Gp di Singapore: pagelle tra penalità e “lato B”

Sebastian Vettel 10 L’unica cosa che non va giù è che alla fine abbia vinto proprio quel casco con le lucine intermittenti, alquanto orrifico. Alberi di Natale a parte Seb era lì. Se gli si perdona una qualifica un po’ sottotono, sin dalla partenza sembra volersela portare a casa. Ci riesce con un bel po’ di fortuna, ma parliamo di una vittoria voluta e meritata. Si perchè Vettel era l’unico a reggere il passo di Hamilton, a stargli letteralmente incollato. Sarebbe stata una grande sfida tra i due, la “Dea bendata” ha fatto pendere l’ago a favore del tedeschino. Bene così per la Red Bull. Seconda vittoria stagionale, ventitreesima in carriera (raggiunto Piquet). FENICE

Lewis Hamilton 10 Qualcuno parlerà di sfiga, macumbe, gufate. Sono cose che fanno parte del tifo in senso lato, e un paio di sfottò forse non guastano. La verità, però, è che la colpa del ritiro di Lewis è unicamente ascrivibile a una McLaren incapace di dimostrare un’affidabilità degna delle grandi prestazioni velocistiche. A Monza è toccato a Button, stavolta al povero Hamilton. Che domina in lungo e in largo il week-end per poi trovarsi senza marce, malinconicamente solo con le mani dietro la schiena, con un sogno spezzato sul più bello. Guai però a ritenerlo fuori dai giochi. Se continua a guidare così sarà una spina nel fianco per tutti fino a Interlagos. SENZA PAROLE

Jenson Button 8,5 Seconda fila in prova, tanta cattiveria in gara. Ci prova sino all’ultimo a impensierire Vettel, complice la safety car che lo riavvicina ai primi. Ma a pista libera e in condizioni normali le aveva terribilmente prese dai mattatori di giornata, incapace di reagire alla furia di Hamilton. Sotto la bandiera a scacchi trova una bella piazza d’onore e diciotto punti più utili alla McLaren che a lui. Rischia tantissimo alla prima ripartenza quando, per poco, non tampona Vettel. GRINTOSO

Fernando Alonso 8 Otto come i podi stagionali, testimonianza di quella impressionante regolarità che gli permette di guardare ancora tutti dall’alto in basso, nonostante una Ferrari praticamente latitante a Singapore. Colpa di due vecchi problemi: trazione in uscita dalle curve lente e gomme supersoft. Nando ci mette del suo con la solita gara da mastino. Poco brillante nel primo stint, dove viene demolito dai primi, molto più tonico e a suo agio con le mescole soft. Fortuna audaces iuvat; il ritiro di Hamilton è una manna dal cielo, voleva il podio e lo ottiene. Ma nei curvoni di Suzuka servirà (e verosimilmente si vedrà) un’altra F2012. FATTORE C

Paul di Resta 7,5 Scattato da un’ottima terza fila, lo scozzese è lesto nell’approfittare della safety car per sopravanzare un manipolo di piloti tra i quali Grosjean e Maldonado. Prova ad insidiare la terza posizione di Alonso ma è costretto ad “accontentarsi” del quarto posto. Dodici punti pesanti che avvicinano sensibilmente la Force India alla Sauber in classifica Costruttori. FURBO

Nico Rosberg 7,5 Nonostante gli scarichi rivisti, che sfruttano l’effetto Coanda, la W03 non è sembrata letteralmente ringiovanita. La solita macchina da zona punti e Nico per arrivare quinto ci mette del suo. Alla fine la strategia di risparmiare gomme in Q3 paga e, complici i ritiri altrui, Rosberg riesce a chiudere in top five. Un risultato che gli mancava da un bel po’ e la Mercedes può respirare un po’ visto la debacle della Sauber.

