F1 Story | C’era una volta l’urlo della Formula Uno

Nostalgici del vero rombo della Formula 1? Questo viaggio nel tempo è dedicato a voi.

Turbo BMWAlzi la mano chi, alzandosi nel pieno della notte per assistere al primo weekend della nuova era turbo, non sia rimasto interdetto nell’ascoltare il nuovo sound dei propulsori.

Il rumore del pattinamento delle gomme all’uscita dai box era, sino alla fine dello scorso anno, qualcosa di sconosciuto al pubblico da casa, abituato a sentire il sound dei vecchi V8 sovrastare tutto. E’ stato un pò come andare a cena con Scarlett Johansson, trovarsi di fronte una creatura stupenda frutto di un dono di Madre Natura all’umanità, ammirare le sue labbra sinuose e ad un tratto udire la voce baritonale di Barry White. L’immagine è celestiale, ma il suono della voce ti lascia perplesso.

La responsabilità di un suono così cupo e poco coinvolgente può certamente essere additata al mono scarico posizionato in alto, al centro della vettura e non coperto dalla carrozzeria. Senza alcuna cassa di risonanza, così come avveniva negli anni 80 con gli scarichi posizionati nell’estrattore, il suono già smorzato delle power unit turbo risulta ancora più indigesto a chi è cresciuto a pane e Formula 1.

Proprio a coloro che rimpiangono la F1 old style, fatta di potenza, controsterzi e suono brutale, vogliamo dedicare il nostro viaggio nel tempo alla riscoperta di quei motori che hanno contribuito ad alimentare il fascino del motorsport.

Il primo omaggio lo rendiamo ad una “signora” francese classe 1968, la Matra MS11 dotata dell’omonimo propulsore V12, frazionamento assai caro ad Enzo Ferrari. Udire quel tripudio di acuti fuoriuscire dai sei scarichi lunghi come baionette regala emozioni e gioie indescrivibili (Video), così come medesime emozioni regala il V12 francese, posizionato 10 anni dopo sulla Ligier di Jacques Lafitte esprimere tutto il suo assordante canto sullo storico circuito di Monza.

Sempre in tema di V12, come non lasciarsi deliziare dal propulsore Ferrari, sintesi di potenza e prestazioni, che lasciò esclamare ad Herbert Von Karajan “Nessun maestro d’orchestra al mondo riuscirebbe a riprodurre la melodia dei 12 cilindri”.

Difficile scegliere quale dei tanti propulsori made in Maranello meritasse la nostra attenzione, ma il cuore vintage ci riporta al 1989 con Gerard Berger che, al volante della 640 F1, schiaccia il pedale dell’acceleratore a tavoletta e fa urlare quell’orchestra alle sue spalle (Video).

Merita una standing ovation anche l’ultimo V12 Ferrari adottato in Formula 1 nella stagione 1995, posto sulla 412 T2. Prima che Maranello rinnegasse tale glorioso frazionamento per convertirsi alla moda dei più competitivi V10, un certo Michael Schumacher ebbe modo di provare le emozioni regalate da questo propulsore nel corso del primo test in rosso avvenuto sul circuito di Estoril. Rimasta nella storia è la frase rilasciata alla stampa alla fine di quella giornata “Magari l’avessi avuto io in qualifica un motore così!

Se fino ad ora abbiamo osannato i V12 aspirati, non possiamo esimerci dal rendere omaggio anche ai turbo che hanno resto epica la Formula 1 negli anni 80. Q ui, menzione d’onore merita la Renault. La casa francese decise di puntare tutto sul turbo prima della concorrenza grazie ad una visione lungimirante. La scelta non fu, almeno inizialmente, indolore e non mancarono gli sfottò degli avversari, ma le soddisfazioni arrivarono.

Non intendiamo rivedere il filmato di quella prima epica vittoria a Digione 1979, perchè oscurata dalla battaglia Villeneuve – Arnoux simbolo di una Formula 1 ricordata con nostalgia, ma vogliamo concentrarci sulla stagione 1986, epoca matura per i propulori turbo compressi. La vettura prescelta è la incantevole Lotus 98T con alla guida Johnny Dumfries impegnato a controllare cavalli imbizzarriti e turbo lag mostruoso. Sentire il sound di quel propulsore e confrontarlo con gli odierni “tagliaerba” fa solo inorridire, e non potrebbe essere altrimenti.

Altra casa storica dell’epoca turbo, che il prossimo anno tornerà a dire la sua nel circus, è la Honda. I giapponesi sono stati maestri nel costruire propulsori brutali, ed il nostro videoricordo ricade su Satoru Nakajma impegnato a domare la Lotus 99T. L’accelerazione violenta, il calcio nella schiena dovuto all’entrata in funzione della turbina, il panorama attorno alla vettura che si defila sempre più velocemente ed il sound cupo e arrabbiato del propulsore fanno venire la pelle d’oca anche tramite un semplice onboard camera.

Rendiamo un altro “arigato” ai giapponesi che, in epoca recente, hanno estasiato le orecchie dei fan di mezzo mondo con il V10 aspirato. Il salto nel tempo ci riporta al 2004, sul circuito di Imola dove Jenson Button su Bar 006 conquistò una strepitosa pole position grazie alla combinazione di tecnica, precisione e urlo di 700 indomiti cavalli.

Concludiamo il nostro percorso a spasso nel tempo con uno dei video più visti e discussi dell’ultimo anno. Singapore 2013, il marziano Sebastian Vettel su Red Bull RB9 conquista, tanto per cambiare, la pole position. I dubbi circa un ipotetico controllo di trazione adottato sulla creatura di Newey creano il malumore tra i fan e gli addetti al settore, ma alla fine sarà un utilizzo intelligente del taglio dei cilindri e dell’effetto Coanda a rendere la monoposto del campione del mondo irraggiungibile per tutti. Anche in questo caso il sound del V8 Renault regala un piacere fisico, nonostante una tonalità più cupa rispetto ai propulsori degli anni e delle epoche passate.

Dopo aver udito tali sinfonie è difficile riuscire a comprendere il ronzio dei nuovi V6 turbo ibridi e, soprattutto, ad accostare quel rumore ad un’auto di Formula 1. Le critiche sono piovute addosso da ogni parte, tanto che qualcuno sta già pensando di trovare una soluzione al più presto. Speriamo solo che, nel rimpiangere i tempi migliori, dall’alto non si decida di adottare un sistema di amplificazione artificiale che deprimerebbe ancora di più l’umore dei nostalgici.

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