Pagelle Gp Spagna: Rosberg si sveglia, Vettel 3° senza cuoco

Barcellona da il via alla “stagione europea” e come di consuetudine il Gp catalano regala spunti interessanti: vola la Mercedes, Rosberg si desta dal torpore, Ferrari seconda forza ma un po’ più lontana…

BARCELLONA (SPAGNA) - 10/05/15 © FOTO STUDIO COLOMBO PER FERRARI MEDIA (© COPYRIGHT FREE)

Nico Rosberg 10 Come affrontare le difficoltà col piglio giusto, mostrando forma e smalto, sin dalle prove libere. Nico sigla una pole che vale mezza vittoria, parte pulito e si invola indisturbato verso la vittoria più importante della carriera, quella scacciacrisi e scaccia fantasmi. L’uomo nero lo tormentava, era l’incubo che non dava pace, umiliandolo in lungo e in largo. La reazione è stata da pilota con gli attributi: sereno fuori l’abitacolo, tostissimo dentro. Per lui è la nona sinfonia in carriera, per noi un po’ di sale su un mondiale altrimenti insipido. IMPECCABILE

Lewis Hamilton 8,5 Tra il Bahrein e la Spagna l’indiscusso capoclassifica ha lasciato qualcosa per strada: un po’ di cattiveria e un pizzico di precisione. Lewis soffre – tanto – quelle piste nelle quali Rosberg si esalta, il “colpo” si sente in quella partenza un po’ scazzata, con la Mercedes che scivola lenta mentre Nico saluta e se ne va. Bella però la strategia aggressiva su tre soste, con uno stint da favola con le gomme dure. Soffre Vettel, ma poi lo annichilisce, lasciando le briciole alla Ferrari. INTERMITTENTE

Sebastian Vettel 8 Illude la platea rossa con una partenza tosta e una prima parte di gara meravigliosa; da manuale del pilota la “difesa” del secondo posto su Lewis Hamilton, con traiettorie tonde per sfruttare tutti i cavalli in uscita curva. Seb parte da dio e respinge la Mercedes, facendo un po’ il verso al grande Gilles di Jarama, con l’impresa che sembra a portata di mano. Ma il tedesco non aveva fatto i conti con le gomme dure, che hanno un effetto Fintstones sulla Sf15-T. Inutile “marcare” Lewis, meglio difendere un podio importante come risultato, ma dal sapore di bandiera bianca. Almeno ci ha provato e ha portato a casa un terzo posto in une fine settimana non facile per la Ferrari, persa tra gialli culinari e fals lanci di monetine. TENACE

Valtteri Bottas 8 Pragmatico ai limiti del robotico, secondo la grande tradizione motoristica finnica, l’odore di Ferrari deve fargli un gran bene. Bottas è tornato il pilota dei sei podi del 2014: quarto in qualifica e quarto al traguardo, massimizza il potenziale attuale della Williams e lo fa conquistandosi sul campo una “medaglia di legno” impreziosita (per la seconda volta consecutiva) dalla difesa perfetta nei confronti di una Ferrari. Stavolta quella del malcapitato Raikkonen…. IN CRESCITA

Kimi Raikkonen 7 “Che confusione..sarà perché ti amo” avrà canticchiato Kimi alla sua SF15-T, che proprio non riusciva a digerire e allora bando alle ciance, torniamo indietro e diamoci dentro. Auto “vecchia” scelta (non sorteggiata, per carità) per il bene della squadra, Raikkonen è anche questo, e la gara è decorosissima dopo una qualifica compromessa da una termocoperta che gli ha “cotto” lo pneumatico. La partenza è da urlo, con il sorpasso por fuera a Sainz, la strategia è originale – stile Lotus – ma serve a poco. La SF15-T soffre la velocità della Williams e niente quarto posto. Ma Kimi, quinto in scioltezza, c’è! UOMO SQUADRA

Felipe Massa 6,5 Sesto al traguardo dopo essersi qualificato praticamente in Bahrein, se paragoniamo la sua qualifica a quella di Bottas. In crisi perenne con le posteriori, a causa della sua guida bella muscolare (da sempre Felipe è piacevole da vedere nella chicane finale), adotta una tattica a tre soste gemella di quella di Hamilton. Alla fine dei conti però, è l’ultimo di quelli “buoni”. PIAZZATO

Daniel Ricciardo 7 Male in qualifica, bene in gara, dove con ritmo e determinazione riesce a cavare qualche ragno dal buco, salvando la faccia alla Red Bull anche in Spagna. Vince i duelli con la Lotus e con i “cuginetti” della Toro Rosso, è settimo e sinceramente di più non può fare. CHE FATICA

Romain Grosjean 7 Vale un po’ lo stesso discorso di Ricciardo; la Lotus è una colabrodo, perde letteralmente pezzi, non convince, non è veloce. Ma il passo è quantomeno sufficiente a prendere qualche punticino e Romain non sbaglia niente, raccogliendo il terzo piazzamento a punti consecutivo. CONCRETO

