La Mercedes prova le “minigonne” ai cerchi posteriori

L’attenzione dei fan in questi giorni di test si è concentrata soprattutto, come prevedibile, sul tanto atteso restyling della Ferrari. Le altre squadre, però, non sono rimaste certo a guardare ed hanno introdotto tante soluzioni interessanti che varrebbe la pena di analizzare dettagliatamente.

Tra queste c’è sicuramente la Mercedes, che, oltre ad un nuovo alettone anteriore, caratterizzato da una linea che dovrebbe accentuare la flessione del profilo principale e da un differente disegno dei piloni, ed un nuovo “monkey seat”, svergolato e sopraelevato rispetto a quello originale, ha messo in pista una soluzione molto interessante ed inedita.

Negli ultimi anni la cura di ogni particolare aerodinamico delle vetture è cresciuta notevolmente. Una zona di grande interesse per i progettisti è sicuramente quella del diffusore; ne abbiamo viste di tutti i tipi: Gurney flap, flap dietro i semiassi, sospensioni che diventano veri e propri profili alari, slots, derive, carenature dei cerchi. Proprio la zona intorno alle gomme ha subito notevoli sviluppi, con l’introduzione di un numero rilevante di profili che lavorano tra paratia dell’ala posteriore e gomma.

La Mercedes ha portato all’estremo questo sviluppo, introducendo un elemento che funziona esattamente come una “minigonna”. Già, proprio quelle che regalavano il magico effetto suolo a cavallo degli anni 70/80 e che furono vietate dal 1983 in poi a causa dei paurosi decolli che spesso causavano.

La soluzione vista sulla W03 sfrutta proprio l’effetto suolo dato dalla “minigonna” posta accanto al cerchione nella zona tra pneumatico e paratie per garantire maggior carico alle gomme posteriori e migliorare l’interazione dei flussi aerodinamici che coinvolgono il diffusore.

Tra i tanti flap di cui è dotato il copricerchio della W03, ne è comparso uno allungato in avanti e dotato di una “paletta” sul lato interno che sfiora la deriva verticale posta sul fondo piatto. Abbiamo provato ad ipotizzarne il funzionamento, anche perchè la soluzione è stata provata solo nella seconda giornata di test.

Il flap dovrebbe avere due funzioni: essendo fissato al cerchio, il profilo aerodinamico è tecnicamente fisso ed i flussi che transitano tra gomma e diffusore dovrebbero “aspirare” la gomma verso il basso, proprio grazie all’effetto suolo che dovrebbe generare la minigonna.

La seconda funzione è relativa alla sua interazione con il fondo della vettura, che cambia a seconda del movimento delle sospensioni e quindi dello chassis. Quando la monoposto si abbassa (ad esempio ad alta velocità) la sezione del condotto che viene a crearsi tra gomma, profilo e fondo aumenta, creando minor drag force. Quando, invece, il posteriore si solleva, la sezione del condotto diminuisce e crea una depressione al suo interno che sigilla di fatto i due lati del diffusore, un pò come avveniva con gli scarichi l’anno scorso, recuperando la perdita di efficienza causata dal sollevamento del fondo piatto.

Difficile dire se si tratti di qualcosa che funzioni o meno (e quanto soprattutto…), ma i test comparativi effettuati durante l’ultima giornata di test senza il particolare montato hanno sicuramente dato ai tecnici della Mercedes le indicazioni per capirlo. Noi lo sapremo solo nelle prossime corse.

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