Crisi McLaren: dov’è finita la “bella e impossibile”?

Una crisi inaspettata, impronosticabile, a tratti sorprendente. La McLaren sta scomparendo dal lotto delle migliori e lo sta facendo nel modo peggiore. Lentamente, quasi inerme dinanzi agli attacchi di una concorrenza spietata.

E pensare che nelle prime gare la Mp4-27 sembrava la vettura da battere, quella destinata a fare da battistrada lungo tutta la sfida iridata. Passo corto, baricentro basso, gran manegevolezza e facilità di assetto. Le prime file delle gare iniziali e sfortuna ed errori (ai box) a giustificare le mancate vittorie.

Dopotutto sembrava l’anno buono per gli uomini di Woking e per Lewis Hamilton, finalmente alla guida di una monoposto disegnatagli quasi su misura. La vittoria è arrivata alla settima gara, a Montreal, ma non è stato l’inizio di quella cavalcata sperata, tutt’altro.

La gara nordamericana rischia di restare un singolo episodio stretto nella morsa di quattro gare pessime: Spagna, Monaco, Valencia e Inghilterra. Gran Premi nei quali Hamilton ha raccolto la miseria di 18 punti. Per non parlare del momento “no” di Jenson Button, una crisi nella crisi.

La McLaren è una monoposto bella, sinuosa, ma forse più difficile da sviluppare rispetto alle “elastiche” Red Bull e Ferrari. Non è un mistero che gli ultimi aggiornamenti aerodinamici siano risultati un mezzo flop. Una vettura incapace di usare con equilibrio e costanza le mescole, siano esse dure che morbide. Una belva improvvisamente sbilanciata. Chissà se la causa non va proprio cercata nella filosofia progettuale seguita dagli inglesi.

Martin Whitmarsh, quando fu presentata la monoposto a febbraio, disse tali testuali parole che qualcuno avrà dimenticato: “Abbiamo seguito una filosofia diversa. Abbiamo preferito avere un baricentro basso e una monoposto facile da settare. Magari paghiamo qualcosa in aerodinamica rispetto agli altri ma la nostra auto è più guidabile e questo aiuterà i piloti”. Purtroppo la scelta, almeno per ora, non è risultata vincente.

Adesso Lewis Hamilton si aspetta un grosso passo avanti per Hockenheim, dove la McLaren presenterà un sostanziale sviluppo: “Così non andiamo bene, se vogliamo lottare per il titolo dobbiamo assolutamente fare un grosso passo avanti in Germania”.  Così il preoccupato pilota anglocaraibico, scivolato in sole due gare dal primo al quarto posto della classifica iridata.

Anche Button ha lanciato l’allarme: Se la Sauber non avesse avuto problemi ci sarebbe stata davanti. Dobbiamo lavorare tantissimo”.

Silverstone è stata una batosta niente male per la Macca, che si è ritrovata nel day after a raccogliere i cocci del campionato che non è stato. Da anti Red Bull a quarta forza (!). Sorpassata da una Lotus che, sebbene non vinca, si piazza sempre tra i primi. E dalla Ferrari, avversaria di sempre che a Melbourne distava un secondo e passa.

E’ proprio su questo dato che gli inglesi devono riflettere. Sul perchè siano rimasti, da un giorno all’altro, tanto indietro. Anche per questo a Woking è in corso un briefing tecnico che è in realtà una riunione di emergenza per pianificare una pronta risposta.

Piloti, tecnici, meccanici. La “bella e impossibile” deve rifarsi il look in modo radicale e repentino se vuole tornare a lottare alla pari con bibitari e cavallini. La Germania dista poco più di dieci giorni e guai se il nuovo pacchetto Evo risultasse un altro buco nell’acqua.

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