Addio ai soffiaggi: sarà la volta giusta?

Nelle ultime stagioni, il ruolo del diffusore nell’aerodinamica della Formula 1 è stato da protagonista assoluto. Uno strumento che gli aerodinamici hanno sfruttato a loro piacimento per poter cambiare le caratteristiche aerodinamiche della vettura, sia in accelerazione che in decelerazione.

Quest’anno si è raggiunto un livello di prestazioni tali che la FIA si è ritrovata davanti  ad una situazione non facile da gestire. Gran parte delle squadre avevano orientato lo sviluppo delle monoposto con gli scarichi che soffiavano verso la zona del diffusore. Tramite delle speciali mappature del motore, era possibile far soffiare i gas anche quando il pilota non stava più premendo l’acceleratore.

Abbiamo avuto opinioni molto diverse per quanto riguarda i soffiaggi. Alcuni utilizzavano soffiaggi a freddo, ossia il motore veniva usato come una sorta di compressore in rilascio. Il farfalla del gas veniva mantenuta aperta e il ritardo si otteneva tagliando la scintilla e il carburante. Molti altri, invece, hanno orientato lo sviluppo verso scarichi con gas roventi. Ottenere un soffiaggio caldo era “semplice”, bastava mandare del carburante direttamente nel sistema: con una accensione molto ridardata, la benzina non brucia fino a che non arriva nel sistema di scarico. Questo sistema è risultato il più difficile da mettere a punto, perché bisogna gestire temperature elevatissime nella zona degli scarichi. Tuttavia, era anche la soluzione migliore: in questo modo si riusciva a mandare più aria calda sotto la vettura. L’elevata temperatura ne aumentava la velocità del flusso, creando un maggiore quantitativo di deportanza. Quest’ultima soluzione non solo aumenta notevolmente i consumi, ma se non usata in un determinato modo, avrebbe anche causato problemi di affidabilità al propulsore. E fu proprio la scusa dell’affidabilità che molte squadre usarano contro il divieto dlela FIA a stagione in corso, facendo slittare tutto al 2012.

Per questo motivo, alcuni team hanno provato a portare gli scarichi sotto la pance laterali. La McLaren ci ha provato durante i test invernali dello scorso anno, con il famoso octopus, ma con risultati non soddisfacenti. La Lotus Renault, invece, ha insistito su questo particolare fin dall’inizio, perché se la soluzione avesse avuto uno sviluppo più ampio di quello che poi ha realmente subito, gli avversari avrebbero faticato non poco ad adattarsi.

La soluzione vincente è stata quella della Red Bull, che si è tenuta con gli scarichi posteriori bassi, percorrendo una via un po’ più convenzionale. Lo scarico era integrato nella parte superiore del fondo vettura. Non è un caso che in molti hanno adottato questa soluzione a stagione in corso.

Come anticipavamo poche righe più in alto, con i regolamenti 2012 non sarà più concesso usare questo sistema per migliorare le prestazioni aerodinamiche della vettura. E per evitare che qualche ingegnere riuscisse a sfruttare qualche falla regolamentare, la FIA ha imposto recentemente dei nuovi limiti anche sulla centralina ECU, apportando delle restrizioni al software che gestisce anche gli scarichi. Questo, secondo il comparto tecnico della Federazione, dovrebbe bastare a tenere lontano lo spettro dei “soffiaggi”.  Come se non bastasse, la FIA ha inasprito i controlli ed ha imposto che la posizione dei terminali di scarico torni dov’era qualche anno fa, ossia sul bordo superiore d’uscita delle fiancate.

Durante i rookie test di Abu Dhabi dello scorso novembre, quasi tutte le squadre hanno provato questa nuova soluzione. Bisognerà attendere l’inizio dei test a Jerez per poter imparare qualcosa di più dalla nuova posizione. C’è chi sostiene che anche con il nuovo regolamento le polemiche non cesseranno, tuttavia nessuno potrà averne la certezza fino a quando le vetture non scenderanno in pista.

Gli scarichi e il diffusore sono stati gli elementi più importanti delle ultime monoposto vincenti. Tuttavia, serve sempre una macchina che nel complesso sia equilibrata e veloce, altrimenti non c’è diffusora che tenga. Il cronometro non perdona.

Lascia un commento