Pastor Maldonado 7,5 La migliore gara da tempo del “Pirata dei Caraibi”. Parte forte, lotta con Red Bull e Toro Rosso, continua a correre con il supporto destro dell’ala posteriore spezzato (a causa di uno sfortunato contatto con il compagno di squadra), e nonostante ciò è autore di bei sorpassi. Barcellona lo trasforma, lo esalta, lui diverte e si diverte. Il ritiro per i problemi all’alettone è quanto mai ingiusto. STAVOLTA GRANDE

Carlos Sainz 7,5 Il piccolo “Matador” è già entrato nei cuori degli spagnolo, che vedono in lui l’erede designato di Fernando Alonso. Sainz non delude le aspettative, conquistando una fantastica quinta piazza in qualifica. La gara però è più tosta del previsto; la Toro Rosso non “tiene” il ritmo e la gomma dura proprio non va. Carlos corre con la testa, soffre a metà gara e (si) rilancia alla grande nel finale con le gomme medie: sorpasso pulito a Verstappen, “maschio” quello al caposquadra Kvyat e buon nono posto. AGGRESSIVO

Daniil Kvyat 5,5 Il russo è capitato in Red Bull nel momento sbagliato e non pare – per ora – avere le spalle di Ricciardo per reggere la pressione. Ma dopotutto ha solo ventun anni e la macchina proprio non va. Il problema è che il team si chiama Red Bull e non Toro Rosso. Kvyat a Barcellona raccoglie un punticino, vince il derby con Verstappen, ma cede a Sainz. DI INERZIA

Max Verstappen 6 Il giovane olandese chiude undicesimo, ad un secondo dalla zona punti, con una Toro Rosso che in gara non riesce a ripetere le performance della qualifica. Mostra meno cattiveria di Sainz, ma al contempo adotta una strategia che alla fine si rivela sbagliata: le gomme dure nel finale lo condanno oltremodo, espondendolo alla mercè di tutti. CALVARIO FINALE

Fernando Alonso 6 Il GP di casa, l’incidente invernale, la tribuna che impazzisce per lui, le speranze di andare a punti. Mix di emozioni che si perde nell’eterea dimensione di una McLaren fuori dalla realtà, brava solo a evocare Senna e la nobile Honda che fu, ma al momento dei fatti lentissima e fragilissima. Eppure Nando lotta, prova a tenere il passo di quelli avanti, ma rimane addirittura senza freni. Destino severo. MALINCONICO

Jenson Button 5,5 “Appena apro il gas, perdo la macchina” Nel team radio di JB è racchiusa tutta la competitività dell’impresentabile MP4-30. Button non è incisivo come Alonso e non può far altro che limitarsi a vedere la bandiera a scacchi. Sedicesimo, con una McLaren. Numeri che non rendono l’idea del disastro storico-sportivo. VELO PIETOSO

Felipe Nasr 6 Gara accorta con una Sauber che si è fermata con lo sviluppo a Melbourne. Fa meglio sia in qualifica che in gara del compagno di squadra Marcus Ericsson (5). URGONO SVILUPPI

Sergio Perez 5,5 La Force India è un disastro, a Checo va dato atto di partire bene e di provare ad inventarsi qualcosa. Ma il risultato è solo un tredicesimo posto a sandwich tra le due Sauber. SPROFONDO INDIANO

Nico Hulkenberg 5 Quindicesimo sotto la bandiera a scacchi, dopo una gara troppo brutta per essere vera. Macchina inguidabile, Nico non fa altro che lamentarsi. La strategia delle tre soste non serve a niente. IRRICONOSCIBILE   

Manor 4 E va bene che vanno ammirati gli sforzi che l’ex Marussia ha fatto per essere in pista, ma i sette secondi di distacco in qualifica dai primi la condannerebbero alle ultime file in GP2. Forse c’è un limite a tutto….E’ una categoria a parte, con Will Stevens (6) che continua ad umiliare un deludente Roberto Merhi (4), quest’ultimo capace di beccare quaranta secondi di distacco sul traguardo dal teammate.

GP di Spagna 6,5 Gran premio sufficientemente noiosetto, in stile funzione religiosa di paese alle tre di pomeriggio in piena estate. Si salva in corner perché dopotutto è una corsa tattica, con strategie diverse tra i driver, cosa che contribuisce a tenere un po’ più alta la soglia d’attenzione.

Red Bull 4 Non tanto per la monoposto, nè per il motore Renault (che qui almeno vede il traguardo con tutte e quattro le monoposto equipaggiate), quanto per l’atteggiamento infantile di chi – semplicemente – non sa perdere. E via giù di dietrologie e complotti che, risultati alla mano, non stanno nè in cielo nè in terra.

Massimo Rivola, il cuoco e il logistico 4 Classico mistero all’italiana che riempie la vigilia della Ferrari e (forse) la distrae; è un “giallo” un po’ comico, con addetti ai lavori e appassionati che fanno a gara ad indovinare la soluzione del “caso”. Sicuramente qualcosa è successo, altrimenti Maurizio Arrivabene (8 a prescindere) non si sarebbe scagliato in una sentita peroratio a difesa dell’ambiente Ferrari. E un ds non va in ferie dopo tre settimane di stop. La Ferrari ha mostrato i primi segnali di nervosismo, vedi anche la confusione fatta con il “pacchetto Evo”. Non resta che felicitarsi per un podio arrivato a diugiuno, nel senso letterale del termine.

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