GP d’Australia: il governo vuole una riduzione dei costi

Il contratto tra la F1 e il GP d’Australia è in scadenza nel 2015, eppure le trattative sembrano aprirsi già da ora. Il governo locale, attraverso il Ministro del Turismo Louise Asher, ha infatti affermato di non avere intenzione di firmare un nuovo contratto a meno che i costi non vengano sensibilmente ridotti. Parlando al quotidiano The Age, la Asher ha fatto sapere che quest’anno il governo ha dovuto coprire 56 milioni di dollari di spese per l’evento, anche se il numero di biglietti venduti sia stato maggiore di quello del 2011 – notizia, quest’ultima, che in ogni caso smentisce chi dipinge un pubblico australiano sempre meno attratto da questo sport.

“Mi piacerebbe poter far disputare qui la gara anche dopo il 2015, ma dobbiamo discutere un contratto che abbia vantaggi per i contribuenti, e non mi sento a mio agio con un livello di sovvenzioni così elevato”. Il governo australiano, parlando già ora del futuro contratto, spera forse di poter ridiscutere quello attuale e, inoltre, di guadagnare punti agli occhi dell’opinione pubblica: “Il precedente esecutivo ha firmato un accordo davvero troppo dispendioso. C’è da aspettarsi che, a meno che non vengano ridotti i costi dalla Australian Grand Prix Corporation, il governo sarà costretto a spendere ancora di più”.

Alla voce della Asher si è aggiunta quella di Peter Logan, portavoce del gruppo Save Albert Park: “Quello del GP è un modello economico fallimentare. Ogni altro evento a Melbourne è gestito da persone che sanno ciò che fanno, con sussidi minimi dal governo, in sedi appositamente costruite. La F1 è gestita dal governo, nella maniera più costosa possibile. E, per giunta, con un contratto riservato”.

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