Ferrari Formula Cart, la minaccia del Drake

Il tema di scontro è il patto della concordia. Anno 1986. Un anno di tensione tra Enzo Ferrari e la Federazione Internazionale dell’Automobile. Sembrano temi recenti ed invece già 26 anni fa la scuderia di Maranello aveva fatto braccio di ferro con la FIA.

Enzo Ferrari aveva dichiarato apertamente guerra alla FIA relativamente alla decisione di sospendere, per il 1985, la riduzione di cilindrata dei motori turbo a 1200 centimetri cubici che la scuderia del cavallino aveva già sviluppato, nonchè per ulteriori questioni economiche.

Il Drake tuttavia non si limitò ad alzare la voce contro la FIA ed i “garagisti” inglesi dalla stessa supportati, ma passò dalle parole ai fatti. Fece realizzare infatti ad un giovanissimo Gustav Brunner la Ferrari Formual Cart, una monoposto che avrebbe dovuto correre nelle competizioni U.S.A. vista la minaccia di abbandonare il mondiale di Formula 1.

Nel settembre del 1986 Enzo Ferrari invita i giornalisti di tutto il mondo sulla pista di Fiorano per presentare quella vettura il cui motore derivava dall’8 cilindri utilizzato nel mondiale sport dalla  Lancia C2, il telaio costituiva una preview della F1 87. Particolari della vettura erano inoltre un bocchettone che garantiva un sistema di rifornimento rapido, tipico delle gare Cart, sospensioni anteriori e posteriori pull rod nonchè un sistema di sollevamento idraulico a tre punti.

Il nome Ferrari Formula Cart fu scelto proprio dal Drake per far capire le sue intenzioni ai vertici della Federazione, e la vettura percorse gli unici chilometri della sua vita sulla pista di Fiorano con alla guida Michele Alboreto.

Nel 1987 il clima tra Ferrari e la FIA divenne meno teso ed arrivò la firma del patto della Concordia. Tuttavia la leggenda narra che in occasione di una visita dell’esponente della Federazione a Maranello, Enzo Ferrari – dopo aver aperto le finestre del suo studio che davano sul circuito – fece accendere il motore della vettura. Il membro della Federazione rimase allibito dinnanzi a cotanto boato e, capendo che Ferrari non scherzava affatto, recapitò il messaggio ai vertici della Federazione.

Una “minaccia” diversa da quella fatta a parole – negli ultimi anni – da Montezemolo per lo stesso argomento. Adesso la questione è tutta politica, ma la Ferrari ha acquisito un grande peso che influisce ad ogni rinnovo del patto della Concordia.

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