Ferrari, è caos! Massa va giù duro: “Tattica? Macchè…”

A questo punto bisogna fermarsi un attimo, riflettere e tirare delle conclusioni ragionando con la propria testa.

Perchè a furia di inseguire dichiarazioni fuorvianti e diplomatiche e fidandosi di tutto quello che viene riportato non se ne esce.

La Ferrari è una nave in tempesta che naviga in acque difficili. E se non affonda è grazie al polso fermo di Fernando Alonso. Ma andiamo per gradi.

A conclusione della seconda giornata di test collettivi sullo splendido circuito del Mugello, perla Toscana di proprietà Maranello, Felipe Massa non le manda a dire e si dimostra abbastanza polemico con la squadra: “Ho guidato la macchina di sempre, ormai la conosco. Stessi pregi e difetti”.

Certo, era tutto previsto. La Ferrari ha organizzato le prove incentrando il lavoro sugli scarichi e in modo comparativo. Ovvero collaudando con Alonso la configurazione esterna/bassa, e lasciando a Felipe gli scarichi alti visti nei primi quattro Gran Premi della stagione.

Per quanto riguarda aerodinamica (forma delle pance e forse musetto) e fondo si dovrà attendere il primo turno di prove libere di Barcellona. Una vera e propria tattica come già vi avevamo anticipato. La Ferrari ha preferito continuare a lavorare sugli sviluppi più sostanziosi in fabbrica, per sfruttare ogni minuto a disposizione fino al Gran Premio della verità.

Tale scelta era stata anticipata da Stefano Domenicali in persona all’indomani della gara in Bahrein: Non è detto che tutti gli aggiornamenti previsti per Barcellona si vedranno al Mugello. Dobbiamo cercare di sfruttare ogni minuto a disposizione per incrementare la prestazione della F2012″.

Fin qui sarebbe tutto okay, una scelta rischiosa ma razionale, logica. Coraggiosa al punto giusto. Finchè non ci ha pensato Felipe Massa a scompaginare il libro delle bugie (?) in rosso: “Nessun asso nella manica, la verità è che non siamo pronti. Era meglio girare con i pezzi nuovi, alcuni arriveranno solo per l’ultimo giorno di test e li proverà Fernando. I pezzi che arriveranno per la Spagna potrebbero non bastare, a noi serve un miglioramento gigante”.

Bisogna credere alla pianificazione di Maranello o allo sfogo di un pilota deluso? Una risposta impossibile da dare su due piedi, soltanto il tempo ci dirà se la Ferrari sta andando nella giusta direzione o è nel caos più totale.

Ma facendo due più due, suonano come sibilline altre parole di uomini in rosso. Quelle di Alonso ad esempio che ha candidamente ammesso: “Non aspettatevi il miracolo, iniziamo ad entrare senza affanni in Q3 con due macchine e poi si vede…”

Un po’ come dire “scordatevi il ribaltone prestazionale al Montmelò”. Lo stesso direttore tecnico Pat Fry ha sempre tirato il freno a mano nella curva del (poco) entusiasmo dei tifosi: “Ci vuole tempo, molto tempo, bisogna cambiare metodologia di lavoro nel reparto tecnico”.

Parole che fanno quasi rabbia, la scuderia più vincente di tutti i tempi si sarebbe ridotta ad essere una fabbrica di scanzonati perditempo? Non c’è in quel di Maranello un ingegnere, uno, in grado di partorire una idea vincente per il definitivo di salto di qualità? I fenomeni sono tutti altrove? Non vogliamo credere che le cose stiano davvero così.

Forse le parole di Fry hanno infastidito in primis Domenicali che, non più di due settimane fa, si lasciò andare un po’: “Ai miei tecnici dico di muoversi e di dimostrare a tutti di non essere dei rin…”.

Le domande a cui la Ferrari dovrebbe rispondere pubblicamente sono queste:

-C’è unità di intenti nella squadra?

-C’è coesione tra dirigenza e reparto tecnico?

-Quali sono gli sviluppi previsti per Barcellona?

-Quando e dove potremo davvero vederli?

-Qual è la verità sullo stato della galleria del vento di Maranello?

-Quella del test comparativo al Mugello è una tattica o una perdita di tempo per mancanza di sviluppi?

-Il mondiale della Ferrari è chiuso o c’è possibilità di rimonta?

Sarebbe bello avere delle risposte vere, sincere. Considerando che ci sono milioni di tifosi che si aspettano una Ferrari da prime file in Spagna. Qualcosa, di molto difficile. Ma sarebbero meglio parole chiare. Il “Passion Day” di lunedì sarebbe stata un’ottima occasione. Purtroppo manca forse chi ha il coraggio di fare le giuste domande.

I romani parlavano di “panem et circenses“, a buon intenditor poche parole…

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