Hamilton su Rosberg: “La mia fame di vittorie è differente”

Con all’attivo quattro vittorie consecutive e i favori del pronostico, Lewis Hamilton si racconta senza remore a Formula1.com: parla del suo stato di grazia attuale, della sua motivazione e della lotta con Nico Rosberg. E, immaginando il suo podio ideale a Montecarlo, dà una risposta che potrebbe sorprendere…

Lewis Hamilton - AMG Mercedes Petronas F1 Team

D: Lewis, quattro vittorie consecutive. E’ come se avessi preso il testimone che Sebastian Vettel ha lasciato alla fine del 2013…
Lewis Hamilton: “Si, è incredibile quanto è successo. Chi avrebbe potuto pensare che le cose sarebbero andate così bene come stanno andando adesso? Questo team sta semplicemente crescendo. Sapevo che sarebbe cresciuto, ma mai mi sarei immaginato tanto. In questo momento mi sto solo godendo ogni singolo istante di tutte le cose belle che mi sono capitate. E si, sono grato di avere trovato questo vittorie – e spero continuino ad arrivare, per molti anni a venire”.

D: Sembra che fino a questo momento della tua carriera tu sia sempre stato nel posto giusto al momento giusto. E’ stato l’istinto?
L.H.: “Beh, non sono sempre stato al posto giusto nel momento giusto, ma la cosa si può dire vera per molti casi. Nel 2005 alla ART mi sono ritrovato nel posto giusto al momento giusto – anche nel 2006 ero alla ART quando ho conquistato il posto in McLaren per il 2007. E anche in questo caso è stato al momento giusto perché Fernando (Alonso) era lì a contribuire a farmi crescere e andare più veloce. Dunque si, ci sono state delle volte in cui mi sono trovato nel posto giusto al momento giusto, e soprattutto se consideriamo il passaggio in Mercedes – dato che è stato in primo luogo una mia decisione. Non c’è stata una sola persona che mi abbia influenzato su questa cosa. Non è stato mio padre a dirmi di andarci – mio padre mi disse allora di restare in McLaren – non è stato mio fratello e neanche mia madre – nessuno. L’ho deciso io da solo – ed è per questo che è anche più soddisfacente sapere di essere finalmente cresciuto tanto da prendere questo tipo di decisioni. Qualsiasi risultato fosse arrivato – anche se non stessimo avendo successo – rifarei questa scelta perché sto fantasticamente in questa squadra”.

D: E’ quasi certo che sarete tu e il tuo compagno di squadra Nico Rosberg a combattere per il titolo. Un giornale tedesco si chiedeva la scorsa settimana se Nico non fosse troppo “tenero” per questa lotta, perché tu avresti più istinto killer. E’ così?
L.H.: “Lasciatemi dire questa cosa: vengo da un posto non esattamente eccezionale vicino Stevenage e ho vissuto su un divano nell’appartamento di mio padre. Nico è cresciuto a Montecarlo con jet e hotel e yacht e tutto questo genere di cose – la mia fame di vittoria è differente. Voglio essere il più affamato nell’abitacolo di tutti i 22 piloti – anche se ogni pilota deve credere di essere il più affamato – perché se io venissi qui convinto che Nico ha più fame di vittorie di me, me ne potrei tornare a casa. Dunque devo essere il più affamato. Per vincere il campionato del mondo devi essere il più affamato”.

D: La scorsa stagione ti era stato chiesto se ci fosse bisogno di fare la voce più grossa in pista per raggiungere la vetta. Allora era un po’ un’ipotesi, ma dal Bahrain è una domanda sensata..
LH: “Si tratta di acchiappare le opportunità quando ne hai l’occasione. Non avrei mai sognato di avere una macchina come quella che ho ora – dunque userò tutto ciò a mio miglior vantaggio. Ma ho un compagno di squadra che mi spingendo al limite. Fortunatamente al momento la cosa non è poi così male – perchè non sono così tanto al limite. Sicuramente ogni pilota ucciderebbe per essere nella nostra posizione, nel nostro team, ma basta guardarsi indietro… per quattro anni è stato Sebastian, per diversi anni Michael Schumacher, per altri anni Ayrton...”

D: Sembra che qualcuno stia cercando di trasformarsi in un vincitore seriale. È così?
LH: “Si. Ma vorrei riconosciuto per la lotta in pista. Anche se siamo un team dominante, non batto il mio compagno di squadra di 40 secondi. Prendete l’ultima gara: c’erano sei decimi tra noi alla bandiera a scacchi, cosa che non è successa spesso con il vincitore degli ultimi quattro anni. Voglio essere riconosciuto per come corro”.

