Ecclestone: “Nel 2016 ci sarà un GP in Azerbaijan”

Il patron del “Circus” Bernie Ecclestone ha rivelato che la Formula 1 potrebbe sbarcare nel 2016 nella capitale del paese asiatico.

bernie-ecclestoneUn altro paese asiatico potrebbe ospitare ben presto un Gran Premio di Formula Uno: Bernie Ecclestone ha dichiarato che le trattative per avere una gara in Azerbaijan sono già state avviate da tempo e il “Circus” potrebbe approdare nel paese asiatico a partire dal 2016. Secondo quanto riportato da The Daily Mail, tra i promotori del GP ci sarebbe l’ex team principal di Benetton e Renault Flavio Briatore, il quale ha molti interessi nella città azera.

L’obiettivo degli organizzatori asiatici è quello di realizzare un circuito cittadino nelle strade di Baku – capitale dell’Azerbaijan – e ospitare un GP a partire dalla prossima stagione. Secondo Ecclestone, una gara nel 2015 sarebbe però troppo presto, indicando il 2016 come anno del possibile debutto nel calendario di F1. “Andremo in Azerbaijan, stiamo parlando con gli organizzatori per disputare una gara lì il prossimo anno. Credo però che sia troppo tardi ormai, anche se dovessimo collocare il GP alla fine del campionato. Molto probabilmente si disputerà nel 2016” ha dichiarato Bernie al quotidiano britannico.

L’Azerbaijan è l’ultimo paese in ordine di tempo ad aver avviato dei contatti con la FOM per ospitare una gara sul proprio territorio. Uno dei problemi da risolvere per stilare i calendari delle prossime stagioni sarà il numero di GP: alle diciannove gare di quest’anno, andranno aggiunte le tre gare che hanno già un accordo con la FOM per il 2015, ovvero Messico, New Jersey e India. Oltre a un possibile ritorno a Long Beach, dal 2016 si dovrà probabilmente considerare anche la tappa in Azerbaijan. Con il limite imposto dalle scuderie di venti gare in una stagione che già vacilla da qualche anno, si fa sempre più concreta la possibilità di vedere qualche circuito storico fare posto a nuovi tracciati situati lontano dal bacino di utenza del “Circus” iridato, ma vicini agli interessi economici planetari.

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