Galeotta fu la safety car. Ferrari: 4° Alonso, 8° Raikkonen

Si chiude ai piedi del podio l’avventura Ferrari a Singapore: Fernando Alonso riesce ad agguantare il secondo posto provvisorio, ma la safety car a metà gara manda in fumo i suoi piani. Raikkonen scatta bene, ma si incaglia dietro le due Williams, non riuscendo a tenere nel finale il ritorno di Jean Eric Vergne e Sergio Perez.

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Improvvida fu l’entrata in pista della vettura di sicurezza al giro 30 del Gp di Singapore. Perché nel giorno in cui la Ferrari sembra in grado di dire la propria nelle tortuose curve del Marina Bay Circuit di Singapore, è la fortuna a non sorridere a Fernando Alonso e a Kimi Raikkonen: la safety car irrompe nel momento peggiore per i due ferraristi, costringendoli a un cambio improvviso di strategia e a un rientro precipitoso ai box a montare gomme soft. La speranza è che i piloti Williams e Red Bull si fermino a cambiare i propri pneumatici : non succede. Alonso perde il secondo gradino del podio; mentre Raikkonen scivola dalla sesta all’ottava piazza.

Le due Ferrari sono comunque state protagonista di un’ottima prima parte di gara a Singapore. Allo start Alonso scatta molto bene, superando le due Red Bull in lotta tra loro. Frena però tardi alla prima curva e taglia la chicane. Per evitare di incorrere in penalità, decide di lasciare la posizione a Sebastian Vettel. Dopo qualche agguato di Daniel Ricciardo, si stabilizza in terza posizione, tra Vettel e l’australiano.

Anche Raikkonen fa bene al via: in partenza liquida Felipe Massa e tiene con molto agio la quinta posizione. Ma il brasiliano si ferma ai box prima di lui per la prima sosta e riesce a sopravanzarlo nel gioco dei pit stop. Le due Ferrari si fermano a montare un secondo treno di gomme Supersoft al giro 12 (Raikkonen) e 13 (Alonso), rientrando rispettivamente in sesta e quarta posizione. Raikkonen recupera ben presto il gap su Felipe Massa, ma non riesce a sopravanzarlo in pista.

Alonso, invece, è protagonista di un ottimo secondo run: l’asturiano fa segnare una serie importanti di giri veloci, che gli consentono di erodere il gap su Sebastian Vettel. E’ ormai giunto quasi sotto il secondo di ritardo quando decide di anticipare il tedesco ai box per prendersi la seconda posizione virtuale: siamo al giro 25 e l’asturiano monta gomme supersoft . Il pilota Red Bull rientra ai box dopo aver percorso un giro di troppo: Alonso riesce a passarlo con un margine di più di quattro secondi. Raikkonen si ferma poco dopo e rientra in pista nuovamente dietro Felipe Massa.

E’ a questo punto della gara che le strategie dei due ferraristi divergono da quelle dei propri diretti avversari: sia i due piloti Williams, che i due Red Bull montano gomme soft. Ed è proprio mentre Fernando Alonso sta prendendo il largo su Vettel, consolidando il suo secondo posto, che accade l’irreparabile: l’incidente tra Adrian Sutil e Sergio Perez porta in pista la safety car, vanificando le scelte strategiche e costringendo i due ferraristi ai box a montare l’obbligatorio set di gomme Soft. L’intenzione è di andare fino in fondo, con la certezza che gli avversari, che montano gomme tra i 6 e i 9 giri più vecchie, dovranno fermarsi. Ma la safety car rimane in pista un’eternità lunga 8 giri. E Sia Williams che Red Bull, confidenti nelle difficoltà di sorpasso a Singapore, decidono di tirare le proprie gomme Soft fino al traguardo.

Alonso nel finale sembra in grado di andare a prendere Daniel Ricciardo, che da parte sua marca un Sebastian Vettel stoico nella sua strenua resistenza sui copertoni. Allo spagnolo, però, manca nettamente la velocità di punta necessaria per superare l’australiano. Arriva alla bandiera a scacchi quarto, in volata dietro le Red Bull, ma comunque fiducioso della prestazione.

Eravamo secondi e stavamo allungando sul terzo (ndr, Sebastian Vettel), con una strategia buona. Poi la safety car è arrivata al momento sbagliato. Se non ci fossimo fermati al pit stop saremmo rimasti con le supersoft e avremmo dovuto guadagnare 27 secondi. Ad Hamilton la cosa è riuscita, ma noi non siamo in grado di guadagnare due secondi al giro per creare questo gap, quindi penso che la nostra strategia sia stata quella giusta. Abbiamo solo avuto un po’ di sfortuna, ma con il senno di poi è molto più facile fare valutazioni”, commenta Alonso. “Tuttavia è stata una bella sensazione lottare con quelli davanti e dare molti secondi a quelli dietro. Noi quattro macchine davanti avevamo un passo in più”.

Kimi Raikkonen rientra in pista ottavo dalla sua terza sosta e la sua seconda metà di gara si svolge nel traffico: prima dietro Jenson Button, poi dietro Valtteri Bottas. Iceman ha il ritmo, ma non trova lo spunto per sorpassare i motorizzati Mercedes. Nel giro finale, ormai con le gomme al limite a causa del lungo tempo trascorso dietro gli avversari, viene beffato da Jean Eric Vergne e da un motivatissimo Sergio Perez: per lui arriva un’ottava posizione che va un po’ stretta.

Sono rimasto bloccato per tutta la gara dietro le due Williams, prima dietro Felipe Massa, poi dietro Valtteri Bottas”, afferma Raikkonen. “Non sono riuscito a superarle. Ovviamente quando rimani bloccato dietro qualcuno rovini le gomme; soprattutto dopo la safety car era difficile riportare gli pneumatici in temperatura, quindi non sono sorpreso della posizione finale. Tuttavia miglioriamo. Ieri stava andando tutto bene prima del problema tecnico; oggi sono finito dietro a diverse macchine che mi hanno fatto perdere parecchio tempo ed è un po’ una delusione”.

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