Perez: “Il mio secondo posto non mi avvicina alla Ferrari”

E’ inevitabile, automatico: non appena Perez sfodera una prestazione maiuscola come quella di oggi a Monza, ecco che il messicano e Maranello si avvicinano e in molti pensano a lui come secondo pilota della Rossa per il 2013… a scapito di Massa! C’è che però anche Felipe ha ben figurato nel GP di casa per il Cavallino, con un terzo posto in Qualifica e un quarto sotto la bandiera a scacchi di fine week end. Ha ben figurato, ma nulla di più. Una buona prestazione sì, ma tardiva. Tardiva per le sue chance di imporsi come una seconda guida autorevole, tardiva per contribuire con punti pesanti alla Classifica Costruttori della Ferrari. Ma il buon Sergio, a motori spenti, afferma che non crede che la sua prestazione a Monza lo renda più vicino al sedile attualmente occupato da Felipe già dalla prossima stagione. Ma chi ci crede?

E così, come successo dopo il secondo posto colto in Malesia, Sergio Perez, già sotto contratto con la Ferrari e proveniente dal Driver Academy della Scuderia, coglie un altro secondo posto e tornano prepotenti e rumorose le voci che lo vorrebbero alle dipendenze di Domenicali e Montezemolo già dalla prossima stagione. Tra l’altro, manco a farlo a posta, ogni volta che Perez e la sua Sauber (motorizzata Ferrari) tirano fuori dal cilindro una bella prestazione, lo fanno quasi sempre a discapito delle stesse monoposto del Cavallino. Eccolo quindi con le sue gomme morbide (a Monza le Medium) a girare come un missile nell’ultima parte del GP italiano, infilare prima Massa e poi lo stesso Alonso. Se la gara fosse stata un po’ più lunga avrebbe molto probabilmente raggiunto e sverniciato anche il leader: Hamilton. Una gara perfetta la sua: partiva 12esimo, ma con gomme hard. E’ riuscito a tirare fino al suo unico pit stop, quando monta le medium e si invola verso uno sprint finale da incorniciare. Risultato: secondo sul meraviglioso podio di Monza. Con ai suoi piedi migliaia e migliaia di tifosi rossi che lo amano già.

Ma lui appunto minimizza, commentando quanto questo secondo posto non lo avvicini alla Ferrari (più di quanto non lo sia già): “Non so. Non credo proprio. Io sto lottando per il mio team e lo farò sempre per il team cui appartengo. Darò sempre il massimo (la diplomazia è proprio da pilota Ferrari, i buoni propositi per il futuro sembrano già da colloquio di lavoro, ndd). Poi commenta la sua splendida gara e la strategia messa a punto dal team elvetico, che, nel finale, gli ha permesso di girare anche 1,5 secondi più veloce degli altri big: “E’ stato davvero piacevole. Una di quelle gare in cui hai sempre il passo per attaccare. Ci sono stati momenti davvero cruciali, soprattutto durante il mio primo stint. Proseguire e tenere il passo non è stato per nulla facile. Ho fatto molti giri con le gomme dure, poi nel secondo stint abbiamo avuto la possibilità di andare al massimo e di attaccare, lottando con alcuni piloti. In Qualifica non avevamo il passo per stare vicini alla prima fila o comunque ai primi cinque. Non eravamo rapidi abbastanza, a causa di mancanza di velocità sui rettilinei. Non sono riuscito a fare un buon lap e così siamo rimasti fuori dai primi 10 in Qualifica. Ma questo ci ha aiutato a cambiare strategia. Siamo stati tra i pochi a partire con le dure e ha funzionato. Ero solo un po’ preoccupato, all’inizio, per il surriscaldamento delle gomme, ma hanno funzionato“.

 

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