#4 Le pagelle del 2013: Sauber, confusa e felice

Una stagione partita male e raddrizzata dai piazzamenti utili messi a segno dal proprio pilota di punta, Nico Hulkenberg. Per la Sauber va in archivio un 2013 difficile, dove si è lottato meno in pista e più nel paddock, con la dirigenza impegnata a far uscire la squadra dalle sabbie mobili della crisi finanziaria.

sauber-hulkenberg-montecarlo-2013“Dovremo fare le cose con metodo”. E’ il 12 febbraio e, nel momento in cui la maggior parte dei team si lancia in voli pindarici immaginando la stagione a venire, Monisha Kaltenborn – team principal della scuderia elvetica – mette già le mani avanti: “ci troviamo ad affrontare una sfida più grande di altri team”. Scopriremo a giugno che la sfida in questione è una catastrofica mancanza di “sghei” che impedisce di pagare fornitori, dipendenti e piloti (anzi, pilota: Nico Hulkenberg). Chi (in molti) pensava che le grane finanziarie avrebbero trasformato la stagione della Sauber (voto 6+) in una Caporetto, non aveva fatto i conti con la caparbietà dello storico Team di Hinwil.

Il campionato della scuderia svizzera assume infatti le sembianze di uno di quei bei romanzi di formazione della letteratura ottocentesca, che si concludono con l’happy ending, ma portandosi dietro una corposa morale. Il 2013 comincia con un timidissimo approccio in Australia, Malesia e Cina (dove la squadra, con Nico Hulkenberg, raccoglie appena 2 punticini); passa attraverso quattro mesi di calvario (da maggio ad agosto), in cui la C32 si trasfigura in una caffettiera senza arte né parte che non è possibile migliorare, perché prima ci sono debiti per 80 milioni di dollari da estinguere; poi, durante la lunga estate caldissima, la svolta: arrivano gli zii di Russia, una cordata di investitori che si porta dietro un pilota in fasce dalle dubbie – in quanto ancora sconosciute – doti che la Sauber mette sotto contratto (Sergej Sirotkin), ma anche una valigia di soldi che fa tirare un sospiro di sollievo a Monisha Kaltenborn.

La forza di risollevarsi e tirar fuori una seconda parte di stagione incredibile è però frutto del lavoro del team e del suo alfiere, Nico Hulkenberg: gli aggiornamenti portati in Ungheria, complice il ritorno del kevlar nella costruzione degli pneumatici, cominciano a funzionare per bene a partire dal Gp d’Italia (3° posto in qualifica e 5° in gara di Hulk). Da allora, a parte due passi falsi in India e ad Abu Dhabi, è una cavalcata trionfale: miglior risultato, il 4° posto in Corea. Certo, siamo lontani dai 4 podi del 2012. Ma la Sauber torna a Hinwil con alcuni preziosi insegnamenti: senza pecunia non si cantano messe; non sempre un pilota pagante (leggi: Esteban Gutierrez) si rivela un buon investimento; se ingaggi Nico Hulkenberg puoi star sicuro di fare il botto. POTEVA ANDARE MOOOOLTO PEGGIO…

La monoposto – C32 Voto 6,5
sauber scarichiLa C32 diventa immediatamente una delle monoposto più interessanti durante la fase delle presentazioni. Non si parla d’altro che delle incredibili dimensioni delle pance, mai viste così compatte, tanto che, guardando la monoposto frontalmente, tutti gli ingombri laterali della carrozzeria rientrano nello spazio visibile tra le gomme. In più c’è il DRD e l’S-duct (la feritoia posta sulla scocca dietro al muso).

Insomma, ci sono tutti i presupposti per far bene. Purtroppo fino a metà campionato la Sauber delude fortemente le aspettative: “è bella ma non balla” per dirla alla napoletana. I tecnici, a metà campionato, decidono di cambiare rotta, riproponendo gli scarichi a scivolo ed il fondo dotato di slot.

La C32 diventa un’altra macchina: trazione incredibile, ottima velocità di punta e prestazioni davvero concrete. Il tutto consente ad Hulkenberg di dominare più volte le scene, sia in qualifica che in gara, confermandosi la punta di diamante (incompresa) del mercato; lo stesso Gutierrez, in ombra per metà campionato, convince i più. Tutto merito degli scarichi a scivolo e tunnel? Probabile, e viene proprio da chiedersi perché la Sauber abbia valuto abbandonarli dopo un 2012 brillante… Dice il proverbio: “Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa cosa lascia e non sa quel che trova”.

I piloti
nico-hulkenberg-sauberNico Hulkenberg, voto 10. Non si può definire come la “rivelazione dell’anno”, perché già nel 2012 aveva fatto vedere di che pasta fosse fatto. Quindi gli affibbieremo un altro titolo: EROE OMERICO DELLA STAGIONE 2013. Perché come Ettore nell’Iliade, Nico – ragazzo acqua e sapone in pit lane, uomo dalla determinazione feroce a bordo della C32 (non per niente, lo chiamano “Hulk”) – ha grandi doti, grande cuore, tira fuori non si sa da dove grandi risultati, ma il suo destino è segnato. Il 26enne tedesco, nell’anno del quasi crack finanziario, si prende la Sauber sulle spalle e costruisce praticamente da solo il settimo posto in classifica costruttori della scuderia elvetica (per lui arriva un decimo posto in classifica piloti).

Riesce a portare a punti la C32 in condizioni proibitive, tenendosi dietro mostri sacri come Raikkonen (epico il duello ai box in Malesia), Alonso ed Hamilton. Il tutto rigorosamente “pro bono” (non vede un centesimo da maggio in poi…), nella speranza di attirare le attenzioni di qualche grande team per il 2014. Cosa che accade: Hulkenberg è l’uomo mercato della silly season 2013 ma, come per ogni eroe omerico che si rispetti, la sua storia non può finire con un lieto fine. Scaricato dalla Ferrari per Raikkonen, scaricato dalla Lotus per i soldi della PDVSA… pardon, per Maldonado, Nico torna in Force India e rinvia di un anno quel grande salto che tutti vogliamo vedergli fare.

Esteban Gutierrez, voto 5. La Sauber, con questo ragazzino messicano, si augurava di prendere di nuovo due piccioni con una fava, cioè di ripetere il colpaccio messo a segno l’anno scorso con Sergio Perez: ingaggiare un pilota con la valigia (sempre sponsorizzato dal colosso delle telecomunicazioni Telmex) e scoprire nel frattempo un talento da spendere. Peccato che Esteban Gutierrez, 21 anni (15 dimostrati), si sia rivelato la pallida ombra di Checo: rispetto al connazionale, gli manca quella propensione ai colpi di testa e quella aggressività che, ogni tanto, fa venir fuori delle belle prestazioni. Il giovane Esteban è ben consapevole di essere un novellino: “Il mio principale obiettivo è quello di completare l’intera corsa” , afferma prima del Gp di esordio in Australia. Pochino, se guidi una Sauber. Buona parte della stagione di Gutierrez è un disastro: pessimi i risultati in qualifica (spesso non passa la Q1); troppi i contatti al via; inconsistenti le prestazioni in gara. A maggio sembra addirittura rischiare il posto. Sul finire dell’anno, con il cambio di passo della C32, si rende conto di non avere più nulla da perdere e dimostra che, in fondo, qualche dote ce l’ha: si rende protagonista di frizzanti rimonte (Giappone, Stati Uniti, Brasile), condite di tanti sorpassi. Si porta a casa 6 punti, e un (probabile) sedile in Caterham per il prossimo anno. TROPPO ACERBO per la Formula1.

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