Le pagelle di Hockenheim: “Rosberg, Rosberg über alles!”

Nico Rosberg vince in casa e ribalta nuovamente l’inerzia del campionato: guarda dall’alto del suo +14 in classifica iridata il compagno di squadra, Lewis Hamilton, autore di una splendida rimonta cominciata da fondo classifica e finita sul gradino più basso del podio. Terzo incomodo, il sorprendente Valtteri Bottas sulla Williams.

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Nico Rosberg 9 – Ne abbiamo fin sopra le orecchie di sentir parlare della sua “settimana perfetta”: matrimonio; Germania campione del mondo; rinnovo del contratto con Mercedes; pole e vittoria nella sua gara di casa. Ma quest’autocelebrazione in pompa magna non è altro che conseguenza del cammino virtuoso che Nico si è costruito passo dopo passo dall’inizio dell’anno, fuori e dentro la pista. Fuori, dove con il suo sorriso sornione e un po’ beffardo continua a respingere con assoluta nonchalance le sterili entrate in tackle del suo coinquilino, Lewis Hamilton (“non sei un vero tedesco”) e a collezionare successi. In pista, dove capovolge nuovamente “il momentum”, come lo chiama lui, approfittando degli svarioni dell’altra W05 Hybrid: pole relativamente facile al sabato, orfano del suo maggior avversario; vittoria relativamente facile alla domenica. Nico sembra avere anche un posticino nel cuore di Charlie Whiting, alimentando teorie del complotto di ogni ordine e grado. Ma una cosa è innegabile: nel testa a testa tra lui ed Hamilton dà la percezione di trovarsi una spanna avanti, sotto tutti i punti di vista. Lascerà tiepidini gli animi dei tifosi, ma il titolo che si sta costruendo è un capolavoro di INTELLIGENZA.

Valtteri Bottas 10 e lode – Sale sul podio per la terza volta consecutiva, portandosi a casa un secondo posto che sa di impresa: con una Williams imprendibile su rettilineo (raggiunge la velocità di punta di 345 km/h con gomme vecchie di 20 giri), il giovane finlandese si difende con le unghie e con i denti dal rientro di un certo Lewis Hamilton, che guida una certa Mercedes. Ma è solo la ciliegina sulla torta di un fine settimana semplicemente perfetto: sabato arriva appena a 2 decimi e mezzo dalla pole di Rosberg; in gara scatta bene, gestisce magistralmente la seconda piazza e il degrado delle gomme, riesce persino nell’impresa di andare su due soste. Valtteri è costante e oculato: il quarto posto in classifica piloti, occupato da Fernando Alonso, dista appena 6 punti. Ha ragione Claire Williams a parlare di GOLDEN BOY

Lewis Hamilton 9,5 – Ad Hockenheim l’impresa potrebbe riuscire anche a Lewis Hamilton, ma sul terzo gradino del podio del Gp di Germania c’è solo la faccia corrucciata di un agonista che non riesce a trovare soddisfazione. La gara andata in scena ieri ci racconta di una rimonta imponente, cominciata dalla ventesima posizione in griglia, sostanziatasi in sorpassi spettacolari (chiedete a Raikkonen e Ricciardo) ed entrate durissime (chiedete a Button e Sutil), condita da un po’ di fortuna (un’ala lievemente danneggiata, a fronte di tutte le botte) e tante emozioni. Una risalita sbarrata dalla caparbietà del finlandese di cui sopra. Avrebbe dovuto esserci una Safety Car. Non sta né in cielo né in terra che una macchina possa restare nel mezzo della pista per diversi giri, senza che la vettura di sicurezza venga fuori… ma penso che voi sappiate perché ciò è accaduto”. La frase sibillina – lanciata ai microfoni di Sky Sport News parlando della vettura di Sutil piantata sul rettilineo del traguardo e spostata dai commissari mentre le vetture continuavano a correre come se nulla fosse – ci racconta che il pilota inglese avrebbe tentato il colpaccio, se la safety car avesse azzerato i distacchi. Ci dice anche che il suo ASTIO non si è placato.

