McLaren, tirata d’orecchie a Lewis: “Occhio a cosa pubblichi!”

Molte bocche si sono spalancate quando, domenica mattina, Lewis Hamilton ha pubblicato su Twitter la propria telemetria messa a confronto con quella del compagno di squadra. Il suo scopo era dimostrare di aver pagato un distacco di 1,1 secondi sui rettilinei di Spa rispetto a Button a causa del diverso set-up, come aveva affermato in messaggi pubblicati dopo le qualifiche – anche quelli poi cancellati. L’effetto è stato più che altro quello di beccarsi una ramanzina dalla propria squadra, mentre gli ingegneri di altri box si sfregavano le mani.

Il Team Principal Martin Whitmarsh, pur ammettendo che è stata la squadra stessa a chiedere al pilota di cancellare il tweet incriminato, preferisce non ricamare troppo sulla faccenda: “Penso abbia fatto un errore di giudizio, gli abbiamo chiesto di toglierla e l’ha fatto. Credo che abbia capito di aver sbagliato, e secondo me la cosa non ha avuto un grande impatto sul suo weekend. Non credo sia una violazione di riservatezza, ma un errore di giudizio. Forse sarebbe interessante sapere come altri Team Principal gestirebbero la cosa, ma lui si è corretto piuttosto velocemente ed ha chiesto scusa. Questo è quanto”. Anche se in realtà, una volta pubblicata una foto, sono tanti gli utenti ed i siti che la copiano ed incollano qua e là: per quanto sia sparita dal profilo di Lewis Hamilton, è ancora perfettamente visibile.

Non sono solo i grandi capi a non aver gradito la mossa di Lewis: Jenson Button si è detto sorpreso e deluso dal suo atteggiamento. “Lavoriamo tutti per migliorare la macchina e non far trapelare niente. Non volevo vedere la mia telemetria su Twitter. Era l’intera telemetria delle qualifiche, non riguardava solo l’alettone posteriore. Comunque credo sia finita ora, non è il caso di essere arrabbiato con Lewis. Non è una cosa personale”. Il vincitore di Spa si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa: non ci sta a sentirsi dire che il vantaggio guadagnato su Hamilton era dovuto al solo alettone. “Non mi interessa molto la questione del tempo perso sui rettilinei. Avrebbe comunque dovuto recuperarlo nella parte guidata perché aveva più carico. Io sono stato otto decimi più veloce in ogni caso”.

Quella foto ad ogni modo non conterrebbe informazioni poi così importanti per i rivali, stando a quanto dice Paddy Lowe, per il quale la faccenda è puramente una questione di principio: “Molti ingegneri sono venuti da me a commentare la cosa e non è stato piacevole, ma è più per il fatto che certi dati semplicemente non vanno condivisi. La foto in sé non è di grande aiuto a nessuno, non penso sia un grosso danno. L’errore di Lewis, che ora capisce perfettamente, è di non aver pensato a cosa significava quel gesto: ai nostri ingegneri non è piaciuto vedere quella foto sul web, perché lavoriamo sodo per far sì che certe cose restino segrete. È essenzialmente una questione di principio“.

Non sembrano pensarla tutti a questo modo, però: uno degli altri Team Principal ha rivelato ad AUTOSPORT che quella foto è come “una manna dal cielo per studiare la prestazione della McLaren”. E dello stesso avviso è Chris Horner, che prima della gara ha dichiarato: “Non ho visto la foto in questione, ma da quello che ho capito contiene dati della macchina. Se è così, allora è molto utile e sono sicuro che ogni ingegnere nella pit lane vorrebbe darle un’occhiata”. Tra i piloti Red Bull, solo Mark Webber ha un account sul famoso social network. Horner, comunque, non è preoccupato che un incidente del genere possa succedere anche in casa sua: “I nostri piloti non potrebbero fare una cosa così. Sarebbe una violazione di riservatezza”. A Milton Keynes, insomma, non ci si limiterebbe a pregare l’interessato di rimuovere il messaggio.

Ma, a prescindere dall’importanza dei dati estrapolabili dalla foto, quello di Hamilton è un gesto strano, sia che lo si voglia considerare una leggerezza o una mossa deliberata. Vederlo così “testa calda” in un’occasione in cui il compagno di squadra ha ottenuto una prestazione migliore fa ricordare sicuramente a più di un tifoso l’andazzo del 2011. E la vicenda arriva peraltro nello stesso weekend in cui l’anglocaraibico ha fatto sapere di non avere alcuna fretta di firmare il nuovo contratto con il team di Woking. La penuria di alternative, si sa, lo spingerebbe a restare in McLaren. Eppure, per essere una scelta così ovvia, il percorso per concretizzarla sembra essere alquanto travagliato.

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