Force India: “Ecco perché abbiamo detto no alla Marussia”

Bob Fernley ha spiegato il perché di un voto contrario che ha fatto molto discutere

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Non è questione di soldi; il “no” doloroso alla Marussia non è stato dato per accaparrarsi (insieme agli altri 8 team) i proventi del nono posto della sfortunata scuderia anglo-russa. La Force India, messa un po’ sotto accusa da parte dell’opinione pubblica quale ispiratrice del diniego alla Marussia di correre con la monoposto 2014, ha voluto difendersi, spiegando le sue ragioni. Lo ha fatto attraverso le parole del braccio destro di Vijay Mallya, ovvero Bob Fernley, vice team principal del team.

“Non è nel nostro interesse vedere ridotto il numero di auto in griglia, però una delle condizioni per il loro rientro era quella di dimostrare con chiarezza quale fosse il programma dei nuovi investitori. Dove sono i nuovi fondi? Perché non c’è stato un progetto 2015? La Marussia potrebbe essere accettata se presentasse una proposta giusta, regolare. Possiamo tornare indietro sui nostri passi se vedessimo le cose fatte correttamente”.

A precisa domanda se non ci sia stata nessuna motivazione economica alla base di questo voto, Fernley ha risposto onestamente: “Mentirei se dicessi che le motivazioni economiche non hanno pesato. I dollari servono alla Force India, ma noi avremmo votato “si” se il piano di rientro della Marussia fosse stato adeguato e corretto. Il voto riguardava la vettura del 2014, e non ci sembrava il caso di dare l’assenso ad un programma così confuso. Non abbiamo paura di esporci e di prendere decisioni difficili, anche se invise agli appassionati”.

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