Hill invita il Circus a non andare in Bahrain

Mentre Bernie Ecclestone non ha dubbi sullo svolgimento del Gran Premio del Bahrain, i continui scontri dei giorni scorsi nel paese stanno smuovendo le coscienze di molti, oltre che alimentare preoccupazioni sulla sicurezza.

Tra le personalità che si schierano contro una gara a rischio sicurezza, c’è anche  Damon Hill – campione del mondo ’96 – il quale sostiene che un ripensamento da parte del circus sul Bahrain sia più che necessario. I problemi nello Stato del Golfo sono tutto fuorché superati e Hill ammette: “Dobbiamo considerare quanto costerà, a livello umano, far continuare la gara. Le cose ora sono diverse, ma le proteste non si sono certo fermate. Il Bahrain ha ancora una situazione preoccupante”.

Ecclestone spinge perché non vuole perdere i 40 milioni di euro dell’accordo. La direzione del circuito ci tiene alla corsa, che porta ogni anno un giro d’affari complessivo mostruoso, tant’è che l’organizzazione pone l’accento sull’incremento di vendita dei biglietti del 19% rispetto lo scorso anno e ridimensione le rivolte della popolazione come semplici tafferugli di giovani ragazzi in situazioni difficili.

Hill ha però aggiunto: “La F1 dovrebbe essere lì tra meno di tre settimane, le condizioni non sembrano migliorare stando ai resoconti dei social media, ma anche dei giornali e telegiornali locali. La recente riunione che si è tenuta a Londra è preoccupante, perché si è cercato di dare la colpa alla stampa, rea di fare cattiva informazione, e che le rivolte sono un problema di gioventù difficile. Insomma, promuovere la gara del Bahrain come un evento che possa aiutare alla riconciliazione è un’iniziativa lodevole, ma bisogna agire con molta cautela”.

Tutti ne parlano, solamente la FIA non ha ancora dato nessun chiarimento ufficiale. Anche per questo motivo, Hill sostiene che il GP del Bahrain non s’ha da fare: “Se si decide di andare, andremo tutti. Naturalmente c’è ancora grande rabbia e tensione in Bahrain. Le persone mettono in pericolo la loro vita per protestare contro questo evento, mentre la F1 vuole andare lì per motivi prettamente economici. Spero che la FIA prenda in considerazione che non ci sono solo un branco di teppisti a lanciare molotov, perché questa è una semplificazione grossolana”.

Intanto, una riunione dei team è prevista il prossimo giovedì a Shanghai, dove con molta probabilità verrà presa una decisione ufficiale.

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