Newey fa mea culpa: “Packaging troppo aggressivo”

Il Direttore Tecnico della Red Bull Racing ammette che i problemi di surriscaldamento della RB10 sono causati da scelte rischiose fatte in fase di progettazione.

Adrian-Newey-007Adrian Newey fa mea culpa. I problemi avuti sulla Red Bull RB10 nei test di Jerez de la Frontera hanno coinvolto la Renault, ma sono anche frutto di scelte molto aggressive fatte in fase di progettazione della monoposto. La RB10, in quattro giorni di prove, è riuscita a mettere insieme solamente 21 giri, poco più di 100 chilometri, meno di quanto è riuscita a fare la Lotus in una giornata di filming day.

Il Direttore Tecnico della Red Bull, in attesa di verificare le modifiche apportate sulla RB10 in Bahrain, ha confermato che il problema principale della monoposto è quello delle temperature. In particolar modo, il punto sotto osservazione è lo scarico centrale che arrivava quasi a incendiarsi. Newey, parlando con Autosport, ha ammesso: “E’ un problema che spero di risolvere in tempo per il Bahrain. Era qualcosa che si sarebbe potuto rivelare al banco prova, ma è mancato il tempo. Penso che se ci fossero state un paio di settimane di lavoro in più, avremmo affrontato questi problemi in privato”.

Newey ha anche sottolineato che la nuova power unit di Renault è particolarmente esigente per quanto riguarda il raffreddamento. “Si potrebbe sostenere che il problema nasce per un posizionamento aggressivo, ma sentivamo il bisogno di prendere qualche rischio al fine di ridurre la perdita di carico aerodinamico a fronte di questa grande necessità di raffreddamento. Ognuno dei tre motoristi avrà un obiettivo diverso per il raffreddamento. Renault ci ha dato un compito piuttosto difficile da raggiungere. E’ certamente una sfida”.

Infine, il Direttore Tecnico della Red Bull Racing ha sottolineato l’enorme differenza tra le esigenze di raffreddamento del passato e quelle delle nuova era tecnica: “Ci sono molti elementi da raffreddare, dal radiatore fino all’elettronica, dalle batteria al gruppo elettrogeno e così via. L’area del radiatore è praticamente il doppio rispetto all’anno scorso. Quindi, cercare di mettere tutto insieme senza danneggiare l’aerodinamica è una sfida molto complessa”, ha concluso.

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