Simona De Silvestro, la F1 attende la sua Iron Lady

Il Team Sauber e Simona De Silvestro iniziano una collaborazione che potrebbe portare la ventiquattrenne svizzera in Formula 1 già nel 2015.

simona-de-silvestro-sauberLo scorso venerdì la Sauber ha annunciato la collaborazione con Simona de Silvestro. Molti hanno visto questa mossa come una semplice operazione di marketing, ma tra la pilota svizzera e il team di Peter Sauber sembra esserci un rapporto che va oltre la mera pubblicità. Le intenzioni sono quelle di prepare la De Silvestro e verificare che abbia le doti giuste per il grande salto in Formula 1 nel 2015.

L’argomento donne in Formula 1, ultimamente, è tornato di moda. Ma resta il fatto che non se ne vede una in pista da un paio di decenni a questa parte. Simona De Silvestro, però, sembra avere tutte le potenzialità per lo switch dalla Indycar alla Formula 1.

La 24enne svizzera ha iniziato la propria carriera nelle gare europee di kart, esattamente come hanno fatto i suoi colleghi uomini che sono poi approdati in F1. Dopo la sua prima stagione nella Formula Renault italiana, nel 2005, la sua attenzione si è spostata negli States. Non per scelta personale, ma per un ripiego vero e proprio. “Non avevo il budget per rimanere a correre in Europa, ma trovai uno sponsor americano che voleva che andassi oltreoceano e correre in Formula BMW. Così ho colto l’occasione al volo. Nel tempo ci sono state opportunità di tornare a correre in Europa, ma non abbiamo mai trovato i fondi necessari per concretizzare la cosa”, ha raccontato Simona.

Una delle occasioni a cui la De Silvestro fa riferimento è il passaggio nella GP2 Series verso la fine della stagione 2007. Ebbe l’opportunità di testare per la Campos Racing e, con sola mezza giornata in macchina, rimediò un solo secondo di distacco dai più esperti Davide Valsecchi e Giedo van der Garde. Chi ha avuto modo di vederla all’opera quel giorno, racconta di una ragazza estremamente veloce e metodica nel lavoro. Sia Adrian Campos che Vitaly Petrov, che allora militava nel team spagnolo, non avevano dubbi: Simona avrebbe potuto debuttare subito ed essere veloce.

Ma, alla fine dei giochi, l’aspetto economico ha avuto – ancora una volta – il sopravvento. “Quando ho provato la GP2 avevo fatto solo una stagione in Atlantics (oggi Indy Lights, ndr). Passare alla GP2 sarebbe stato davvero prematuro. E poi il talento non basta. Racimolare due milioni di euro per la Gp2 Series quando non hai praticamente esperienza, è letteralmente pazzesco. In America è tutto diverso”, ammette. “In Europa, ci sono troppe categorie e indipendentemente dal sesso, è difficile trovare la propria strada. In America, c’è la Star Mazda, Indy Lights e dopo la Indycar. In Europa, invece, ci sono tantissime serie e con bilanci davvero pazzi. Così è difficile andare avanti quando salti dal kart alle monoposto”.

Simona ha anche attraversato un brutto periodo dopo l’incidente del 2010 al Texas Motorspeedway, quando fu vittima di un pauroso incidente dove rimediò anche delle ustioni. “Quando sono uscita dalla macchina, ho pensato di voler smettere. Ma già la sera pensavo che non avrei vissuto senza le corse ed era un peccato non tornare in macchina. Volevo tornare il prima possibile, perché se non lo avessi fatto avrei avuto difficoltà dopo. E poi mi sono detta che se una volta alla guida avrei avuto paura, allora avrei smesso davvero. Invece mi sono divertita di nuovo e avevo un sorriso grande così quando sono uscita dalla macchina, perché avevo dimostrato a me stessa che non era cambiato nulla”.

Pensate sia un caso che i colleghi l’abbiano definita “The Iron Lady”?

L’accordo con la Sauber prevede ora una serie di tappe per formare Simona. Il primo obiettivo sarà quello di acquisire la SuperLicenza, per poi proseguire all’inseguimento del sogno chiamato Formula 1. “Sì, si tratta di un sogno. Penso che se chiedeste a qualunque pilota dove gli piacerebbe guidare, la risposta sarebbe la F1. Sta per accadere a me? Non lo so ancora. Non voglio andare in F1 solo per guidare e basta. Voglio avere le possibilità giuste per essere competitiva. E penso di poter avere le carte in regola per farlo”.

Simona De Silvestro, oggi, non ha solo talento. E’ anche commercializzabile. Dopo le buone prestazioni in Indycar, si è meritata il supporto di una grande casa come la General Motors ed ha diversi sponsor che ora la sostengono in questo passaggio verso il Circus. E gode adesso anche del supporto di Ecclestone che vede in lei un grande richiamo commerciale per tutto il Circus.

E’ giovane, veloce e carina. Che questa sia la volta buona?

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