Red Bull in Spagna, Vettel salva il week end

Cinque vincitori diversi in cinque gare. Questa prima fase della stagione di F1 2012 non poteva essere più combattuta ed equilibrata. Ed è anche per questo che pur dopo un week end opaco e all’insegna dell’inseguimento degli altri, la Red Bull arriva e va via da Barcellona da leader di entrambe le classifiche, Piloti e Costruttori. Al termine di una gara molto bella e varia, Vettel artiglia un preziosissimo 6° posto, mentre Webber non assaggia i punti per un soffio: finisce 11° alle spalle di Hulkenberg su Force India. Williams, Ferrari e Lotus hanno fatto gara a sè, lì davanti. Tanti i rimpianti per Raikkonen che, se i suoi non avessero cannato la strategia, avrebbe potuto anche vincere. Simili recriminazioni per gli alfieri McLaren, con un Hamilton punito in maniera fin troppo esemplare, partito dal fondo e autore di una gara comunque maiuscola, finita con l’8° posto davanti al team mate, Button.

Ma torniamo alle Red Bull. Il loro bicchiere mezzo pieno dice che appunto possono ancora dirsi al vertice della Classifica Costruttori e con Vettel a pari merito con Alonso fra i Piloti. Ma il mezzo vuoto parla di una gara molto difficile, tra drive throught per Seb, musetti cambiati e continua rincorsa nei confronti degli avversari. C’è però da dire che, mentre Webber è rimasto fuori dai punti al termine di una gara anonima; Vettel ha comunque tirato fuori una prestazione da Campione, incorniciata dai sorpassi perentori ai danni, per esempio, dei due piloti McLaren: infilzato due volte Button e una Hamilton. A conferma che la RB8 comunque c’è e che il Campione del Mondo in carica lotterà fino in fondo al meglio delle sue possibilità.

La gara spagnola non comincia certo sotto i migliori auspici per i tori volanti. Vettel scatta dalla 7a posizione, Webber dalla 11a. L’australiano va in PIT già al 7# giro, e monta le Pirelli hard. Intanto i primi tre (Alonso, Maldonado e Raikkonen) hanno imposto un ritmo tremendo, si capisce subito che faranno gara a sè. All’8# giro Vettel fa altrettanto: PIT e gomme hard. Alla Red Bull capiscono che le gomme dure vanno addirittura meglio delle soft (in quel momento persino Perez su Sauber monta le hard e gira più veloce dei battistrada che montano le soft). All’11# giro Vettel è 11°, Webber 14°. Dopo la 17esima tornata però il muretto RB si accorge che le due monoposto non tirano fuori le prestazioni sperate. Perdono terreno. Il distacco dai primi diventa davvero importante: Vettel è adesso 6° ma a 24 secodi da Alonso.

La Red Bull pare un po’ nel pallone. Sembra girare tutto storto. Cambiano i musetti di entrambe le RB8. Horner a fine gara dirà che il troppo sporco in pista li aveva forse danneggiati, ma dietro c’è sicuramente una virata non calcolata e la prova di un profilo diverso. Poi l’incidente tra Bruno Senna e Schumy fa esporre le bandiere gialle. Vettel e Massa pare non le abbiano rispettate, ma è solo una questione di velocità. Si beccano il penalty. Giudici di gara fiscalissimi qui in Spagna, ai limiti del fastidio (da parte di chi guarda) e del delirio di onnipotenza (da parte di chi farnetica legge).

Al 28# giro Vettel esce dal suo secondo PIT: è 8°. Al 37# giro le due Red Bull sono a circa 1 minuto dal leader della corsa, che nel frattempo è diventato Maldonado. Qui però Vettel cambia marcia e cerca di salvare il salvabile. AL 38# giro passa Button, mentre Webber (uscendo dal terzo PIT) è 12°. Al 43# Vettel effettua il suo terzo PIT: esce 10°. La gara veleggia al 50# giro di boa. Conduce Maldonado, quindi Alonso, Grosjean, Raikkonen, Rosberg, Koba, Hamilton, Button, Vettel, Hulkenberg, Webber. Il tedesco è quindi 9°, l’australiano è 11°. Come detto Seb cambia marcia e infila di nuovo Button: è 8°. Al 62# giro il bi-campione del Mondo mette nel mirino Hamilton; Mark fa lo stesso con Hulkenberg.

Vettel riuscirà nell’intento: passa Hamilton al 63# giro e farà poi altrettanto con Rosberg due giri più tardi. Conquista così il 6° posto: i punti che gli bastano per restare in vetta alla Classifica Piloti, in coabitazione con Alonso. L’intento di Webber rimane invece tale, non riesce a liberarsi di Hulk, e gli rimane dietro: finisce 11°. Probabilmente a Milton Keynes non sono proprio contentissimi di doversi guadagnare la pagnotta con così tanta fatica, ma forse si divertiranno un po’ di più dell’anno scorso: stravincere a volte può essere noioso.

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