: “Non ci si improvvisa costruttori”

Secondo Gian Carlo Minardi, entrare in F1 senza avere esperienza nel campo delle corse è semplicemente “da matti”.

Virgin HRTLa Formula 1 è alla ricerca della dodicesima squadra per il campionato 2015. Così, la FIA – lo scorso dicembre – ha lanciato il bando di concorso per la selezione di nuovi concorrenti. Dopo un primo momento in cui nessuno sembrava essere interessato, ecco spuntare alcuni nomi.

Il primo è stato quello di StefanGP, già vecchia conoscenza della FIA, che sembra però avere davvero poche possibilità – se non addirittura nessuna – di essere scelto. Il secondo nome, decisamente più importante, è quello della Haas Racing. Il team americano, già attivo nella Nascar, ha delle strutture adeguate e sarebbe pronto a intraprendere una partnership con la Dallara per la costruzione della propria vettura. In più, ci sarebbe un terzo team guidato da Colin Kolles che, da tempo, sta provando a tornare nel Circus.

Tuttavia, le recenti esperienze insegnano che entrare in Formula 1 non è proprio un gioco da ragazzi e molti hanno fallito. L’ultimo caso noto è quella della HRT, entrata nel 2010 insieme alla Virgin (oggi Marussia) e Lotus Racing (oggi Caterham) e fallita in poco più di due stagioni.

Bisognerà attendere il prossimo 28 febbraio per avere un comunicato da parte della Federazione e della FOM per conoscere il nome del dodicesimo team che entrerà presto in F1. Nel frattempo, Gian Carlo Minardi ha commentato la notizia dei nuovi arrivi con scetticismo. “Entrare in F1 senza storicità è da pazzi. Non ci si può inventare costruttori dall’oggi al domani. Ho la sensazione che siano più spot pubblicitari che altro. Far entrare team che non hanno nulla a che vedere con la parola ‘costruttore’ non porterebbe nessun vantaggio all’ambiente della F1”.

In particolare, il manager faentino sottolinea: “Il recente passato dovrebbe far scuole. I team entrati nel 2010 si sono inventati costruttori senza avere alle spalle un passato. Se aggiungiamo anche le difficoltà nel trovare risorse economiche, il quadro è veramente completo. Diversa è la situazione di Lotus e Red Bull Racing. Per esempio, il team diretto da Eric Boullier ha radici profonde fin nella F2, nascendo dalle ceneri di quelle che erano state Renault, Benetton e Toleman, mentre la Red Bull ha acquisito la struttura dell’ex Jaguar”.

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