Alonso risponde alle domande dei tifosi

Una delle novità sostanziali nelle giornate di Fernando Alonso e del suo team della comunicazione è rappresentata dai social network. Il rapporto del pilota spagnolo con i suoi tifosi è sempre più diretto ed entusiasmante, tanto che ogni giorno su Twitter e Facebook crescono i follower del pilota di Oviedo. In tre mesi, tre interviste realizzate con le domande più curiose da parte dei tifosi. E per questa nuova iniziativa lo spagnolo ha ricevuto oltre 12.700 domande da ogni parte del mondo.

Domande più tecniche, altre che sfiorano il gossip più frivolo, ma Fernando non si tira indietro a nessuna di queste. Ecco qualche domanda tra le più interessanti tra quelle pubblicate sul sito fernandoalonso.com

Dato il supporto che hai dal Banco Santander…non ti consideri una specie di pilota pagante?
“Sono molto orgoglioso del sostegno che ho ricevuto da tutti gli sponsor che mi hanno accompagnato durante questi anni. Questo è uno sport con budget molto alti e ai piloti si richiede molto di più che semplicemente essere competitivi al volante. Durante gli anni ho preso parte alle riprese di più di trenta spot televisivi, ho fatto conferenze, partecipato a meeting con clienti, impiegati e sponsor… nessuna paga per niente, nella Formula 1 i piloti rappresentano l’immagine del team e dei suoi sponsor; migliori sono gli sponsor, migliore è il team. Fortunatamente, anno dopo anno, gli sponsor sono sempre molto interessati a questo sport e al team di cui faccio parte. Pagare per guidare è diverso che essere pagati per guidare… no??”

Come ti senti quando vedi le persone che piangono di gioia per le tue vittorie? Come ci si sente a rendere felici così tante persone?
“Sento un mix d’incredulità, orgoglio e sorpresa. Vedere l’emozione sui loro volti per ciò che è appena successo, la loro gioia, è un’emozione incredibile. Poi vedere che loro si sentono così per qualcosa che hai fatto tu stesso, ti fa sentire davvero orgoglioso. So per esperienza che quei momenti durano poco a lungo, che quella felicità svanisce appena hai lasciato il circuito. Proprio per questo devi goderteli il più possibile”.

Quali sono i fattori che influenzano il degrado delle gomme? Questi pneumatici mi fanno impazzire..
“L’assetto della macchina, il modo di guidare, le caratteristiche della pista, stare dietro un’altra vettura, il ritmo della cosa… Ogni fattore ha la sua influenza perché le gomme congiungono la monoposto all’asfalto”.

Durante una gara diventi un tutt’uno con la macchina? Fuggi da tutto oppure pensi soltanto a quello che devi fare? Ti diverti?
“In gara non ci si gode la guida. Bisogna pensare a tutto quello che c’è da fare con la massima concentrazione. Bisogna parlare con l’ingegnere di pista, cambiare le marce, aggiustare il differenziale, caricare il KERS, attivare il DRS, togliersi la pellicola dalla visiera del casco, guardare negli specchietti retrovisori, frenare, guardare il tempo sul giro nel display, bere l’acqua, leggere la tabella per vedere quanti giri mancano… Poi, di tanto in tanto, respirare… Divertirsi? Credo che ci si diverta nelle esibizioni e nei kart. Durante una gara sei concentrato su troppe variabili e fattori”.

Cosa significano i gesti che fai con le mani durante il giro di raffreddamento?
“Ho cominciato con un programma TV che guardavo in Spagna quando ero piccolo chiamato “El chavo del 8”, in cui il protagonista faceva sempre questi gesti. Col tempo sono diventati un modo per salutare mia nonna, ogni volta che andavo in aeroporto verso una nuova gara mi diceva: “ricordati di dirmi ciao se vinci!”. Da allora l’ho sempre fatto… e continuerò a farlo ogni volta che avrò l’occasione di vincere ancora”.

Durante una gara, quante volte parli coi tuoi ingegneri?
“In condizioni normali, lui parla con me due volte per giro e io parlo con lui una volta ogni due o tre giri…ma le condizioni normali non durano molto. Cerchiamo di metterci d’accordo sulle decisioni per la gara, il ché significa che dobbiamo parlare parecchio”.

Più o meno, quale percentuale delle decisioni sulla gara viene fatta dall’ingegnere e quale dal pilota? Grazie campione!
“50 e 50. Loro hanno tutti i dati, i numeri e un piano in mente. Ogni tre o quattro giri aggiustano il tiro in base alle sensazioni del pilota e ai comportamenti della macchina, che possono rispondere diversamente rispetto ai calcoli… poi prendono decisioni in base ai nuovi dati”.

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