GP d’Ungheria 2014: la conferenza stampa dei piloti

Si è svolta nel pomeriggio la conferenza stampa dei piloti del Gran Premio d’Ungheria. Presenti Marcus Ericsson (Caterham), Esteban Gutiérrez (Sauber), Kamui Kobayashi (Caterham), Pastor Maldonado (Lotus), Sergio Pérez (Force India) e Jean-Eric Vergne (Toro Rosso)

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Il weekend di gara all’Hungaroring si è aperto, come di consueto, con la conferenza stampa dei piloti del giovedì pomeriggio. Presenti alla conferenza due piloti, Sergio Pérez e Pastor Maldonado,  andati a punti lo scorso anno su questo circuito, e l’ultimo pilota ad arrivare tra i primi dieci in Ungheria al volante di una Sauber, Kamui Kobayashi, attualmente in forza alla Caterham. Completano la line-up il pilota della Sauber Esteban Gutiérrez, Marcus Ericsson della Caterham e l’alfiere della Toro Rosso Jean-Eric Vergne.

Marcus, possiamo cominciare da te? Dopo dieci Gran Premi disputati in quella che è la tua prima stagione in Formula 1, che cosa pensi di aver imparato riguardo a te stesso, al tuo modo di guidare e alle tue capacità nel corso di queste gare?

Marcus Ericsson: “Ovviamente c’è molto da imparare quando si approda in Formula 1. credo che questa stagione in sé sia stata piuttosto particolare, per via delle nuove power unit. Sicuramente è necessario imparare velocemente a gestire gli pneumatici e l’energia durante la gara; penso che questo non valga solo per me, ma anche per gli altri. Credo sia fondamentale anche essere costanti durante un weekend di gara, sia dal punto di vista della guida che da quello del feedback agli ingegneri.  Sono tante cose da imparare, ma penso che stia migliorando sempre di più e apprendendo, il che è estremamente importante”.

Quindi è un processo ancora in corso, e pensi che continuerai a migliorare e ad imparare?

ME: “Sì, decisamente”.

Ci sono state molte illazioni riguardo alla situazione della Caterham. Cosa pensi della tua posizione? Sei fiducioso anche per l’anno prossimo?

ME: “Sono tranquillo. Credo che i nuovi proprietari stiano lavorando alacremente. Ovviamente vogliono apportare delle migliorie alla monoposto nel prosieguo della stagione, e credo che questo sia molto positivo per tutto il team. Spero che nella seconda parte della stagione avremo a disposizione una monoposto più performante, che ci permetta di essere maggiormente competitivi e batterci con chi ora ci sta davanti”.

Esteban, sei stato molto vicino ad andare a punti diverse volte, come in Australia, dove hai chiuso la gara in dodicesima posizione. Pensi di poter conquistare dei punti o credi che questa monoposto non permetta di andare più in là dei risultati già ottenuti?

Esteban Gutiérrez: “Attualmente stiamo facendo il meglio possibile, tutto il team sta lavorando alacremente. Senza nuovi aggiornamenti non vedo come sia possibile fare meglio rispetto ad Hockenheim. Sembra, però, che ad ogni gara, passo per passo, stiamo riuscendo piano piano a ridurre il gap; questo ha riacceso le speranze e la motivazione nel team. Dal canto mio, sto cercando di essere più costante possibile e di tirare fuori il meglio dalla mia monoposto”.

Quali sono, dunque, le aspettative per la seconda parte della stagione?

EG: “Ho grandi aspettative. Voglio fare un salto in avanti considerevole; anche il team sta lavorando in questa direzione, perché finire la stagione in crescendo è fondamentale. Penso che ci siano buone possibilità che le cose vadano in questo modo nella seconda parte della stagione”.

Grazie mille. Tornerò da te a breve, ma prima passiamo a Kamui. Kamui, il cambio di proprietà della Caterham è arrivato in un momento di grande incertezza, immagino. Che cosa puoi fare per consolidare la tua posizione e allo stesso tempo rafforzare il team? Hai una certa esperienza, sai che cosa viene richiesto ad un pilota e puoi assumere un ruolo da leader nel team.

Kamui Kobayashi: “Buongiorno a tutti. Prima di tutto, penso che il cambio di proprietà fosse esattamente ciò di cui avevamo bisogno, perché altrimenti non saremmo stati in grado di portare a termine la stagione. Si è trattato della scelta giusta, ma molte persone hanno abbandonato subito il team. Credo che dobbiamo rimanere comunque motivati, perché per poter sopravvivere dobbiamo cambiare qualcosa. C’è bisogno di speranza. Mi sembra ovvio che lo stesso valga anche per me; devo sempre guidare al 100%, e questo mi motiva. Se vogliamo che le cose cambino davvero, dobbiamo cambiare le grandi cose, non limitarci a piccoli cambiamenti. Nuove persone si affacciano nel team e molte se ne sono andate, ma penso che i nostri sforzi collettivi possano aiutare tutti ad andare avanti”.

Sei conosciuto per il tuo stile di guida aggressivo. La tua monoposto ti permette di attaccare l’avversario come vorresti?

KK: “Direi di no. La macchina non me lo permette, ma spero un giorno di poter vivere una gara entusiasmante. I trenini non sono certo apprezzati dagli spettatori. Sono stato molto contento in Germania, perché sono stati effettuati parecchi pit stop e c’è stata molta azione in pista. Io, però, ho effettuato un solo pit stop, è non è stato bello. La Pirelli ha scelto le gomme giuste e persino io ho avuto la possibilità di sorpassare Maldonado, quando lui montava le soft e io le supersoft. Lo spettacolo in pista è ottimo per gli spettatori”.

