Corea, disastro McLaren: Button subito KO, Lewis solo 10°

Gara coreana da incubo per la McLaren. Se a Suzuka era venuto a mancare il podio, oggi è quasi mancata l’intera zona punti, con un solo misero decimo posto raccolto – peraltro faticosamente – da Lewis Hamilton. E quell’unico punticino racimolato non è sufficiente a tenere dietro la Ferrari, che nonostante la pressione pronosticata da Whitmarsh si appropria della seconda posizione del Mondiale Costruttori.

Dopo la qualifica sfortunata, la gara di Jenson Button non ha neanche modo di iniziare. Lui ha un buono scatto, alla prima curva viene mancato di poco dal futuro compagno di squadra Perez, poi sul rettilineo inizia a battagliare con Rosberg. Ma proprio in quel momento Kobayashi lo centra in pieno, pizzicandogli la posteriore destra e poi rompendogli la sospensione anteriore. Jenson (che ha commentato l’episodio in diretta radio con “Che idiota!”) non la prende con molta filosofia: “Sono partito molto bene e ho superato Michael, ero accanto a Nico quando Perez è arrivato dal nulla, ha frenato troppo tardi all’ingresso della curva e ha colpito la macchina di fronte a lui. Ho dovuto allargarmi e spingere Nico fuori dalla pista per evitare un incidente. Poi stavamo lottando per la posizione e le Sauber ci sono venute addosso. All’improvviso ho sentito un colpo e Kamui mi è sfrecciato accanto. Non so come abbia fatto a colpire sia me che Rosberg, è speciale riuscire a fare una cosa del genere”.

Gli incidenti nelle prime fasi di gara quest’anno sono stati numerosi, e Button sottolinea quanto questo sia grave, da parte di piloti di F1: Stanno guidando molto male, considerando che questa è la massima categoria del motorsport. Non si è trattato di una svista, è un errore enorme. Non credo che il drive-through sia sufficiente, ha messo KO due piloti che avevano una grossa opportunità di andare a punti. La gara non si fa in due curve e qualcuno questo lo deve imparare, chissà quanto ci metteranno”.

Ancora una volta solo una McLaren vede la bandiera a scacchi, ma quella di Lewis Hamilton più che una gara è un calvario. Alla partenza l’anglocaraibico è veloce, ma le Red Bull praticamente affiancate non gli lasciano alcuno spazio per tentare l’attacco. Lui finisce un po’ lungo e Fernando Alonso ne approfitta per infilarglisi all’interno, completando poi il sorpasso sul rettilineo. Nonostante questo il primo stint di Hamilton procede senza troppi intoppi, anche se il passo non sembra permettergli di restare negli scarichi dello spagnolo.

I veri problemi insorgono nella seconda fase di gara, quando attorno al giro 18 si rompe la barra antirollio posteriore. Lewis sente subito che qualcosa non va e deve rallentare visibilmente, mentre Massa lo supera con relativa facilità. Lewis però come al solito dà spettacolo, reagendo ad un sorpasso di Raikkonen mettendo giù l’acceleratore nel secondo rettilineo e riprendendosi la quinta posizione. Non durerà molto, però. La situazione si fa tale per cui il muretto McLaren si vede costretto ad anticipare di sei giri il secondo pit stop, e aggiustamenti sull’alettone anteriore non hanno i risultati sperati. “La macchina è molto nervosa adesso” si lamenta Hamilton, e il suo ingegnere di pista non può che incitarlo a fare quello che può.

Lui che sperava di poter battagliare con Alonso e Webber si trova costretto a difendersi da Grosjean e Hulkenberg, peraltro perdendo nei confronti del tedesco che supera entrambi gli avversari in un colpo solo. Al giro 42 Hamilton rientra per la terza volta e monta delle gomme SuperSoft, sperando in un ultimo stint forsennato che gli consenta di recuperare qualche posizione. Tutto ciò che riesce a raccogliere, invece, è un pezzo di erba sintetica che gli si aggrappa alla macchina e non la lascia più. Ed è triste vedere un talentuoso Campione del Mondo che non riesce a sopravanzare – con tutto il rispetto – Vergne sulla Toro Rosso.

Chiude decimo, Lewis, e le speranze di regalare alla McLaren un secondo Titolo prima dell’addio vanno ormai in fumo: i punti di svantaggio dalla vetta sono 62, con quattro gare al termine e una RB8 che fa mangiare la polvere a chiunque provi ad acciuffarla. E con la delusione negli occhi, Lewis di fronte ai microfoni della stampa inglese getta la maschera dell’ottimismo: È un giorno da dimenticare. Un anno da dimenticare. Non vedo l’ora di avere un nuovo inizio l’anno prossimo. Per il Titolo è finita. È dura da digerire, perché abbiamo lavorato tanto, sia io che la squadra, per vincere”. Tanto rammarico per come stanno andando le cose in una stagione in cui la MP4-27 in molte gare sembrava la vettura da battere e che invece al momento non riesce neanche a garantire il secondo posto del Campionato Costruttori: troppo fragile per poter essere davvero competitiva: “Ho avuto tre guasti in tre gare. Spero che la mia fortuna cambi nei prossimi GP”.

“Ora daremo il massimo per il Mondiale Costruttori”. Se non per la vittoria, per riprendersi almeno il secondo gradino del podio. Quello che è certo è che, comunque vada a finire, il 2012 per la McLaren sarà una stagione di rimpianti.

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