F1 Story: David Purley, il Re di Chimay

Chimay, alla fine degli anni sessanta, era un saliscendi di quasi sette chilometri al confine tra Belgio e Francia, una striscia d’asfalto che alternava lunghi rettilinei e curvoni veloci a tornanti lenti e infidi. Un circuito dove era necessario avere velocità, coraggio e precisione di guida, con quella varietà di curve e tratti rettilinei da rappresentare una versione solo leggermente ridotta di due circuiti leggendari come Spa e Nurburgring.

A Chimay esistevano punti in cui semplicemente non si poteva sbagliare: un errore in certi punti, sarebbe stato l’ultimo della propria vita.  Quel circuito divenne il piccolo regno di David Purley, un pilota ricordato più per il coraggio e il carattere decisamente fuori dagli schemi che per i risultati in pista. Purley interpretava alla perfezione quei saliscendi come se quella sequenza di curve fosse modellata in modo indelebile nei suoi riflessi. Su quel circuito vinse tre volte il “Gp des Frontiers” un prestigioso appuntamento per le Formula 3 che all’epoca raccoglieva i migliori talenti d’Europa.

Certo, aveva i suoi metodi per affrontare certe discese senza alzare il piede; metodi che gli derivano dall’esperienza con i paracadutisti: “La cosa migliore è urlare sino a sfondarti i polmoni, e via… quando corro su quella pista, mi capita di urlare spesso nel casco”, raccontava. Purley vinse la corsa di Chimay per tre anni consecutivi, contro avversari di tutto rispetto: nel 1970, 1971 e 1972. Il primo anno riuscì a stare davanti a un mastino come James Hunt, e negli anni successivi si lasciò alle spalle futuri campioni come Tony Brise e Tom Pryce.

David Purley rimarrà nella memoria collettiva per il disperato tentativo di salvare Roger Williamson mentre la sua March era in fiamme, durante il Gran Premio d’Olanda del 1973. Dopo una corsa disperata fino alla monoposto del collega, provò a ribaltare quel mucchio di rottami in fiamme, all’interno del quale Williamson era esanime. Provò fino allo stremo delle forze e i commissari dovetterò allontanarlo, mentre per Roger era ormai tutto finito.

 

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