Lewis, il rischio non paga. Button chiude secondo

La gara di Singapore sembrava segnata, con la McLaren pronta a calare il poker di vittorie dopo quelle di Budapest, Spa e Monza. Ma più ancora della velocità, più ancora delle strategie, l’ultima parola spetta sempre all’affidabilità, che in casa Woking è venuta a mancare di nuovo, stavolta sulla vettura numero 4. E così Hamilton si trova quasi al punto di partenza: anziché sgranocchiare 15 punti del distacco su Alonso, è lo spagnolo ad allungare della medesima misura. E Lewis dal -37 passa al -52.

Non certo lo scenario che si prospettava al 22esimo giro, quando Hamilton, lasciatosi ormai alle spalle la prima sosta, sembrava tenere Vettel a debita distanza senza troppa fatica. Eppure, già nelle prime dieci tornate l’anglocaraibico aveva affermato di ricevere “sensazioni strane” dalla macchina, ed ha rivelato alla stampa che per più di un giro si è ritrovato senza la terza marcia. Il cambio in effetti lo tradisce del tutto al 23esimo giro, ed ecco che il Campione del Mondo 2008 è costretto a rallentare e fermare la macchina a bordo pista, mentre il suo ingegnere si lascia scappare frasi che mettono la pulce nell’orecchio ai tifosi McLaren: “Ieri abbiamo fatto il possibile…”. Come dichiarato successivamente da Martin Whitmarsh a Sky F1 UK, infatti, già nella giornata di ieri gli uomini di Woking avevano avuto le prime avvisaglie su un possibile problema al cambio di Hamilton, ma avevano deciso di accettare il rischio e correre per vincere, anziché retrocedere di cinque posizioni in griglia. Dice il vecchio adagio, del senno di poi son piene le fosse… eppure, nell’attuale situazione in Campionato, ogni punto vale oro. Hamilton sarebbe partito dalla sesta piazza, ma con il ritmo che aveva dimostrato, e le alte probabilità dell’ingresso di una o più Safety Car a ricompattare il gruppo, un podio sarebbe comunque stato ben alla sua portata. La McLaren ha quindi molto da recriminare, perché come spesso accade chi troppo vuole, nulla stringe, sempre per rimanere in tema di proverbi.

Considerando il muso lungo che Hamilton aveva sfoggiato dopo il ritiro in Belgio, quando si trovava a 47 dalla testa della Classifica con otto gare al termine, era facile immaginarlo molto abbattuto, ora che il distacco è maggiore, con due GP in meno. Non è stato questo il caso, però: la delusione è palpabile, ma il messaggio di Lewis è quantomai chiaro: “Mancano ancora sei corse e io non voglio mollare, continuerò a spingere. Ovviamente spero che a Suzuka saremo ancora fortissimi. Io non voglio mollare”. Anche se vede salire a quattro il numero di gare in cui non ha portato a casa neanche un punto, infatti, l’anglocaraibico può essere sicuro di una cosa: la macchina più forte, in queste ultime gare, è stata la sua, a prescindere dal tipo di circuito e di mescole Pirelli. E la sua quarta vittoria era davvero a portata di mano, anche sul circuito in cui i favoriti erano gli uomini Red Bull. Con una Ferrari che arranca dopo gli ultimi aggiornamenti non certo esaltanti, Hamilton e i suoi hanno motivo per guardare alle prossime gare sorridendo, nonostante la delusione.

È questo ciò che arriva anche dalle parole di Martin Whitmarsh: “Dobbiamo fare le congratulazioni a Fernando e a Sebastian, che hanno fatto una bella gara. Per noi è stata sicuramente una serata difficile, la delusione è tanta. Ma restano ancora 150 punti e la macchina è molto veloce. In Giappone dovremmo essere ancora protagonisti, dovremmo esserlo su tutti i circuiti, e continueremo a spingere”.

Dal Team Principal arrivano anche parole di elogio per la gara di Button: scattato ottimamente alla partenza, Jenson riesce ad acchiappare Maldonado alla curva 3, per accaparrarsi la terza piazza che non mollerà più fino alla fine della gara, e che diventerà seconda dopo il ritiro del suo compagno di squadra. Il gap di circa tre secondi accumulato rispetto a Vettel non gli permette di superarlo ai box, ma al rientro della seconda Safety Car lui e il Campione del Mondo in carica si scambiano un paio di volte l’onore del giro veloce, fino a quando Button non alza il piede, amministrando i giri finali della corsa e portandosi a casa 18 punti, tre più di Alonso e gli unici raccolti dalla scuderia di Woking a questo round: “Ho provato a battere Sebastian, ma non è possibile vincere sempre. Sì, il secondo posto è un po’ una consolazione dopo il ritiro di Monza, ma è chiaro che, come squadra, la gara di oggi è stata deludente”. Anche Button, comunque, coglie gli stessi lati positivi del resto del suo team: “La cosa importante è che la macchina è veloce, i nostri uomini hanno fatto un ottimo lavoro”.

Il risultato della gara, comunque, è ancora sub judice: molti sono gli episodi che i commissari dovranno giudicare a motori spenti, e tra questi quello che ha visto protagonisti proprio i primi due classificati al momento della seconda ripartenza. Jenson Button infatti ha chiesto ai suoi ingegneri di far notare a Charlie Whiting il comportamento di Vettel, reo secondo lui di aver frenato troppo bruscamente per prendere spazio dalla Safety Car. “Seb ha accelerato, poi ha frenato di colpo, e non me l’aspettavo, ho dovuto inchiodare. Comunque sono riuscito a evitare un contatto” ha dichiarato l’inglese sul podio, pensando che la faccenda fosse finita lì. Eppure, nel dopo gara entrambi i piloti sono stati convocati dai commissari…

Aggiornamento: nessuna penalità per l’episodio tra Button e Vettel. Confermato l’ordine di arrivo. [Link]

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