Per la Red Bull è crisi nera: in Cina Ricciardo 9°, Kvyat KO

Nel Gran Premio di Cina la Red Bull vive l’ennesimo incubo di questo inizio travagliato di stagione e deve fare i conti ancora una volta con i problemi della power unit Renault che provoca il ritiro di Kvyat. Ricciardo chiude in 9° posizione un gran premio molto al di sotto delle aspettative.

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Niente da fare nemmeno nel Gran Premio di Cina per la Red Bull. Il team di Milton Keynes mette in archivio un’altra gara-incubo con Kvyat che si ritira per un problema al motore e Ricciardo che chiude, tra mille difficoltà, al nono posto.

Al semaforo verde Ricciardo parte lentissimo, sprofondando in 16° posizione. A fine gara il pilota spiegherà che era entrato in funzione l’anti-stallo. Anche Kvyat non brilla e perde due posizioni, ma il russo è l’unico, insieme a Sainz, che parte con gomme medie. Al quinto giro i due compagni di squadra iniziano un duello tra loro. La Red Bull chiede al russo di lasciare strada al suo compagno di squadra, ma ci vorrà un giro abbondante perché Ricciardo riesca a passare.

Al giro 11 Ricciardo lancia un chiaro messaggio ai box: “Cambiatemi queste gomme”L’australiano, infatti, è molto in difficoltà a causa del degrado degli pneumatici e gira in 1’46” alto, a oltre due secondi dai primi. Ma questo problema è un niente se paragonato a quanto succede due giri più tardi a Kvyat. Dalla macchina del russo, infatti, inizia a uscire del fumo bianco dal posteriore. Per lui un evidente cedimento della power unit (già la seconda montata dal russo) e un messaggio chiarissimo per i box: “No power. I am on fire, on fire, on fire”. Questo episodio va a complicare ulteriormente il rapporto già teso tra Red Bull e Renault.

Kvyat appare chiaramente contrariato per l’ennesima noia tecnica che compromette una sua gara, come si capisce dalle poche parole dette ai giornalisti: “Finché ci fermiamo così, a livello di punti non possiamo fare passi avanti, purtroppo in questo momento è così ma andiamo avanti e lavoriamo”. Il russo parla poi del problema di oggi: “Non so se sia stato un guasto al motore, ho visto solo tanto fumo e mi sembra che nella macchina ci fosse un principio di incendio”. E quando gli viene chiesto se il morale è basso, risponde solamente: “Assolutamente no”.

Nel frattempo, con l’unica Red Bull superstite, dopo la sosta nella quale ha montato ancora gomme Soft, Ricciardo si ritrova in 15° posizione, che diventa 14° dopo il sorpasso su Sainz. Al 22° giro Ricciardo tenta un attacco su Ericsson, ma finisce lungo in frenata. Il sorpasso riesce nel giro 27, ma qualche curva dopo l’australiano sbaglia in frenata e riperde la posizione. Nell’ultima curva del giro successivo Ricciardo ritenta e stavolta ce la fa, ottenendo così l’11° posizione, al margine della zona punti.

Grazie ai vari pit stop l’australiano risale fino alla 7° posizione, ma quando si ferma per il cambio gomme per montare le Medium, torna in pista in 12° posizione. Nel corso del 44° giro si riaccende la sfida con Ericsson, ma il pilota della Red Bull con una bella manovra all’interno della curva 1 supera con forza l’avversario della Sauber, non curandosi della stretta dello svedese, ed entra così in zona punti.

Ricciardo passa sotto la bandiera a scacchi in 9° posizione, grazie al ritiro di Verstappen, ma questi due punti sono una magra consolazione per chi sperava di lottare con le Williams e di terminare tra i primi cinque: “La partenza ha rovinato la mia gara, purtroppo è entrato l’anti-stallo. A fine gara il ritmo era migliore, ma ormai era già tutto compromesso. Ora dobbiamo analizzare la gara di oggi e capire quali sono stati i problemi”. L’australiano commenta poi la difficile situazione con i motori Renault: “Abbiamo già avuto problemi con la power unit, ma dobbiamo rimanere concentrati e continuare a lavorare al massimo”.

Un ritiro e un nono posto, per un team che ha vinto tutto negli ultimi anni, è una disfatta totale. Il rapporto con Renault, già teso, dopo i problemi di oggi andrà a lacerarsi ulteriormente, specie se si tiene conto che sia Kvyat sia Ricciardo andranno già ad utilizzare la terza power unit e tutto ciò con un intero campionato da disputare. La situazione in casa Red Bull è sempre più nera.

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