Kimi Raikkonen 6,5 Iniziamo col dire che lui, ‘sta Singapore qui, non l’ha mai digerita. “Epico” il botto ingiustificabile del 2008, due salti in padella e muro. Anonimo, ma con una macchinaccia, nel 2009. Quest’anno le cose sembrano non andare meglio. Si qualifica maluccio e soltanto in gara riesce ad aggiustare un po’ le cose. Sesto al traguardo con “aiutino” da parte di Grosjean. Non il miglior Kimi ma è ancora terzo nel mondiale. DA RIVEDERE

Romain Grosjean 6,5 Ottavo in qualifica con gli occhi puntati su di lui allo start. Si comporta bene, rendendosi protagonista di una gara operaia ma onesta. Mostra qualche reticenza nell’alzare il piede in favore di Raikkonen, poi lo lascia passare. Tiene bene Massa negli ultimi giri. La squalifica di Monza sembra averlo sedato un po’. DILIGENTE

Felipe Massa 8,5 Qualifica pessima e lui come spesso capita non fa autocritica, prendendosela con questo e con quell’altro. La sfortuna poi bussa sempre alla sua porta e al primo giro si tocca con una Caterham e fora. Dagli abissi inizia una rincorsa pazzesca, staccato di un minuto e mezzo si mette a pedalare come ai vecchi tempi. La strategia accorta e le neutralizzazioni gli danno una mano, il resto è tutto merito suo. Sorpassi in successione, da applausi il “numero” in sbandata su Bruno Senna. Un Felipe diverso, con la testa libera, sbarazzino, brillante. Soprattutto veloce; a tratti entusiasmante. Arriva ottavo perchè le gomme rosse gli finiscono sul più bello. Ma che rimonta! SPETTACOLARE

Daniel Ricciardo 6,5 Da quindicesimo a nono, per sfortune altrui e meriti propri. Due punticini che fanno il paio con quelli del Belgio, a testimoniare quantomeno un trend che sta lentamente cambiando.

Sergio Perez 5+ Quattordicesimo in griglia, undicesimo al traguardo e poi promosso decimo grazie alla penalizzazione inflitta a Webber. Arriva un punticino ma Checo non brilla. Confusionario, disordinato, subisce gli avversari. A parziale discolpa del messicano una Sauber che ha sofferto oltremodo la notte di Singapore.

Mark Webber 4,5 Salvo miracoli si è autoeliminato dalla lotta per il mondiale. Con prestazioni sempre meno convincenti gara dopo gara. A Singapore aveva una Red Bull in forma smagliante e non è riuscito a fare meglio della quarta fila in qualifica. In gara prova ad anticipare le soste, diversificando la strategia, ma non è mai riuscito a girare col passo dei primi. Si “diverte” a fare casino con le Sauber e con Hulkenberg nel “quartetto d’archi” che andava a caccia del decimo posto. Vince il mini torneo ma i giudici decidono che il sorpasso su Kobayashi è irregolare e lo penalizziano. DELUDENTE

Timo Glock 7,5 La sua gara è una piccola impresa sportiva, perchè chiudendo dodicesimo (miglior risultato di sempre per la Virgin/Marussia) regala provvisoriamente il decimo posto in classifica alla squadra. Quello di Timo nel ginepraio asiatico non è un miracolo, ma poco ci manca. Perchè non compie errori e resta freddo nonostante negli ultimi giri abbia dietro Kobayashi e Hulkenberg che rimontano con gomme fresche. EROE PER UN GIORNO

Kamui Kobayashi 4,5 Eliminato in Q1(!), assente per gran parte della gara. Negli ultimi giri rompe anche l’ala anteriore mentre lotta con Hulkenberg e Webber. Fine settimana da dimenticare per il piccolo samurai. Anche per lui però vale l’attenuante di una Sauber davvero irriconoscibile.

Michael Schumacher 4 “Tu non puoi capire, io ho frenato, non è come le altre volte. Qualcosa non è andato sulla macchina”. Così Michelone ai microfoni Rai, con uno sguardo tra il nervoso e il mortificato. Prova a spiegarsi, prova a convincere il mondo della sua innocenza. Con tono dimesso, di chi forse sa di non essere più il dominatore degli anni passati. Schumi talvolta appare prigioniero della propria leggenda, che pesa come un macigno quando l’eta e la fatica si fanno sentire. Emblematica l’immagine di Jean Eric Vergne (7 solo per questo) che con umanità, quasi pietas, pare quasi scagionarlo. Il francese non vuole infierire: mostra rispetto, se non tenerezza, per la storia. Ma il fatto che i colleghi dinanzi a certi errori non si incazzino nemmeno più è maliconicamente significativo…

