FDA, Perez, Massa…

“Ricomincio da t(r)e” ovvero da Felipe Massa. La Ferrari è impassibile spettatrice dei fuochi d’artificio sparati alti da Mercedes e McLaren, restando ferma nel triangolo formatosi tra un’Accademia che non funziona, il giovane ma saccente Perez e il “lungodegente” Massa.

Il passaggio di Sergio Perez alla McLaren testimonia il fallimento del programma giovani della Ferrari. Il messicano era il prodotto migliore della cantera emiliana eppure ha firmato per i rivali di sempre, dopo che Montezemolo l’aveva già pubblicamente bocciato.

Nei ringraziamenti di rito Sergiolino non ha citato la Ferrari, ma soltanto Peter Sauber. Una freddezza che arriva dopo qualche dichiarazione stagionale fin troppo spaccona: “Mi sento un pilota da top team, ma non penso proprio alla Ferrari”.

Perez non ha convinto i vertici di Maranello, e probabilmente la Ferrari non ha mai attratto più di tanto il messicano. Una storia breve e non idilliaca, resta però il fatto che l’equipe guidata dal bravo Luca Baldisserri a conti fatti ha preparato un pilota per la McLaren.

Un programma giovani che non sforna grandi talenti e che “cede” l’unico prodotto discreto alla McLaren non ha molto senso di esistere. A meno che non si considerino Jules Bianchi e Davide Rigon piloti da Ferrari. Ma siamo ben lontani dalla realtà. Parere personale del sottoscritto nemmeno Perez era da Ferrari, ma il nodo principale è tutt’altro.

Il Cavallino – con la sua storia, la sua tradizione e quel volante che scotta – avrà sempre bisogno di piloti “fatti e finiti“. Parliamo di una squadra schiava del proprio blasone, che prima di ingaggiare un pilota vaglia parametri (come carisma, rapporti con i media, opportunità commerciali) sconosciuti agli altri team. Non è un caso, quindi, se la dirigenza sta pensando di riconfermare Felipe Massa. Un pilota dal rendimento insufficiente nelle ultime stagioni ma comunque con le spalle larghe, che ha vinto in Rosso.

Su questo punto, proprio qualche ora fa, il presidente Montezemolo ha affermato: “Sto pensando di riconfermare Felipe, mi voglio prendere ancora qualche giorno di tempo”. Pronta la replica del brasiliano: “Il presidente ha detto qualche giorno, la cosa mi sembra molto positivia, sono fiducioso”.

Con Alonso, definito da Montezemolo “Il più grande pilota mai visto sulla Rossa per prestazioni in pista e presenza in fabbrica” (a proposito ma Schumi ce lo siamo dimenticati presidente?) la Ferrari vira sull’usato sicuro. Si continua quasi certamente con Felipe a meno di clamorosi colpi di scena che rispondono al nome di Hulkenberg o Kovalainen. Ma sarebbe poca roba.

L’unico colpo a effetto potrebbe essere un ingaggio a sorpresa di Michael Schumacher, praticamente a spasso. Ma questo è  un volo di fantasia degno del miglior Romanticisimo. Una visione delle cose completamente opposta a quella pragmatica e conservatrice della Ferrari. Prima e seconda guida: Massa, Massa, Massa. A meno di non pensare davvero a una convivenza (forzata) Alonso-Vettel dal 2014. Ma anche in quest’ultimo caso si torna al punto iniziale: ma la scuola di Baldisserri per giovani piloti a cosa serve?

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