Frecce d’Argento: una leggenda sempre viva

Mercedes MalesiaQuesta è la Mercedes GP W02. Una vettura di Formula 1, ma non una monoposto qualunque. E’ una delle Frecce d’Argento, parte di una tradizione leggendaria che ha entusiasmato gli appassionati per oltre 75 anni.

E le Frecce d’Argento erano guidate dagli eroi del tempo. Una volta erano Juan Manuel Fangio e Stirling Moss, oggi Michael Schumacher e Nico Rosberg. Come dicono in Mercedes, solo i migliori possono guidare una Freccia d’Argento, ora come allora.

Nel 1954 e 1955, Juan Manuel Fangio e la W196 furono imbattibili, vincendo due campionati del mondo consecutivi. Freni a tamburo, motore aspirato da 2.5 litri, raffreddamento ad acqua. Velocità massima 280 Km/h. Stessa macchina, ma due versioni aerodinamiche differenti. Le hanno provate entrambi i piloti Mercedes al Nurburgring lo scorso luglio: Rosberg su quella a ruote scoperte, mentre Schumacher sulla versione aerodinamica per circuiti ad alte velocità come monza, a ruote coperte.

“E’ incredibile pensare a quanto era difficile guidare queste vetture al limite su circuiti come il Nurburgring o Montecarlo. In confronto ad oggi è, ovviamente, molto diverso, ma certamente non meno divertente”, ammette Michael Schumacher.  “E’ come un go-kart, si sta in alto e si vede molto. Di sicuro il grip non è molto paragonabile a quello a cui siamo abituati oggi. Si può facilmente scivolare ovunque. Semplicemente fantastico”, conferma Rosberg.

Uno dei piloti gloriosi del tempo fu il giovane Hans Herrmann. Insieme a Juan Manuel Fangio, Karl Kling e Stirling Moss, si sono messi dietro tutta la concorrenza. Erano quasi considerati imbattibili. Vinsero nove gare delle dodici previste.
Nel video che vi proponiamo qui sotto, è proprio Hans Herrmann a raccontare cosa si viveva in quei giorni: “Guidare in quell’epoca era un mestiere manuale. Frizione, cambio e freno, tutto da fare a mano. Tutto doveva funzionare bene insieme: l’auto giusta, un motore decente, il design, il telaio… e una buona squadra”.

Oggi un pilota utilizza il suo volante come un pannello di controllo. Si regola la miscela aria-carburante, la radio dei box, passando per un’infinità di settaggi che coinvolgono anche KERS e DRS. Una volta, il volante serviva solamente per il suo scopo primario: sterzare! Quello della Mercedes W196 era un cerchio di legno di ben 42,5 centimetri di diametro e ben 2,4 centimetri di spessore.

Oltre tre quarti di secolo sono passati tra la Mercedes di una volta e quella di adesso. Tante cose sono cambiate, ma lo spirito della squadra resta lo stesso. Anche questo rende l’impegno diretto della Mercedes un valore aggiunto per la Formula 1.

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