Ferrari, Arrivabene: “Non siamo figli di un dio minore”

Il nuovo Team Principal della Ferrari ha le idee chiare e sa benissimo che il processo di ristrutturazione della squadra porterà ad un ulteriore anno di transizione per la Scuderia di Maranello.

Arrivabene

Maurizio Arrivabene ha iniziato la sua avventura da Responsabile della Gestione Sportiva il primo dicembre, ma sembra avere le idee piuttosto chiare su cosa fara a Maranello. In Via Abetone Inferiore c’è aria di rivoluzione e lo dimostrano i numerosi cambi in ogni settore: da quello tecnico, dove Tombazis e Fry sono stati fatti fuori, fino a quello della comunicazione, che non sarà più diretto dal giovane Renato Bisignani.

Arrivabene ha parlato a Leo Turrini che, sul suo blog, riporta in sintesi la filosofia del personaggio, senza però entrare nei dettagli dei piani di ristrutturazione della Scuderia. “Brecht diceva che è fortunato quel popolo che non ha bisogno di eroi. Io la penso alla stessa maniera”, afferma il nuovo Team Principal Ferrari. “Credo che la base Ferrari sia all’altezza dell’unicità di un marchio che non ha eguali nel mondo. Questo è il concetto che ho sviluppato nella lettera che ho mandato a chi lavora per farci tornare a vincere nei Gran Premi. Non dobbiamo sentirci figli di un dio minore. Non lo siamo e non lo saremo mai”.

Il Dirigente Sportivo aggiunge: “A chi mi chiede quando cambieranno le cose in pista, io rispondo che non ho la bacchetta magica. Nel 2015 mi basterebbe vincere un paio di Gran Premi, uno con Vettel e uno con Raikkonen. Seb sta cominciando a prendere consapevolezza di cosa sia la Ferrari. Kimi lo sa già e, per inciso, ha il vantaggio di essere una persona normale in un mondo in cui molti fanno presto a perdere il contatto con la realtà”.

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