Arturo Merzario a ruota libera sulla F1 di ieri e di oggi

Dalla Formula 1 di ieri a quella di oggi: curiosità e pareri di Arturo Merzario in questa intervista a BlogF1.it

MerzarioArturo Merzario da Civenna, classe 1943, è un’icona vivente di un automobilismo duro e maschio, dove il pilota aveva gli attributi quadrati e il pericolo di non tornare a casa dopo la gara era una costante.

Il “cowboy” ha concesso, in esclusiva per BlogF1.it, un’intervista a cuore aperto, affrontando senza peli sulla lingua le nostre numerose curiosità.

Parliamo dei nuovi regolamenti 2014. Che opinione si è fatto in merito all’aspetto estetico delle monoposto? Lei ha corso con vetture – sia F1 che prototipi – entrate nel cuore degli appassionati anche per la bellezza delle linee. Come ha reagito quando ha visto le nuove vetture con musi che non possono essere certo definiti gradevoli?

A.M. “I regolamenti sono talmente complicati e macchiavellici che ogni commento è superfluo. Comunque ogni regolamento ha la sua interpretazione,  giusto o sbagliata che sia. L’estetica delle vetture, come si conviene, se funzionante e vincente diventa bella”.

Il cambiamento di propulsori imposto dalla Federazione sta creando non pochi problemi ai vari motoristi, specie considerando l’esiguo numero di test concessi. Non crede che la Federazione avrebbe dovuto ragionare in modo lungimirante e concedere una maggior libertà di test, almeno all’inizio di una stagione così rivoluzionaria?

A.M. “Fermo restando che i regolamenti vengono ratificati dal massimo organo competente, dopo che a priori si sono accordati i costruttori stessi, le condizioni sono uguali per tutti. Quello che a mio avviso è sbagliato, è il fatto che ci siano troppe limitazioni regolamentari in una massima espressione che è la F1, dove invece, secondo me, al di là di tre regole fondamentali dovrebbe essere tutto lecito. E’ un pò come se si dovesse costringere la Nasa ad andare sulla luna con delle restrizioni!”

Se lei fosse al posto di Todt e potesse modificare a suo piacimento le regole della Formula 1 per renderla maggiormente attraente, prescindendo dalle pressioni esterne dei motoristi e degli sponsor, che modifiche apporterebbe?

A.M. “Bella domanda! Purtroppo la FIA ha perso la sua autonomia decisionale parecchi anni orsono, pertanto deve sottostare alla volonta dei grandi costruttori”.

Facciamo un passo indietro. Lo scorso anno, Fernando Alonso ha manifestato apertamente alla stampa il suo dissenso nei confronti della mancanza di competitività della Ferrari. Molti si sono chiesti come avrebbe reagito il Drake in un contesto simile. Lei che ha avuto il piacere e la fortuna di conoscerlo, come avrebbe reagito Enzo Ferrari davanti ad un contesto simile?

A.M. “Ai tempi del grande vecchio, il sig. Alonso non sarebbe mai approdato alla Ferrari. Comunque, vista la sua fortuna di esserci arrivato, come da consuetudine in quel di Maranello, avrebbe lavorato duramente anche lui, come tutti del resto, senza nemmeno permettersi ogni qualsivoglia critica positiva o negativa nei confronti della Ferrari”.

Argomento Vettel. Sul web si sono scontrate le fazioni di chi ritiene il tedesco un fenomeno e chi lo considera un buon pilota sulla vettura migliore del lotto. Lei che opinione si è fatto in merito?

A.M. “Non c’è ombra di dubbio che Vettel sia un fenomeno, lo dimostra il fatto che sin dal debutto nelle formule minori abbia sempre dimostrato di essere un numero 1. E’ per questo che gli hanno dato l’opportunità di gareggiare con squadre e vetture al top”.

Ripercorrendo la sua lunga carriera, ha corso praticamente con ogni genere di vetture. Ce n’è una che le ha trasmesso un gusto impagabile nella guida, a prescindere dalla competitività? E se potesse scegliere di guidare in pista una monoposto degli ultimi dieci anni, crede avrebbe ugualmente sensazioni di piacere puro o sarebbe una guida ‘troppo artificiale’?

A.M. “Ho avuto l’opportunità, nella mia lunga carriera, di condurre vetture di ogni tipo e marca. Ogni gara è fine a se stessa, per cui ogni prestazione va valutata singolarmente. Per quanto riguarda l’attualità delle vetture, non è piu indispensabile la capacità dell uomo di fare la differenza, ma l’alta sofisticazione raggiunta sia tecnologica che umana fa si che il tutto venga alterato”.

Lei ha vissuto gli anni d’oro del Motorsport, in cui – dagli anni ’70 fino ai primi ’90 – il supporto economico della Marlboro era fondamentale per i giovani piloti che approdavano in F1. Ma quando Marlboro diventò main sponsor Ferrari, l’azienda di tabacco ha chiuso i rubinetti per focalizzarsi solo sulla Rossa. Può confermare che è andata così? E cosa ne pensa dei programmi per i giovani piloti di oggi, come la Ferrari Driver Academy?

A.M. “Si, posso affermare come la Philip Morris, con il marchio Marlboro, sin dai primi anni 70 abbia dato un contributo tale al motorsport da consentirgli  di avere raggiunto l’attuale notorietà. Purtroppo, come in tutte le grandi multinazionali, nel loro percorso vengono scelte delle strategie differenti per  cui ne hanno beneficiato in esclusiva la Ferrari per le auto e la Ducati per le moto. Sfortunatamente non mi risulta che la Ferrari, fino ad ora, abbia attuato un’analoga politica sportiva come quella che – all’epoca – diede inizio il marchio petrolifero Elf o come quelle di case automobilistiche quali Renault, BMW, Alfa Romeo, dove fior di piloti hanno potuto emergere e quindi ottenere risultati ecclatanti vedi Prost, Senna, Laffitte, Stuck, Raikkonen e per ultimo Vettel.  Spero che Fuoco e Marciello abbiano fortuna nonostante il passaporto italiano ma in passato, quando fu necessario sostituire Schumacher infortunato, scelsero un pilota straniero”.

Potrebbe indicare uno o più piloti, sia italiani che stranieri, con cui ha avuto modo di confrontarsi in pista che non hanno ottenuto il successo che meritavano nonostante un talento indiscutibile?

A.M. “Si, certo! Uno a caso, Jean Pierre Jarrier”.

Ultima domanda, chi vede favorito per la conquista del mondiale 2014?

A.M. “Non è ancora partito il Mondiale, per cui tutti e nessuno. Sarebbe un’opinione azzardata, in quanto le nuove regole hanno costretto tutti a ripartire da un foglio bianco, e pertanto potremo avere delle indicazioni soltanto dopo un terzo di campionato”.

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