Alguersuari, parole dure contro la F1: “S’è persa la ragione”

L’ex pilota della Scuderia Toro Rosso ammette di essere rimasto molto deluso dalla Formula 1, sia per il trattamento subìto, sia per quello che c’è dietro alla competizione in pista.

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Jaime Alguersuari è stato uno dei talenti arrivati in Formula 1 grazie al programma giovani della Red Bull. Lo spagnolo ha corso in Toro Rosso dal 2009 al 2011, prima di essere appiedato da un giorno all’altro – insieme al suo ex compagno Buemi – senza avere l’opportunità di trovare posto altrove, se non come tester Pirelli per un paio d’anni.

Jaime si è ora riciclato in Formula E, una categoria che ritiene essere più vicina alla gente. In una intervista al quotidiano spagnolo Marca, il ventiquattrenne afferma: “La Formula E è un campionato in crescita, ci sono un sacco di grandi piloti, gente professionale che è pagata per correre, per far eil proprio lavoro, e non il contrario. Il livello è alto, ci sono Vergne, Buemi, Heidfeld, Sato, Piquet e Trulli. Sono davvero contento d’essere qui. Il campionato è sostenibile e legato alle marche, che sono quelle che contano nell’automobilismo. La vettura ora è appena nata, ma in 2 o 3 anni può diventare una categoria davvero all’avanguardia”

Non usa mezzi termini, invece, quando parla della Formula 1. “Lì si è persa la ragione”, ammette candidamente. “La F1 di oggi è decisamente cambiata. Quando la vedevo io, era inaccessibile e fare un test era quasi impossibile. Per adattarsi alla vettura serviva fare molti chilometri. Quelli che ci arrivavano erano speciali. Oggi le monoposto sono come le WSR, solo un po’ più grandi, con gomme più dure e più peso, ma anche con meno carico aerodinamico e più lente. E questo penso sia un errore, un errore del sistema. La F1 è il punto di riferimento, dovrebbero correrci i costruttori. E invece ci sono solo Mercedes e Ferrari, mentre tutti gli altri vanno nel Mondiale Endurance. Per non parlare dei soldi che i piloti paganti mettono sul tavolo per correre. Se la Formula 1 è uno sport, deve avere una Top-100, un ranking dei piloti. Bisogna guardare più la qualità e il talento che i soldi”.

Alguersuari non ha affatto digerito il trattamento che il Circus gli ha riservato: “Credevo fosse l’apice del motorsport, ma negli ultimi anni si stanno perdendo molte cose. Se metti Hamilton, Alonso o Buemi sulla Caterham, non cambia nulla, perché tutti sono limitati dalla tecnologia. Ma non accade solamente lì, anche nelle categorie minori negli anni passati trovavi 20 vetture in mezzo secondo, ora invece ne trovi 4 forti e il resto distante. E poi non molti possono permettersi di spendere 2 o 3 milioni di euro per disputare una stagione”.

Ma se ne avesse la possibilità, Jaime Alguersuari tornerebbe in Formula 1? “Non lo farei neanche per scherzo. Ho corso lì per tre anni e mi sono divertito, ma solo quando entravo in macchina e correvo. Quello che accadeva fuori non mi è mai piaciuto, è un sistema malato. Da una parte mi hanno danneggiato e sono rammaricato per quello che è accaduto, ma non voglio saperne più nulla di questo mondo, troppe volte falso, anche quando vedi una conferenza stampa. E’ diventato un mondo di investitori e banchieri che vogliono fare soldi a tutti i costi”, ha concluso.

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