Bruno Senna 6 Schianta la Williams nelle libere, in qualifica parte ventiduesimo per aver sostituito il cambio eppure in gara ci da dentro eccome. Giri veloci, buon ritmo e una progressione che lo porta ai margini della zona punti. Dimostrando ancora una volta lo stato di forma più che discreto. Poi il duello rusticano con Massa (con tanto di penalità post gara) dal quale esce ridimensionato visto che il pilota Ferrari è autore di uno di quei sorpassi che “fanno male”. Da lì si spegne un po’ e chiude con un mesto ritiro per problemi tecnici. Decisamente non fortunato. SFIGHINHO

Pastor Maldonado 8 Poteva essere la sua gara, quella del riscatto dopo otto gare a vuoto. E invece arriva, immeritato, il nono zero in casella consecutivo. Praticamente una maledizione; perchè stavolta Crashdonado non c’entra niente. Il “pirata dei Caraibi” mette i panni di un ufficiale inglese ed è autore di un week end impeccabile. Prima fila in qualifica, partenza così e così, ma gara costantemente in zona podio, correndo con il ritmo dei primi. Quando i problemi idraulici lo mettono K.O. non è troppo lontano dai primi nonostante un pit stop di troppo gli avesse già tagliato un po’ le gambe. Deve ripartire dalla performance e dalla ritrovata serenità. Quando corre con il cervello si dimostra un gran bel “manico”.

Narain Karthikeyan 3 Ha il merito di ravvivare un Gp trenino. Lo fa con uno schianto pirotecnico all’ingresso del mini tunnel. Degno della sua fama.

Caterham 5 Sei la squadra di serie C più veloce di sempre e…da sempre! Hai probabilmente il pilota migliore tra le “piccole”, ovvero Heikki Kovalainen (5 a Singapore) e nonostante ciò rischi seriamente di perdere il decimo posto costruttori per il dodicesimo posto di Glock. La domanda è: perchè nella gara più importante della stagione Heikki ha beccato 16″ da Glock? Manciata di secondi che potrebbe costare carissima. BEFFATISSIMA

Altri: Nico Hulkenberg (5,5); Vitaly Petrov (4,5); Charles Pic (5,5); Pedro de la Rosa (6)

Gp Singapore 6,5 Giudizio personale: la pista è inguardabile. Solo curvette sparse qua e là e quella chicane da malattia mentale con cordoli alti quanto le dolomiti. E ce lo dovremo sorbire per altri cinque anni. Detto ciò la gara è una lenta processione, dove serve più guardare i tempi che la pista, fino alla doppia neutralizzazione in dieci giri. La safety car mischia le carte, i ritiri e la bagarre a centro gruppo fanno il resto, rendendo il Gp sufficientemente piacevole. Adesso però si va su una pista vera.

Giudici di gara scatenati 4 Voto non tanto alle singole decisioni (servirebbero dieci articoli) quanto all’attività incessante ed estenuante di questi veri e propri sceriffi. Azioni degne di finire negli annali. Si parte venerdì con Charles Pic che supera sotto regime di bandiere rosse (pure tu, però, Cerottino…). I nostri eroi oltre a comminargli la sanzione di 20″ da aggiungere sul tempo di gara, lo hanno condannato a prestare servizio per un giorno nella campagna di sicurezza stradale della Fia. Caso raro di pilota di Formula 1 condannato ai servizi sociali. Ma non è finita. In gara i commissari analizzano tutto e tutti, ogni pilota che sorpassa finisce sotto indagine. Il limite della pista è misurato col metro, le penalità spesso sono sacrosante (Schumi) altre volte misteriore (Senna). Almeno graziano Button, sarebbe stato comico. DOPATI DI REGOLAMENTO

Davide Valsecchi 10 Dopo Giorgio Pantano, campione nel 2008, un altro italiano torna a vincere la Gp2. Davide è stato padrone del campionato per tutta la stagione, correndo con quel piglio e quella testa tali da fargli meritare il salto in Formula 1. Secondo quella regola non scritta che vincere la Gp2 dovrebbe valere un po’ come un diploma, o meglio una promozione dalla serie B alla A. Quella regola che da quando è stato istiuito questo campionato propedeutico, al posto della F3000, è valsa per tutti eccetto che per Pantano. Italiano appunto. GRANDE DAVIDE, VERGOGNA IL RESTO.

 

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