I cinque esordienti: chi sale e chi scende

Bianchi, Gutierrez, Bottas, Van der Garde, Chilton. Esordienti assoluti nella categoria, persi tra i sogni di una vita e l’opportunità del momento. Analizziamo come si sono comportanti in questo primo scorcio di stagione, per capire chi ha i numeri per scrivere un libro in F1, o soltanto una paginetta che funga da ricordo.

Jules Bianchi MarussiaSette gare sono sono un tesoretto, un bagaglio di immagini e sensazioni, più che buono per farsi un’idea.

Non c’è gioco più bello per l’appassionato di corse di scorgere il talento, di poter dire “Ve l’avevo detto io che quel ragazzo lì andava forte”.

In questa F1 piena zeppa del talento di iridati arrembanti che si giocano le posizioni più alte della classifica, in una griglia schiava delle emozioni che sanno regalare i vari Vettel, Alonso, Hamilton, Raikkonen, Rosberg, Webber ecc., c’è anche spazio per chi le ossa deva ancora farsele.

Parliamo di quei piloti che ambiscono ad una carriera da protagonisti partendo dai paludosi anfratti di una gavetta fatta di ultime posizioni e poco nobili vetture tra le mani.

Quest’anno la F1 ci ha regalato cinque esordienti assoluti, noi proviamo a fare un bilancio del loro rendimento dopo le prime sette prove del mondiale.

CHI SALE

Jules Bianchi Il francese cresciuto sportivamente nell’accademia per giovani piloti della Ferrari è la sorpresa di inizio campionato per quanto riguarda le giovani leve. Salito in macchina all’ultimo minuto, al posto del silurato Luiz Razia, Bianchi sta trascinando la Marussia con un carisma forse inaspettato. Veloce in pista e leader fuori, ha trasmesso sicurezza alla squadra oltre a regalarle ottime performance sulll’asfalto. Per ora è sempre stato il più veloce dei piloti delle piccole scuderie, e il tredicesimo posto della Malesia, conquistato davanti al connazionale-avversario Pic, tiene saldamente la Marussia al decimo posto in classifica. Veloce e consistente, tra gli esordienti sembra quello con più “manico”.

Valtteri Bottas Finlandese dagli occhi di ghiaccio e dalla mascella possente, esteticamente somiglia a una fusione tra Raikkonen e Coulthard. La Williams crede molto in lui, parlando da un anno a questa parte di potenziale campione. Ma il ragazzo classe ’89 sinora ha avuto ben poche chance di mettersi in mostra, a causa di una monoposto disastrosa. Eppure è stato spesso e volentieri più veloce di Pastor Maldonado sia in qualifica che in gara. Il miglior risultato è stato un undicesimo posto in Malesia, ma il fine settimana più importante è stato quello canadese, dove ha conquistato un incredibile terzo posto in griglia su pista bagnata. Un primo lampo di classe?

CHI SCENDE

Esteban Gutierrez Il più giovane dei rookie, appena ventunenne, ma anche quello con la macchina migliore. Presentato dalla Sauber come il nuovo Perez, per ora con l’aggressivo pilota della McLaren Esteban sembra condividere soltanto la nazionalità. Sette gare anonime e un brutto tamponamento a Sutil in Cina. Per ora si è visto ben poco di quella bravura di cui, forse troppo, si è parlato. L’unica gara in cui si è difeso bene è stata il Gp di Spagna. Su una pista che conosceva Gutierrez è sembrato tonico e pimpante, per poi ripiombare presto nell’anonimato.

Max Chilton Probabilmente il ragazzino inglese non è quella tartaruga raccomandata che le cronache giornaliere ci tramandano. Eppure di strada per confermarsi Chilton ne ha da fare. Non basta, infatti, la giovanissima età a spiegare distacchi spesso imbarazzanti da Bianchi o errori gravi come la “spallata” a Maldonado a Monaco. Ben saldo al sedile, ma per quanto riguarda le prospettive di carriera deve darsi una mossa.

Giedo van der Garde Ventottenne con un discreto passato in Gp2, ha riportato l’Olanda in F1. L’ultimo olandese nella massima formula era stato Christijan Albers dal 2005 al 2007. Per ora è ultimo in classifica, e ha perso quasi sempre il confronto con il connazionale Pic. Eppure nelle qualifiche del Gran premio di Monaco ha stupito tutti, piazzandosi al 15° posto. Ma l’età non fa pensare a un futuro importante, e di questo passo Giedo rischia di diventare uno di quei carneadi di cui si perdono presto le tracce.

Lascia un commento