Sebastian Vettel 7,5 – Gara di casa con un bilancio tutto sommato positivo per il campione del mondo in carica, che con un quarto posto trova, per sua ammissione, il miglior risultato possibile per la sua Red Bull. Ad Hockenheim va in scena la seconda puntata della telenovela che sta infiammando gli animi degli appassionati. Dopo Silverstone, si ripropone il testa a testa tra il tedesco e Fernando Alonso. Stupendo il sorpasso a tre con cui Vettel riesce a sbarazzarsi, in un colpo solo, di entrambe le Ferrari. Alonso lo ripassa nello stint successivo, ma a spuntarla, alla fine, è sempre lui, stavolta grazie alla lungimiranza del suo box. “E’ stato divertente oggi con Fernando”, commenta a fine gara. Concordiamo. Peccato che tutto questo sia solo per un quarto posto. TRUE FIGHTER (1)

Fernando Alonso 7,5 – E’ la bestia nera del Team Red Bull, che, in un modo o nell’altro, se lo ritrova sempre tra i piedi. Dopo la quarta fila in qualifica, che rivela per l’ennesima volta come i tempi delle prove libere lascino il tempo che trovano, el Matador coglie un altro risultato positivo e, in una stagione avara di emozioni per i tifosi del Cavallino Rampante, diverte. Diversi i bei sorpassi messi a segno e, nella parte centrale di gara, appare anche il miraggio di un podio: durante il terzo stint lo spagnolo non solo si libera finalmente di Sebastian Vettel (pur montando la mescola di gomme più dura), ma si mette addirittura alle calcagna di Valtteri Bottas. E’ una pia illusione: il ritmo forsennato si esaurisce dopo qualche giro, come le sue gomme; il box, poi, ci mette del bello e del buono per fargli perdere la posizione su Vettel con una sosta ritardata; la necessità di gestire il carburante (orrori dell’era turbo 2.0…) fa il resto. La spunta su Ricciardo per un soffio, arrivando al traguardo praticamente sui copertoni. TRUE FIGHTER (2)

Daniel Ricciardo 8,5 – Allo start, per evitare la Williams volante di Felipe Massa, piomba in quindicesima posizione. “In quel momento ho detto alla radio: ‘facciamo un recupero pazzesco e rendiamoci orgogliosi di noi stessi!!” . Mantiene la parola. L’Aussie comincia una gara di rimonta, in cui liquida Gutierrez, Grosjean, Vergne, Sutil, Raikkonen, Magnussen, per poi ricominciare da capo quando si ferma ai box a cambiare gomme. Nel finale fa le spalle larghissime contro Fernando Alonso, che arriva di gran carriera con delle supersoft fresche fresche: lo tiene dietro la bellezza di 5 giri. Lo riaggancia all’ultima tornata, arrivando alla bandiera a scacchi al fotofinish. “Queste battaglie sono per me il succo delle corse motoristiche. La soddisfazione di tener testa a un pilota del livello di Fernando è per me vicina a una vittoria”, afferma ai microfoni di Sky. “Mi dà soddisfazione cercare di spingermi al suo livello; mi dà soddisfazione dimostrare che sono qui per divertirmi ed essere al suo livello”. Tenacia, umiltà e voglia di divertirsi. MODALITA’ CAMPIONE: loading.

Nico Hulkenberg 6,5 – La sua VJM07 non è più l’enfant terrible di inizio stagione, ma il tedesco riesce comunque a trovare un buon risultato in una gara difficile: ad inizio corsa lotta contro il sottosterzo; a metà gara combatte contro i comandi presenti sul suo volante, per risolvere un problema alla Power Unit. Vince comunque la sua sfida personale contro Jenson Button. I suoi sei punti sono grasso che cola per una Force India che continua a tenere la quinta piazza del campionato costruttori. La COSTANZA è la sua virtù.

