Pagelle Gp Italia: Vettel alieno, Alonso è gran secondo

Il dominio di un Vettel in stato di grazia scatena le peggiori pulsioni dei supporter Ferrari. Ma contro questa Red Bull neanche un immenso Alonso può fare qualcosa. Desaparecide Mercedes e Lotus.

scemo-chi-leggeSebastian Vettel 10 e lode Il suo capolavoro italiano è l’ammazzacaffè del pranzo domenicale. Concilia il sonno, considerata la capacità di togliere agli avversari tutto, anche quella speranza che dovrebbe essere l’ultima a morire. Pole e dominio, Seb trasforma uno sport adrenalinico in una parata trionfale a trecento orari, rendendo Monza una scontata vetrina di fine estate. Non c’è spazio per rimonte, sogni, sfide. C’è soltanto lui che sin dal venerdì fa il vuoto, lasciando agli altri soltanto la beffarda scia di una luce rossa che scompare all’orizzonte. Sesta vittoria stagionale, trentaduesime in carriera. Non è soltanto merito della monoposto, benchè perfetta. Vettel è un campione ormai completo. GENIO

Fernando Alonso 9 La cattiveria e la classe che gli appartengono e che ti aspetti. Sbaglia ancora in qualifica, ma in gara si fa perdonare già dai primi giri, con un sorpasso “Por fuera” (per dirla come l’amico Lorenzo) alla Roggia ai danni del malcapitato Mark Webber. Alonso alla guida è immenso; un combattente nato, che onora la causa provando il possibile e l’impossibile. E sa esaltare un pubblico fin troppo accondiscendente nei suoi confronti. Perchè i capricci e le tensioni restano. Come la pantomima sul podio, una “captatio benevolentiae” del popolo Ferrari dopo la gaffe di sabato. Alonso, appunto, non è uno scemo. E tra un tweet e l’altro deve ritrovare una genuina e necessaria passione verso la Rossa. Intanto, con la visiera abbassata, si conferma sui livelli eccelsi di sempre. MASTINO

Mark Webber 7 Terzo in gara dopo l’ottima prima fila della qualifica. Più effetti speciali che sostanza questo Webber, che dà l’idea di “accontentarsi” del suo primo podio in carriera a Monza senza pretendere troppo. L’australiano è un signor pilota, che si sta godendo questo tramonto di carriera nel modo più rilassato possibile. Dai box negli ultimi giri chi chiedono di non stressare il cambio. Un motivo in più per gestire un podio che definisce “emozionante”. STRESSLESS

Felipe Massa 8,5 Dedizione totale alla causa. L’atto ultimo e commovente di fedeltà verso la squadra che l’ha visto crescere, vincere, e soffrire. Come salutarsi nel modo più bello, leale, vero, guardandosi negli occhi senza avere rimpianti. Ciò che è stato (Brasile 2008), ciò che non è stato (Brasile 2008 ancora). Dal “gioco delle scie”, all’autostrada aperta in gara al compagno. Peccato che non sia riuscito ad attaccare Webber, si sarebbe meritato il podio. AFFIDABILE

Nico Hulkenberg 9 Sprazzi di talento in quest’incantevole fine settimana di Monza, chiuso con un insperato quinto posto. Che vale doppio, considerando la pochezza della Sauber C32 e le palesi difficoltà ambientali. Non è facile correre avendo sul capo la spada di Damocle di un ragazzino russo. Hulk meriterebbe ben altro, anche quella Ferrari che lo segue da molto tempo. Nico tra l’altro ha risposto in modo convincente alla pressione derivante dalle voci di mercato, andando anche più forte. Significa che il ragazzo ha carattere, oltre che un piede davvero pesante. ESPLOSO

Nico Rosberg 5,5 Parte sesto e arriva sesto. Tiene a galla una Mercedes improvvisamente tornata “terrestre”, eppure gli manca il guizzo. Dopo la vittoria in Inghilterra Rosberg ha iniziato una lenta parabola, come se si fosse spezzato parte del feedback con questa W04, che è pur sempre la vettura con la quale ha vinto ben due gare nella prima metà di campionato. SPENTO

Daniel Ricciardo 7,5 Probabilmente la Red Bull ci ha visto bene con il ventiquattrenne australiano. Daniel cresce gara dopo gara, mostrandosi convinto in ogni frangente. Bravissimo sia in qualifica che in gara ad esaltare il potenziale di una velocissima STR8. Batte le McLaren e la Lotus e bissa il settimo posto della Cina. Punti pesanti per la squadra di Faenza. PRONTO

Romain Grosjean 6 Deludente in qualifica, anche a causa di una monoposto in chiara difficoltà. Aggiusta un po’ il tiro in gara, riuscendo a salire fino all’ottava posizione. Si tiene dietro Hamilton nell’ultimo giro, ma non riesce mai ad impensierire la Toro Rosso di Ricciardo.

