Red Bull e modifiche in parco chiuso: scoppia un caso?

L’indiscrezione è di quella da prendere con le pinze, nonostante la fonte seria ed autorevole. Michael Schmidt, giornalista tedesco di Auto Motor und Sport, ha fatto emergere a Budapest un retroscena dello scorso GP del Canada con la Red Bull protagonista, ancora in negativo.

Una fonte interna alla FIA, che ha voluto però restare anonima, pare abbia ammesso che, a Montréal, siano stati sorpresi i meccanici della Red Bull ad effettuare delle regolazioni all’altezza da terra delle due RB8, in regime di parco chiuso.

La FIA, proprio per evitare tali escamotage, ha imposto alle squadre di lavorare con strumenti facilmente riconoscibili, in modo da dare modo ai commissari di verificare come si interviene sulla monoposto, previa autorizzazione. Come avrebbero fatto a non dare nell’occhio?

La furbata, questa volta, sarebbe una piccola chiave – realizzata appositamente – da nascondere tra le dita, con la quale i meccanici potevano poi variare l’altezza da terra, modificando l’estensione del terzo ammortizzatore. Tra le qualifiche e la gara del Canada, un commissario si sarebbe accorto che i meccanici agivano sull’altezza da terra, mentre fingevano di pulire i bracci delle sospensioni. Immediatamente allertati i delegati tecnici della Federazione, ossia Charlie Whiting e Jo Bauer. A quel punto, però, si sarebbe deciso di imporre alla squadra di riportare la vettura con i parametri originali, pena la squalifica. Tutto però nell’ombra e senza far rumore.

Difficilmente le parti in causa confermeranno le parole della fonte anonima di Auto Motor und Sport, a meno che non venga avviata un’inchiesta interna.  Tuttavia, queste sono pugnalate ad uno sport che meriterebbe ben altro…

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