Jenson Button 5,5 – Non riesce a tirar fuori il potenziale della sua vettura in qualifica, dove l’altra MP4-29 è capace di una seconda fila. In gara non può neanche votarsi alla consueta attitudine da mezzofondista, perché il box sbaglia i tempi della sua seconda sosta, anticipandoli troppo e rendendo impossibile una strategia su due stop. Trova la motivazione per far incagliare dietro di sé Daniel Ricciardo e per sbattere la porta (anzi, la fiancata) in faccia a Lewis Hamilton: “Perchè avrei dovuto farlo passare? Non so se lo sapeva, ma in tanti facevamo quella traiettoria in curva sei. Probabilmente Lewis credeva che lo avrei fatto passare, sarebbe troppo noioso se tutti lo facessero”. Comunque POCO INCISIVO

Kevin Magnussen 7 – Sfortunato il giovane danese che, dopo aver trovato l’ennesimo buon risultato in qualifica (quarto tempo, di nuovo più veloce del veterano con cui divide il box), dopo 10 secondi di gara piomba incolpevolmente addosso a Felipe Massa (uno che in quanto a sfortuna dà lezioni a tutti quest’anno….) e lo fa decollare. Non si perde d’animo: va al box, mette a posto la vettura e ricomincia dal fondo. Conclude meritatamente in zona punti. TENACE

Sergio Perez 5 – Il degrado delle gomme lo condanna ad una gara senza particolari meriti, costringendolo ad andare su tre soste. Il punticino finale arriva come una manna dal cielo. SENZA INFAMIA E SENZA LODE

Kimi Raikkonen 6, di incoraggiamento – Il finlandese delle Ferrari, dopo le (ormai consuete) qualifiche sottotono, trova in gara un po’ di mordente e di feeling con la vettura. La prima parte del suo Gran Premio è una compilation di sorpassi frizzanti e la sua strategia sembra destinarlo a mete di classifica dignitose. I contatti in pista (prima con Hamilton, poi con Alonso) finiscono però per danneggiargli l’ala anteriore: a quel punto il degrado sulle sue gomme diventa drammatico e non gli resta che tagliare il traguardo con l’ennesimo -stavolta immeritato- zero in classifica. A SANDWICH (letteralmente)

Pastor Maldonado 6,5 – In Germania il venezuelano non solo arriva a traguardo (un miracolo, data la propensione della sua Power Unit Renault a mollarlo sul più bello), ma riesce a trovare il suo migliore risultato stagionale: arriva 12esimo, dopo essere partito 19esimo, con una E22 che ha dovuto fare a meno dei benefici del FRIC . Un risultato RASSICURANTE, come le dichiarazioni di Gerard Lopez sul suo futuro ad Enstone.

Direzione Gara 3 – Fino al Gran Premio di Gran Bretagna, in qualifica, le “passeggiate” oltre la linea bianca di delimitazione della pista con tutte e quattro le ruote sono state punite con l’annullamento del crono; a Hockenheim, Charlie Whiting ha deciso che la punizione sarebbe scattata qualora il colpevole “avesse guadagnato tempo e vantaggio” dall’azione scorretta. Resta un mistero scoprire in base a quale criterio scientifico si sia stabilito che Nico Rosberg e Sebastian Vettel non abbiano tratto vantaggio, in qualifica, dall’escursione fuori dalla linea, mentre Jean Eric Vergne, in gara, abbia meritato un stop&go di 5 secondi e la perdita di un punto sulla sua super-patente. Così come un mistero della cabala resterà la scelta di lasciare sfrecciare le vetture a 300 orari, mentre i commissari attraversavano la pista per spostare la vettura di Sutil piantata di traverso in traiettoria DURA LEX, SED LEX

Felipe Massa: s.v. –  Un altro abbraccio accorato (vedi pagelle di due settimane fa) per il povero Felipe, che, oltre a non raccogliere ciò che il suo impegno meriterebbe, ci fa prendere uno spavento pazzesco cappottando dopo pochi venti secondi di gara. NON MOLLARE!

Mercedes, nuvole all’orizzonte? – Spazzate via tutte le illazioni sull’incidenza del FRIC nelle prestazioni della W05 Hybrid (il dominio delle Frecce d’Argento anche in Germania è stato imbarazzante), a preoccupare la scuderia teutonica è il gran botto rimediato sabato da Lewis Hamilton. Perché la creazione 2014 della AMG Mercedes rimane un gioiello, ma la sua affidabilità comincia a gettare qualche ombra…

Gp di Germania 8 – Al di là degli incidenti (la botta di Hamilton, lo spaventoso volo di Felipe Massa) che hanno rimescolato le carte in tavola, Hockenheim ha offerto una gara ricca di sorpassi al limite e sverniciate senza complimenti.

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