Colpo di grazia del Senato: ora Monza rischia di morire

Non arrivano buone notizie sul futuro dell’Autodromo Nazionale di Monza. Il Senato ha ostacolato l’operazione della Regione Lombardia, che vorrebbe avere un regime di neutralità fiscale per poter entrare nella proprietà dell’impianto e fare gli investimenti necessari a dare un futuro all’Autodromo.

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L’Autodromo di Monza rischia di essere schiacciato dai debiti. Quella che sembrava essere l’unica strada di sopravvivenza per rilanciare l’Autodromo ha visto il semaforo rosso da parte del Senato della Repubblica italiana che, in Commissione Bilancio, non ha approvato un sub emendamento alla Legge di Stabilità che prevedeva la non tassazione dell’operazione con la quale la Regione Lombardia intende entrare in comproprietà dell’impianto.

In particolare, la Regione Lombardia prevede di mettere le mani sia sull’impianto che sul Parco di Monza, insieme ai comuni di Monza e Milano, e i sindaci delle due città avevano espresso parere favorevole sul provvedimento, firmando una lettera congiunta. Tuttavia, il Senato lo ha giudicato tecnicamente non ammissibile, perché privo di copertura finanziaria che che, come ricorda l’Assessore Regionale Fabrizio Sala, “non era necessaria in questo caso”.

Le prossime ore, dunque, saranno decisive per il futuro dell’Autodromo di Monza. Proprio Sala spiega: “Senza questa norma, il passaggio di proprietà dai Comuni alla Regione Lombardia sarebbe soggetto a tassazione e questo trancia di netto tutte le risorse che erano state destinate all’operazione, circa 20 milioni di euro. Senza diventare proprietaria dell’area, la Regione Lombardia non è in grado di intervenire per rilanciare il comparto”. L’unica speranza, adesso, è in un colpo di reni affinché il governo prevada un regime di neutralità fiscale, esentando l’operazione dall’imposta.

Se ciò non accadesse, Monza potrebbe continuare a perdere pezzi. Dopo aver dovuto abbandonare l’idea di ospitare serie internazionali come la SuperBike o il Mondiale Turismo, si rischia di non poter asseconda le richieste di Bernie Ecclestone, CEO di Formula One Group, che già da mesi ha lasciato intendere che quella di Monza è una gara poco remunerativa per l’organizzazione del Mondiale di F1. I buoni propositi, da soli, potrebbero non bastare più e il contratto con la F1 – che ha scadenza nel 2016 – potrebbe non essere rinnovato se l’impianto non venisse ammodernato e sviluppato secondo gli alti standard qualitativi del Circus. Sviluppi possibili grazie agli investimenti della Regione Lombardia che, però, al momento, da Roma stanno bloccando.

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