Kobayashi, l’eroe Sauber a Montecarlo

Quello di Monaco è stato un weekend molto particolare per la Sauber. L’incidente di Sergio Perez ha scosso un po’ tutti nel team durante le qualfiche e solo dopo aver ricevuto delle rassicurazioni sulla salute del messicano, la squadra ha potuto tirare un sospiro di sollievo e concentrarsi interamente sulla corsa. Una sola vettura rappresentava il team elvetico, ossia quella di Kamui Kobayashi.

Il giapponese non è più una sorpresa e, dopo una gara lontano dai guai e con una buona strategia, ha concluso in quinta posizione. Kamui aveva sofferto un po’ in qualifica, ma in gara si è ripreso: “Mi hanno richiamato per il cambio gomme in un momento perfetto. Non c’è stato alcun problema a correre con le super soft per un lungo stint e forse c’era ancora margine per fare qualche giro. Inizialmente avevo avuto problemi di traffico: per esempio, dopo il mio unico pitstop, sono rimasto bloccato dietro Sutil e, al tempo stesso, dovevo difendermi da Webber. Ecco, lì è stato difficile gestire le gomme. Senza quella ripartenza, avrei potuto finire quarto, comunque penso di aver ottenuto un grande risultato in un weekend così difficile”.

Sono diversi i team che hanno già messo gli occhi su di lui, ma Kamui non si scompone: “Mi sento fedele a Peter Sauber, perché ha grande fiducia in me. Gli devo quasi tutto per essere in Formula 1 oggi. Inoltre, ho l’abitudine di mantenere fede ai contratti fino alla fine”.

Il giapponese è al momento considerato il nomade della F1. Dopo aver lasciato casa a Parigi, ha raccontato di non avere fissa dimora per il momento: “Sarebbe bello stabilirmi in Svizzera, ma ci sto ancora pensando. Non ho una base al momento, solo una grande valigia che viaggia con me da hotel ad hotel. Sono sempre in movimento… ma, a chi pagherò lo tasse ora?”, conclude sorridendo Kamui.

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