Schumy in vacanza per dimenticare il weekend Fantozziano

Un errore dietro l’altro, neppure fosse un debuttante. Il Gran Premio di Ungheria per Michael Schumacher è stato totalmente da dimenticare: dalle prove libere alla gara, non ne ha letteralmente azzeccata una.

Il primo errore arriva nelle libere, sotto la pioggia. Dopo aver perso il controllo della sua vettura in frenata a causa dell’aquaplaning, ha bloccato le ruote anteriori ed è andato dritto a muro. Un errore anomalo per un Rainmaster come lui.

In qualifica non brilla, complice una Mercedes W03 che perde colpi e il diciassettesimo posto rimediato è preludio di un vero e proprio disastro per la corsa.

Alla fine del giro di formazione, Schumacher sbaglia la piazzola di partenza. I suoi colleghi se ne accorgono subito e danno comunicazione via radio. Se ne accorge anche Charlie Whiting, costretto così ad annullare la partenza e far ripetere il formation lap.

Schumacher, a quel punto, spegne deliberatamente il motore. Il tedesco, infatti, pensava si dovesse procedere con l’intera procedura di partenza, che dura in tutto cinque minuti e che avrebbe previsto il ritorno in pista dei meccanici. Michael candidamente ha ammesso l’errore aggiungendo: “Ma era sempre stato così…”. Peccato che è ormai dal 2006 che, in caso di annullamento del giro di formazione, il regolamento preveda che le vetture facciano nuovamente il giro di formazione, senza ripetere tutta la procedura di partenza.

Infine, la via crucis di Schumacher si conclude con un Drive Through Penalty per aver superato il limite di velocità in corsia box, durante le fasi del suo primo pistop. Seguirà un ritiro a pochi giri dal termine, ufficialmente per guai tecnici.

Un weekend nero, da dimenticare. Ora c’è giusto il tempo di rilassarsi un po’ e pensare al futuro e ad un eventuale rinnovo. Perché chiudere la prima parte della stagione con una gara alla Fantozzi, non può certo andare giù ad uno come lui. Lo aspettiamo a Spa, sperando che cambi genere cinematografico. Da un “Fantozzi contro tutti” ad “Ironman”, per esempio.

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