In Toro Rosso: “Piloti promossi!”

Siamo in prossimità del decimo appuntamento del Mondiale 2012 di F1, quindi a metà stagione esatta, ed è tempo di primi bilanci in casa Toro Rosso.

Partiti con grandi ambizioni dopo i test invernali di Jerez de la Frontera, nei quali le neonate STR7 avevano staccato tempi interessantissimi, nonostante l’indipendenza tecnica da Red Bull sempre più marcata.

Di più, a Faenza avevano deciso di cambiare entrambi gli alfieri causa risultati al di sotto delle aspettative. Alguersuari s’è trovato costretto a passare da un volante di F1 al microfono di commentatore, mentre Buemi è rimasto in seno a Red Bull, come collaudatore (ma oggi quanto “vedono” il volante, questi collaudatori?).

Sostituiti da Daniel Ricciardo e Jean-Eric Vergne, grandi promesse del vivaio delle lattine, i due ex Toro Rosso non si sono capacitati della sostituzione, rimanendo basiti e a piedi dopo due stagioni non proprio da buttare, anzi.

Queste prime nove gare disputate, hanno messo in mostra una Toro Rosso affatto competitiva. La STR7 mancherebbe di velocità di punta e carico aerodinamico. Un mezzo disastro insomma. In più, pare non arrivino aggiornamenti importanti con grande frequenza, vero e proprio peccato mortale nella F1 odierna (da tener d’occhio il budget a disposizione, comunque, non parlando di un top team). Il nono posto occupato dopo i primi nove appuntamenti con soli sei punti racimolati, nei primi due GP tra l’altro, spiegano alla perfezione la situazione del team italiano.

Ma attenzione, non pare sia solo un problema di competitività del materiale meccanico-aerodinamico. In Toro Rosso puntano sempre su piloti giovani, spesso rookie, come Vergne e un semi debuttante come Ricciardo, per non citare Alguersuari e Buemi. Ciò è una cosa fantastica per la F1: permette di allevare in pista possibili futuri campioni. Ci sono anche svantaggi però, come la mancanza di esperienza che spesso si tramuta in mancanza di risultati in pista. I 4 punti di Vergne e i due di Ricciardo (sul quale sono poste enormi speranze da Milton Keynes) sono sconfortanti.

Il gran capo di Toro Rosso, Franz Tost, nonostante tutto promuove appieno i due nuovi alfieri della scuderia di Faenza, nata dalle ceneri della Minardi: “Sino ad ora hanno fatto ottime prestazioni e sono davvero contento di loro. Devono solamente avere un po’ più d’esperienza. I risultati arriveranno. Sono giovani e per ora stanno svolgendo un ottimo lavoro. Devono continuare così”.

Due parole anche sulla STR7, non propriamente competitiva ai livelli attesi ad inizio stagione: “Abbiamo il dovere di svilupparla per dare ai nostri ragazzi una vettura competitiva per puntare a risultati migliori. Sta a noi metterli in condizioni di poter far bene”.

Un investimento importante nei confronti dei suoi piloti da parte di Tost. Certo, dati alla mano parrebbero parole di circostanza, psicologiche, per spronarli a fare meglio dei sei punti raccolti. Anche perché, con Buemi ed Alguersuari, non è stato utilizzato lo stesso metro di pazienza, nemmeno nella prima stagione. Vergne e Ricciardo, due grandi promesse che devono ancora esplodere, a quanto pare. Ma siamo sicuri che Buemi ed Alguersuari, fossero tanto peggio?

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