Vettel pronto alla volata. Horner: “Alonso, che seccatura!”

Dopo il GP d’Italia, molti sembravano considerare Lewis Hamilton come unico possibile rivale di Fernando Alonso, ma come capitato spesso quest’anno è bastata una gara perché le prospettive di addetti ai lavori ed appassionati cambiassero: vedere avvicinarsi Seb di dieci lunghezze alla leadership nel giro di un solo Gran Premio ha ricordato a tutti come, per quanto un divario possa aumentare, altrettanto rapidamente può diminuire, e i punti in palio sono ancora tanti.

A livello prestazionale la McLaren fa più paura, grazie all’ormai testata rapidità della sua monoposto e, si dice, ad un’innovativa e migliore gestione della temperatura degli pneumatici. A Singapore, in quello che doveva essere il circuito perfetto per la Red Bull, il Campione del Mondo in carica si è effettivamente fatto strappare da un grande Hamilton una pole position per la quale era favorito, e non ci è dato sapere se, senza l’aiuto del cambio della MP4-27 dell’anglocaraibico, sarebbe riuscito a terminare sul gradino più alto del podio. Ma la fortuna gira, e in questo caso ha restituito a Seb ciò che gli aveva tolto a Valencia.

All’avvicinarsi del GP del Giappone, salta subito all’occhio quanto sia diversa la Classifica Piloti rispetto a quella dell’anno scorso, quando Vettel arrivava a Suzuka con il suo secondo Titolo praticamente in tasca, lontano ormai solo un punto. Fu sufficiente un “misero” terzo posto per laurearsi come più giovane Bicampione del Mondo della storia. Quest’anno è tutta un’altra faccenda, le vittorie di Seb ammontano a due anziché a nove e in nessun modo potrà lasciare il Giappone da leader della Classifica. La RB8 non è il missile imprendibile che era la RB7, certo, ma non è neanche quella divoratrice di qualifiche che fu la RB6. Nonostante questo, tornando indietro al 2010 possiamo trovare una situazione ben più simile all’attuale: a sei gare dal termine, Seb era staccato di 31 punti dalla testa della Classifica, allora occupata da Lewis Hamilton, e come andò finire è cosa nota. Nel finale di stagione il tedesco tirò fuori quella concentrazione e quella costanza che gli avevano fatto difetto per tutto l’anno e, da un lato rallentato dal proprio motore che andò in fumo in Corea, dall’altro agevolato dall’ormai leggendaria castroneria Ferrari di Abu Dhabi, conquistò la sua prima corona.

Il 2010, insomma, insegna che Sebastian può essere un uomo da seconda metà della stagione, pronto a fare capolino quando tutti guardano altrove (ormai si stenta quasi a crederlo, ma allora l’uomo di Milton Keynes più lanciato al Titolo era Mark Webber). Il 2010 insegna che anche se Vettel e Red Bull quest’anno non hanno dominato, le loro chance non sono affatto pregiudicate. E se si guarda la Classifica Piloti si vedrà che, al momento, per quanto la McLaren faccia paura, Vettel è l’unico – oltre ovviamente ad Alonso – che per conquistare il Mondiale può dipendere unicamente dai propri risultati. Quindi, guai a sottovalutare il tedeschino.

Indubbiamente, quest’anno in qualche occasione Sebastian ha perso le staffe, in pista, nei team radio o con la stampa, durante un Campionato che mette ben più alla prova i nervi di piloti e ingegneri – e, perché no, anche tifosi – rispetto alla stagione passata. Il sorriso rilassato del 2011 ha ovviamente più volte lasciato il posto a un muso imbronciato. Ma questo non significa, secondo Horner, che il suo pilota non sia in grado di resistere alla pressione: Ormai Seb ha accumulato molta esperienza. Quest’anno non si è mai arreso, anche se ha dovuto affrontare delle difficoltà, e non l’ho mai visto così concentrato come a Singapore, dove ha fatto una gran gara. Il Campionato è apertissimo”.

Nonostante Sebastian possa assicurarsi il Titolo grazie alle sole proprie forze, Horner spera che avere tante vetture competitive in griglia al momento possa rallentare l’andamento di Fernando Alonso: “Nel 2010, Seb aveva 25 punti di distacco a due gare dalla fine, quindi questo dimostra che tutto è possibile per qualsiasi pilota. Siamo stati sfortunati in un paio di occasioni quest’anno, ma abbiamo avuto buone gare e stiamo lavorando sodo per sviluppare la macchina ad ogni GP. Continueremo a spingere, ma dobbiamo togliere punti a Fernando – e questo significa mettere un altro po’ di macchine tra lui e noi”.

E già, perché se c’è qualcosa che a Horner proprio non va giù è vedere che Fernando Alonso, da solo, è riuscito a conquistare più podi dei suoi due alfieri messi insieme. Lo spagnolo ha paragonato se stesso e la Ferrari a una formichina, che raggranella il massimo possibile in ogni occasione. Per il Team Principal Red Bull, si sta trasformando più che altro in una fastidiosa mosca rossa: È seccante che Fernando continui a spuntare fuori sul podio alla fine di ogni GP. E chissà, forse anche Messi trova seccante il portiere avversario che prova sempre a difendere la rete…!

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