Futuro FOTA in bilico tra cambi nome e customer car

Il futuro della Formula One Teams Association è sempre più in bilico. Il prossimo giovedì a Ginevra i rappresentanti di ogni scuderia si riuniranno per discutere a riguardo di due caldi argomenti come il cambio nome di Renault, Team Lotus e Virgin e la possibilità di reintroduzione delle customer car, ovvero la possibilità di acquistare vetture da altre scuderie anzichè costruirsene di proprie.

La prossima settimana dovrebbe aver fine la diatriba intorno alla vicenda dell’utilizzo del marchio Lotus. Se, come previsto, il tribunale darà ragione alla Lotus Renault, la scuderia anglo francese gestita dalla GENII Group di Gerard Lopez, avrà la possibilità di utilizzare il glorioso marchio inglese non più come main sponsor ma come team name. A questo punto non potrà più esistere il Team Lotus di Fernandes, che dovrà quindi ripiegare in maniera definitiva verso il brand Caterham, acquistato dal malese la scorsa estate. Se questo caso era ormai noto da tempo, è nuova la notizia della volontà della casa russa Marussia di impegnarsi in prima persona nei confronti della Virgin. Il cambio nome è ostacolato da Ferrari, Sauber e HRT: secondo queste scuderie un cambio nome porterebbe la nascita di tre nuovi team, che non possono quindi ricevere i compensi derivanti dai diritti televisivi riguardanti la stagione precedente. Serve l’unanimità per poter effettuare questi cambi ma al momento la situazione sembra non schiodarsi.

Altro caso spinoso, sul quale la FOTA è ancor più spaccata, riguarda le customer car. Le piccole scuderie vorrebbero un aiuto da parte dei grandi team, disposti a cedere le propre vetture ai piccoli team che diventerebbero così “satelliti”. Anche qui l’unanimità è necessaria, ma McLaren, Virgin, Force India e Williams sono contro questa proposta, già bocciata nel 2008 e che costò alla Prodrive l’ingresso nel mondiale. Le customer car, invocate spesso da Montezemolo, devono però scontrarsi con il principio di proprietà intellettuale vigente fino alla scadenza del patto della concordia, ovvero fine 2012. La McLaren ha già stipulato dei contratti con Virgin e Force India per fornire supporto tecnico nei prossimi 3 anni, così come Red Bull aiuterà Team Lotus e Toro Rosso. Whitmarsh ha spiegato come la McLaren abbia agito in modo regolare al cospetto dell’attuale patto della concordia e che un eventuale cambiamento andrebbe contro i contratti firmati con le due piccole scuderie inglesi. Il team principal ha però puntualizzato, nei panni anche di presidente FOTA, come la Formula 1, a suo parere, non debba intraprendere questa strada: “Ci sarà chi mi accuserà di essere un ipocrita, ma introdurre le customer car non è la scelta corretta. Se le permetti, troveresti in griglia team clienti Red Bull, Ferrari, McLaren e forse Mercedes, diventa difficile per le altre scuderie (Sauber e Williams su tutte, ndr). Abbiamo 12 team al momento e quello di cui dobbiamo preoccuparci è trovare un modello di budget sostenibile da tutti. Questa è la scelta giusta, ma è solo la mia opinione e rispetto quella degli altri”.

Un ritorno alle customer car porterebbe probabilmente ad un campionato più livellato e competitivo, ma perderebbe di fascino e competizione, togliendo anche valore al Campionato Costruttori.

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