Lewis Hamilton 8 Ha davvero un bel carattere, non è da tutti fare autocritica come fa lui per l’errore commesso in qualifica. Se poi consideriamo che in gara gli si rompe la radio e fora una gomma, allora il nono posto diventa quasi un’impresa. Hamilton parte con le gomme dure, ma deve fermarsi quasi subito. Da lì comincia una furiosa rimonta a suon di sorpassi, meraviglioso ad esempio quello su Raikkonen all’esterno in Curva Grande. Regala spettacolo puro, quando corre così vale il prezzo del biglietto. Al netto della sfortuna, forse è il migliore in pista per grinta. Peccato per l’eccesso di generosità nell’attacco a Grosjean all’ultimo giro. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta. VIVACE

Jenson Button 6 Mamma che catenaccio, nemmeno fosse una provinciale che deve strappare un punto al Milan o alla Juve. Jenson corre un Gp in difesa, complice una Mp4-28 “piantata” e i rapporti del cambio troppo corti. Ma questa non può essere la McLaren… INCOLPEVOLE

Kimi Raikkonen 5 Ha mollato di botto; i freni alla prima variante quando tampona Perez, ma anche questo mondiale che ormai ha ben poco significato. La Lotus dopo la partenza di Allison vive una profonda crisi tecnica. A Monza la E21 era semplicemente lenta. Kimi si disunisce, non è lui. Sbaglia tanto, e anche la rimonta dal fondo stavolta non è pazzesca come le altre volte. Inanella qualche giro veloce, dimostrano comunque di “esserci” e di poter surclassare ancora una volta il teammate in quanto a talento, eppure la testa sembra essere altrove, già rivolta a quella Ferrari che è stata e che sarà. DISTRATTO

Sergio Perez 4,5 Butta davvero male a Checo stavolta, tamponato al via da Kimi e con una McLaren alla deriva. Viene infilato a destra e a manca negli ultimi giri da chiunque lo attaccasse. Prego, accomodatevi. Su dodici gare è arrivato soltanto cinque volte a punti. Non ha la tempra di Button. PLAFONATO

Adrian Sutil 5,5 Parte diciassettesimo in griglia a causa di una penalità di tre posizioni inflittagli per aver rallentato Hamilton in Q2, pilota con il quale Adrian ha un conto in sospeso per vicende extra sportive. Prova una piccola rimonta e si dimostra battagliero, ma è costretto a fermarsi con un giro d’anticipo sul gruppo per problemi ai freni.

Paul di Resta 4 Lo scozzese della Force India non va a punti da quattro gare e sbaglia clamorosamente alla Roggia, sbagliando i tempi di arresto e prendendo in pieno Grosjean. Ci rimette lui, ritirato con la sospensione anteriore sinistra in frantumi. CRISI NERA

Jean Eric Vergne 7 Sfortunatissimo, si ritira per un guasto alla trasmissione quando era in pienza zona punti e in bagarre con le McLaren. Peccato perchè aveva tutte le carte in regola per “duettare” con Ricciardo. SFIGA

Esteban Gutierrez 4 Parte dalla sedicesima piazza con le gomme hard per tentare di risalire la china. Ma non ha nè la stoffa, nè l’animo adatti. A tal punto che il suo ingegnere di pista lo esorta a spingere di più all’Ascari. Esce disrtutto dal confronto con Hulkenberg. NON NE HA

Pastor Maldonado 5E il naufragar m’è dolce in questo mare“. Vien su un pessimismo leopardiano di una certa importanza nel vedere la fine che ha fatto la gloriosa Williams.

Valtteri Bottas 4,5 Vedi sopra, con l’aggravante dell’esclusione in Q1.

Giedo Van der Garde (5), Charles Pic (5); Jules Bianchi (5), Max Chilton (4,5).

Gp di Italia 6,5 La gara più veloce del mondiale, nonchè Gran premio di casa per la Ferrari, è la fiera del prevedibile. Lo è il dominio di Vettel, straordinario con la sua Red Bull sin dal venerdì. Lo è il secondo posto di Alonso, che massimizza il potenziale della F138. Il resto sono malinconici duelli all’ombra di un Dominato che dura da ben quattro anni. NOIOSETTO

Ferrari 7,5 L’onore delle armi a chi, bene o male, negli ultimi anni è sempre lì a provarci. McLaren, Mercedes, Lotus sono perlopiù presenze, Ferrari è la vera (e alla fine sola) sfidante della Red Bull. Capita che nello sport ci siano dei “cicli”, insieme di fattori e circostanze che rendono una compagine quasi perfetta, invincibile. Ineluttabile il dominio dei Tori, aspettando le nuove regole del 2014. La Ferrari, almeno, ha gettato il cuore oltre l’ostacolo.

Adrian Newey 10 Quando Vettel ha tagliato il traguardo, l’ingegnere della Red Bull si è lasciato andare a un pianto liberatorio. Il lato umano di chi, in questo progetto seguito dal 2005, ha messo tutto se stesso. Ha creato il meccanismo perfetto, emulando l’epopea Ferrari dei primi anni del nuovo millennio. Qualcosa ci dice che dopo anni a vedere le Rosse sverniciare le sue fragili creature, queste vittorie siano più di una semplice rivincita. CONSACRATO

I fischi a Vettel –  Zero spaccato E pensare che i tifosi di Formula 1 amano prendere le distanze dai cugini calciofili, con uno snobismo e un atteggiamento che fanno a pugni con lo schifo che si è visto ieri sotto il podio di Monza. “Panem et circenses“, gli italiani hanno dato il peggio di sè agli occhi dell’universo motoristico. Loro, gli innamorati della Ferrari, che hanno ignorato anche l’esortazione a smetterla di un ex iridato di Maranello, John Surtees. Fischiare la gara di Vettel significa non capirne un tubo di corse. Tutto questo magari per compiacere il caudillo Alonso, osannato come un padreterno. Una cosa del genere non si sarebbe mai vista a Silverstone, altro tempio sacro del motorsport. FIGURACCIA

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