D: Ovviamente il rapporto tra voi due diventerà più complicato. Nico ha detto che avrà sempre qualcosa in serbo per te…
LH: “..ah, è un bel modo per mettere in chiaro le cose! Quando sei così competitivo è impossibile essere migliori amici – ma l’importante è rispettarsi. Gli anni che abbiamo condiviso sui kart rimarranno sempre, quel tipo di legame che si è creato tanto tempo fa…”

D: Dunque potrai sempre suonare alla sua porta e viceversa?
LH: “Naturalmente. Ad esempio ho tenuto la mia cassaforte a casa sua per diversi mesi e me la sono appena ripresa – e gli ricambierò sempre il favore a parti inverse”.

D: Hai già vinto un titolo mondiale. Cosa hai imparato sul tipo di personalità che ci vuole per ottenere questo traguardo?
LH: “Ad essere onesto è passato talmente tanto tempo che non me lo ricordo benissimo, dunque tutto sembra nuovo quest’anno. Dunque, anche se ho un’esperienza in tal senso all’attivo, non ricordo molto. Quando ho vinto il campionato, ero abbastanza abituato a vincere campionati, dato che ne avevo vinti negli anni precedenti. Adesso, invece, sono da diversi anni a bocca asciutta – dunque tutto sembra una novità”.

D: Sei la cosa più vicina a una celebrity nel paddock. Passi un sacco di tempo a Los Angeles – vicino al business musicale e cinematografico, dove si dice che sia molto più dura che nel mondo dei motori. Hai imparato qualcosa lì?
LH: “Credo non si possa comparare la musica con la Formula1. Innanzitutto ci sono molti più contendenti: qui siamo solo 22. Ma posso immaginare che cercare di entrare in Formula1 è probabilmente come diventare un cantante o una star del cinema: è una vera lotta! Ma una cosa è diversa: essere un pilota è molto più costoso! Trovare le sponsorizzazioni per essere un pilota ti costa molto, molto di più che registrare un album. Trovare i soldi per correre una stagione – e sono necessari qualcosa come due milioni di euro per una stagione in GP2 – è davvero dura. Sicuramente anche l’industria musicale non è una passeggiata. Naturalmente tutto cambia una volta che ci sei dentro – sia in Formula1 che nel mondo della musica. Devi avere la stessa etica del lavoro – altrimenti non vai da nessuna parte in nessuno dei due mondi”.

D: Dopo la tua vittoria in Cina, Niki Lauda ti ha portato a casa, che è un gran gesto. Siete scesi al nocciolo della questione “vittoria del titolo mondiale”?
LH: “Abbiamo raramente parlato delle sue corse del passato. Qualche volta gli capita di menzionare una gara, ma è tutto lì. Abbiamo scoperto di essere entrambi abbastanza particolari sotto certi punti di vista: quando salgo in aereo, ad esempio, sul mio volo non voglio che nessuno indossi le scarpe, mi piace che l’aereo sia pulito e lindo. E allora arrivo sul suo aereo facendo esattamente la stessa cosa e lui mi fa: “Questo è quello faccio sempre io, grazie mille!”

D: Quindi ti sei guadagnato lo status da frequent-flyer?
LH: “Si, credo ti avere guadagnato molte miglia!” (ride)

D: Hai vinto a Monaco una volta – un bel po’ di tempo fa, nel 2008 – dunque in teoria sai come si fa. Puoi dirci di cosa si ha bisogno per farcela?
LH: “Innanzitutto devi essere nella squadra giusta e avere la vettura giusta. E’ un weekend che ti richiede moltissimo dal punto di vista mentale. Non è che arrivi, sali in macchina e guidi. E’ una delle corse più mozzafiato che si possano immaginare”.

D: Dunque vorresti partire dalla prima posizione e finire primo?
LH: “Beh, la mia passata esperienza mi insegna che la gara non è lunga abbastanza per partire da un posto che non sia la prima fila. Se la gara fosse di 155 giri, allora probabilmente si potrebbe partire anche da più dietro, ma non con 78 giri, dato che sorpassare è quasi impossibile. Su altri circuiti hai bisogno di avere 1,2 o 1,3 secondi di vantaggio sulle altre vetture per essere in grado di sorpassare o entrare nella zona DRS degli avversari. Qui devono essere 3 secondi. E non ci sono vere zone DRS. La zona DRS qui ti fa guadagnare due metri alla Curva1, quindi andare a prendere gli avversari è davvero difficile, specialmente se è molto facile che la tua macchina sembri un autobus! Dunque: meglio partire davanti!”

D: Il tuo risultato perfetto per domenica pomeriggio?
LH: “Per me o per il team?”

D: Per te?
LH: “Ah ah, io che finisco primo, Fernando che finisce secondo e Sebastian che finisce terzo. Sarebbe il massimo per me. Il risultato da sogno per il team sarebbe una doppietta Mercedes e uno tra Alonso e Vettel terzo”.

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