Sicurezza F1: torna l’idea dei cockpit chiusi!

Il terribile crash avvenuto alla curva Source di Spa-Francorchamps, appena dopo il via, ha fatto tremare tutti, e non c’è ferrarista, mclarenista o lattinaro che tenga.

Poco dopo lo spaventoso incipit della gara belga, è tornato di prepotenza l’argomento sicurezza, proprio per cercare soluzioni che possano garantire l’incolumità dei piloti in caso di incidenti analoghi a quello in questione.

Individuata la zona del corpo dei piloti maggiormente esposta a potenziali rischi, ovvero la testa, in molti – all’interno del Circus – hanno cercato eventuali soluzioni da applicare alle monoposto per evitare rischi che, come abbiamo potuto ricordare ieri, sono sempre all’ordine del giorno per quanto riguarda le competizioni in monoposto.

L’idea ripresa ieri pomeriggio ha la sua origine al GP di Abu Dhabi, epilogo del Mondiale 2010, quando la vettura dell’italiano Liuzzi – priva di controllo – montò letteralmente sulla monoposto del pluricampione tedesco Michael Schumacher, non sfiorando il casco di quest’ultimo solo per pochissimi centimetri. Possiamo ricordare inoltre la molla persa dal retrotreno della Brown GP guidata da Barrichello e finita quasi letalmente sul casco del povero Massa o l’incidente mortale del figlio di John Surtees, Henry, quando prese in piena testa una ruota vagante, in una gara di Formula 2.

Allora si parlò di una copertura del cockpit in cui alloggia il pilota con un materiale trasparente ed infrangibile, in grado dunque di sopportare eventuali urti con  materiali pesanti e contundenti ma capace di garantire piena visibilità al pilota. Una soluzione ripresa dai prototipi che corrono nella Le Mans Series (Audi e-tron Quattro e Toyota, senza dimenticare Peugeot, ritiratasi alla fine dello scorso anno dalle competizioni prototipi) che però non ha mai convinto in pieno gli addetti ai lavori, anche a causa del pericolo di snaturare la F1, la quale ha sempre fatto a meno di protezioni simili (anche se a volte avrebbero salvato la vita a più di un pilota, citiamo il caso Senna, ad esempio).

Paddy Lowe, direttore tecnico McLaren, dice la sua a tal proposito: “ Penso proprio che dal 2014 vedremo nuovi cockpit, più sicuri di certo. Stiamo progettando una cosa simile (la copertura dell’abitacolo) da un anno. Credo sia un’ottima soluzione per eliminare il pericolo di danni alla testa dei piloti. Ieri, ad esempio, avrebbe potuto essere necessario un dispositivo del genere. Fortunantamente Alonso non s’è fatto nulla, a parte il comprensibile spavento“.

Tutto è bene quel che finisce bene, ma questo tutto avrebbe potuto sfociare in tragedia. Certamente bisognerà fare qualcosa per la sicurezza dei piloti, anche se, probabilmente, ci sarà un dibattito a riguardo tra chi sosterrà questi cambiamenti ed i puristi della F1, convinti che il motorsport debba rimanere uno sport in cui il rischio fa parte del mestiere. Nel 2014 sapremo se le intenzioni odierne saranno diventate realtà o saranno rimaste solo intenzioni. Buone o meno che siano.

 

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