Red Bull VS FIA: è scontro. Il 14 aprile l’udienza sul flowgate

Si terrà il prossimo 14 aprile l’udienza sul flowgate. La Red Bull proverà a dimostrare che i sensori forniti dalla FIA sono inaffidabili.

Australian F1 Grand Prix - PracticeLo scorso giovedì, la Red Bull Racing ha formalmente presentato appello alla squalifica di Daniel Ricciardo dal Gran Premio d’Australia. La FIA ha fatto sapere che esaminerà i documenti presentati dal team anglo-austriaco il prossimo 14 aprile, prima di prendere poi una decisione definitiva sull’argomento. In una nota, la FIA conferma dicendo: “La decisione sarà pubblicata al più presto dopo l’udienza”.

Di fatto, il primo ‘scandalo’ della nuova era della Formula 1 è già servito sul piatto d’argento. Il “flowgate”, come lo hanno ribattezzato gli inglesi, altro non è che un enorme braccio di ferro tra la Red Bull Racing e la Federazione Internazionale dell’Automobile.

Come è noto, infatti, la Red Bull ha deliberatamente ignorato i richiami dei Commissari Sportivi durante il GP d’Australia e non sorprenderebbe se ciò fosse stato fatto al solo scopo di aprire una veloce discussione sulla poca precisione dei sensori forniti dall’azienda americana Gill Sensors. Secondo Gian Carlo Minardi, il comportamento del team di Milton Keynes è frutto di una mossa ben ponderata: “Ignorando gli avvertimenti dei commissari di gara, è evidente che la Red Bull abbia innescato una lotta che sarà necessario monitorare, in quanto voluta. Rientrando nei limiti imposti del regolamento tecnico di 100 Kg/h di consumo istantaneo, Ricciardo avrebbe al massimo rischiato di chiudere dietro a Magnussen. Così facendo, invece, rischiano di compromettere un secondo posto e i primi punti mondiali. Sinceramente faccio fatica a comprendere questo comportamento, a meno che non abbiano voluto forzare la mano per porre l’attenzione sui sensori e portare sul tavolo delle discussioni un aspetto tecnico, sfruttando un punto debole della FIA legato al flussometro”.

Helmut Marko, braccio destro di Mateschitz, ha voluto ribadire: “I sensori non sono abbastanza precisi e noi andremo a dimostrarlo!”. E se la Red Bull dovesse vincere il ricorso, suonerebbe tutto come una resa della Federazione, che ne uscirebbe incapace di vigilare efficacemente sulle regole del flusso di carburante.

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