Fernley, Force India, ancora critico sul ritorno di Manor

Il deputy team principal della Force India, Bob Fernley, chiarisce i motivi che hanno portato la scuderia indiana ad assumere una visione critica sulle modalità di rientro della ex-Marussia: “non era una questione di soldi, ma di una concessione in termini di sicurezza”.

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In pochi ci credevano, ma la ex-Marussia, tornata a chiamarsi Manor F1 Team, domenica sarà in pista a Melbourne. La Manor sarà in griglia con una monoposto provvisoria preparata in tutta fretta, un’evoluzione della vettura 2014 adattata alle nuove norme previste da regolamento 2015.

La cosa continua ad andare un po’ storta alla Force India. Lo scorso mese proprio la scuderia indiana, durante una riunione dello Strategy Group, aveva votato “no” alla richiesta della Manor di poter correre l’inizio della stagione 2015 con la vettura dello scorso anno. Una mossa che era stata letta dai maligni come un tentativo di affossare il rilancio della ex-Marussia, per potere accedere a una fetta dei diritti commerciali (più di 40 milioni di euro) che le spettano per il nono posto in classifica costruttori 2014.

Ma Bob Fernley ha chiarito ad Autosport che il tema in ballo nella questione non sono i soldi, ma la sicurezza.

Gli auguriamo ogni successo“, ha dichiarato ai colleghi del magazine inglese. “La questione soldi è irrilevante. Anche se la cifra fosse stata distribuita, sarebbe stata ininfluente per i nostri problemi. E non ha nulla a che vedere con le ragioni che ci hanno portato a votare ‘no’. La questione principale era che la Manor stava chiedendo ai team una concessione in termini di sicurezza“.

I cambi regolamentari tra 2014 e 2015 sono interamente basati sulla sicurezza“, spiega Fernley. “Quindi tu vieni e ci chiedi: ‘vorrei portare la mia monoposto che è tecnicamente insicura, me la fareste questa concessione?’ La seconda questione è che sì, bisogna supportarsi l’un l’altro, ma c’è bisogno di una presentazione credibile che spieghi chi c’è dietro il team e la sostenibilità di un progetto. E per quanto si vorrebbe la concessione? Due gare, quattro, sei? Non può essere un’intera stagione, sennò correremmo tutti con una vettura 2014. Non ci è stato fornita alcuna informazione utile in tal senso. Ed è per questo che abbiamo rifiutato. Dobbiamo rispettare il processo e la governance della Formula1, perché è lì per proteggerci tutti. La sicurezza non può essere compromessa. E se deve essere compromessa, deve esserci una dannata buona ragione per farlo“.

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