Jean-Eric, è risaputo che la tua monoposto può andare a punti, ed è anche competitiva in qualifica. Credo, però, che tu abbia avuto problemi in diverse aree. Sei d’accordo? Quale pensi possa essere la soluzione a questo problema?

Jean-Eric Vergne: “Non credo ci siano particolari problemi al momento. L’unico problema sta nel fatto di non riuscire ad andare a punti a fine gara. La prima parte della stagione ha visto la nostra monoposto competitiva, ma sfortunatamente non sono riuscito a portare a termine tutte le gare. Mi sono ritirato cinque volte, il che non è un dato da poco, e sempre quando avevo la possibilità concreta di andare a punti. Ma voglio guardare il lato positivo delle cose: il nostro team è costituito da persone valide, che lavorano duramente per migliorare l’affidabilità della nostra altresì buona monoposto. Quando abbiamo avuto problemi, non eravamo già virtualmente fuori dai punti. Adesso dobbiamo solo continuare a lavorare, ed i punti arriveranno”.

Quali sono, dunque, le tue aspettative per la seconda parte della stagione?

JEV: “L’aspettativa è finire il maggior numero di volte possibile a punti. Si tratta di un obiettivo raggiungibile: la monoposto è veloce, e ci sono aggiornamenti in arrivo. Credo fermamente nel team e nella loro capacità di fornirci una monoposto migliore ed in grado di finire a punti”.

Quindi sei fiducioso riguardo al miglioramento dell’affidabilità della monoposto?

JEV: “Sì, assolutamente. Non sono preoccupato a riguardo; sono più preoccupato riguardo alla velocità che ci serve in ogni weekend di gara. Quello che devo fare è guidare la monoposto il più veloce possibile. Non credo ci saranno problemi, comunque”.

Sergio, in Germania abbiamo sentito il tuo ingegnere, piuttosto infastidito, continuare a dirti “risparmia benzina, risparmia benzina, risparmia benzina”. Non voglio entrare nei dettagli della conversazione, ma è un problema per te come pilota non avere un indicatore del livello di carburante sulla monoposto da gestire in autonomia, senza aver bisogno di comunicazioni con gli ingegneri?

Sergio Pérez: “Come piloti, abbiamo la capacità di capire come sta andando il consumo di carburante. Abbiamo dei numeri target che dobbiamo riportare agli ingegneri. Ad Hockenheim è stato difficile per noi, specie in virtù della gara che stavo disputando. è stato molto difficile mantenere la temperatura ottimale degli pneumatici risparmiando benzina, visto che risparmiando carburante si abbassa la temperatura delle gomme. Si è trattato di una gara molto difficile per me, e non me lo aspettavo, visti i risultati di venerdì”.

Quindi preferiresti avere un indicatore o va bene così?

SP: “Le cose vanno bene così come sono attualmente. Siamo tutti d’accordo a riguardo. Siamo sempre preparati su quanta benzina consumiamo e durante la gara possiamo avere informazioni dagli ingegneri”.

Sembra che l’anno prossimo verrà disputato un Gran Premio in Messico. Che cosa ne pensi? Lo chiederò anche ad Esteban.

SP: “Sono contentissimo! Da quando sono andato via di casa, a 13, 14 anni, non ho mai corso in Messico. Non ho mai disputato una gara in patria. Ritornare dopo così tanti anni e gareggiare in Formula 1 è fantastico. è da quando sono arrivato in Formula 1 che si parla di questa possibilità. I fan nel mio paese sono fantastici. Si tratta di un’opportunità fantastica per tutti loro, e credo che l’evento sarà fantastico. Sono orgoglioso ed entusiasta. Poter confermare la presenza del GP del Messico nel calendario 2015 è meraviglioso”.

C’è molto lavoro da fare, però, vero?

SP: “Sì, molte cose devono cambiare. Il circuito è piuttosto datato; si è corso lì per l’ultima volta 22 anni fa. Il nuovo circuito è già in fase di costruzione; sarete tutti sorpresi. Diventerà in breve tempo un Gran Premio popolare, ne sono sicuro”.

Pastor, scusa per l’attesa. Prima di tutto, l’inevitabile domanda sul tuo contratto per l’anno prossimo. Che cosa pensi del futuro?

Pastor Maldonado: “Prima di tutto, essere confermati a metà stagione è una bella cosa. Tutti nel team stanno lavorando alacremente per migliorare la performance. Abbiamo avuto molti problemi dall’inizio della stagione, in particolare sul versante dell’affidabilità. Nella maggior parte delle gare non siamo arrivati al traguardo, che non è il massimo. Non abbiamo avuto la possibilità di testare a fondo il nostro pacchetto, ma sono fiducioso per il futuro. La nostra scuderia è stata grande nel passato e tornerà ad esserlo”.

Sono state effettuate molte modifiche, sia per migliorare l’affidabilità che la performance; ha sentito la differenza? Pensi che la tua monoposto sia performante solo su un tipo di tracciato?

PM: “Non è facile dirlo. Nell’ultima gara, il mio compagno di squadra Romain ha avuto un problema sulla sua monoposto e si è dovuto ritirare. La maggior parte dei problemi sono dovuti alla power unit, ma stiamo lavorando duramente con la Renault per cercare di aiutarli e cooperare per avere una macchina più stabile, più affidabile e per avere un approccio diverso al weekend di gara. A volte dobbiamo andare in pista sperando di finire la gara e non cercando la massima performance della monoposto. In certi casi, però, bisogna fare un passo indietro e sistemare le dinamiche nel team. Sembra che ora abbiamo un maggior controllo della monoposto, e spero che i miglioramenti ci permettano di portare entrambe le macchine a punti in questo weekend; sarebbe fantastico prima delle vacanze”.

 

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