Pagelle del Gp di Monaco: Rosberg si riprende Montecarlo…

…e la testa della classifica, per la gioia del Principe Alberto. A non gioire per nulla è Lewis Hamilton, che non perdona a Rosberg le bandiere gialle di sabato e mette il sigillo definitivo sulla fine di un’amicizia ultra-decennale. E mentre a Stoccarda cominciano a sudare freddo per gestire la faida interna, sorride ancora Daniel Ricciardo, che sul finale di gara fa vedere che ritmi ha nelle corde la sua Red Bull. Sorride anche di più Jules Bianchi che, per la prima volta, porta a punti la piccola Marussia.

Podio Monaco

Nico Rosberg, voto 10 meno – “Change the momentum”. Invertire lo slancio. Da tre settimane il biondo di casa Mercedes non diceva altro. E alla fine ce l’ha fatta. Perché a Montecarlo, la sua gara di casa, Nico Rosberg – finalmente – non sbaglia nulla e bissa il successo dello scorso anno. Non replica ai missili terra-aria di Lewis Hamilton disseminati nelle numerose conferenze stampa pre-Gp. Fa spallucce a quelli che (tanti, in effetti) pensano che il lungo alla Mirabeau di sabato sia stato un replica più chic dello svarione di Schumacher alla Rascasse nel 2006. Con la pole in tasca, scatta bene e scappa dal primo al settantottesimo giro. Un bruscolino nell’occhio di Hamilton gli rende la vita un po’ più facile. Ora in cima alla classifica c’è di nuovo lui, di appena 4 punti. E c’è da giurarci che, dietro quel bel sorriso da Principe Azzurro che tanto piace alle ragazze (compresa chi scrive), starà continuando ad affilare i coltelli… ARISTOCRATICO

Lewis Hamilton, voto 7 – Arriva al weekend monegasco in grandissimo lustro, riparte verso il Canada con l’umore e l’onore sotto i piedi: le dichiarazioni di allegra belligeranza e l’aria di trionfo sfoderate fino al giovedì monegasco si schiantano contro le bandiere gialle della Q3 causate dal lungo di Rosberg. Lewis mette su un cipiglio inequivocabile e domenica non perdona nessuno. Non perdona i box, a cui rimprovera scarso tempismo nel cambio gomme (“la prossima volta porteremo una sfera di cristallo”, gli risponde a distanza Toto Wolff). Non perdona il bruscolino che manda alle ortiche le sue brame di sorpasso e lo costringe a guardarsi le spalle da Daniel Ricciardo. Ma, soprattutto, non perdona il suo compagno di squadra. Sul podio non salva nemmeno le apparenze: altro che festeggiamenti e pacche sulle spalle, a Nico Rosberg non concede nemmeno una stretta di mano. Un gesto poco bello e poco sportivo che, insieme a quegli enormi occhiali da sole a specchio tenuti su come una corazza, la dicono lunga di come la PANTERA FERITA covi rivalsa.

Daniel Ricciardo, voto 8 – Nelle qualifiche mette di nuovo a posto Sebastian Vettel (profetiche risuonano le parole di un’intervista rilasciata a fine 2013: “Speriamo che Sebastian mangi tanto tacchino a Natale…”). Peccato che la partenza resti la sua bestia nera: ancora una volta si pianta allo start e nulla può fare se non accodarsi dietro Kimi Raikkonen e il compagno di squadra. La sfiga altrui, però, lo premia. Lui ringrazia e comincia a sognare in grande: una volta sicuro che il carburante basterà fino alla bandiera a scacchi, fa suonare la carica alla sua RB10 e parte all’inseguimento di Lewis Hamilton. Ma avere una Mercedes a tiro è un conto, superarla (a Montecarlo, per di più) è un’altra storia. Per l’Aussie arriva un altro podio, che consacra la Red Bull come unica, plausibile (e lontanissima) sfidante dell’imprendibile Mercedes. SOLIDO

Fernando Alonso, voto 6,5 – Nel giorno in cui il ritmo è una magnifica chimera (forse a causa di un ingaggio del turbo un po’ ritardato), all’asturiano non resta che tentare di portare a casa punti importanti con una gara sotto traccia e senza guai, che però gli regala un sudatissimo quarto posto. In attesa, tra quindici giorni, dell’ormai mitologica e fantasmagorica F14T-Al-Quadrato. LOW PROFILE

Nico Hulkenberg, voto 7,5 – Il tedescone della Force India è autore del sorpasso più bello del fine settimana: all’entrata del tunnel, in un punto praticamente impossibile, riesce a beffare Kevin Magnussen in lotta con le Toro Rosso. Non solo: in un weekend in cui la gestione delle gomme è particolarmente critica, e quella della vettura lo è ancora di più, si porta a casa 10 punti che valgono oro nella corsa iridata della Force India, che in classifica stacca McLaren e Williams. CORIACEO, as usual

Jenson Button voto 6,5 – Si riscatta da una qualifica tutt’altro che esaltante, tirando fuori una cattiveria assai poco british, ma molto efficace. Jenson scatta dodicesimo e parte subito all’attacco. Silura (in tutti i sensi) Sergio Perez e si attesta con sicurezza nella parte bassa della zona punti. Risale via via la classifica dopo la scomparsa delle Toro Rosso e, proprio nelle fasi finali di gara, approfitta della buonafede del giovane compagno di squadra, impegnato a dar strada alle Mercedes, per soffiargli il sesto posto. AGONISTA

Felipe Massa voto 6 – Mette una pezza al pasticcio combinatogli in qualifica da Marcus Ericsson (“la parola giusta per me è sfiga”, aveva commentato con molto spirito parlando della sua sedicesima piazza obbligata) con una buona partenza, a cui segue una gara senza colpi di testa, dove l’unica difficoltà apparente è gestire un primo stint molto lungo. I ritiri avversari (compreso quello del compagno di squadra) e il crash finale tra Raikkonen e Magnussen mettono a posto i conti con la sfortuna. PAZIENTE

Romain Grosjean voto 6,5 –  Il francesino dimostra di aver messo giudizio e fa pace con Montecarlo. Nell’anno nero della Lotus, Grosjean continua a portarsi il team sulle spalle: dribbla allo start i guai personificati da Adrian Sutil (un incontro ravvicinato manda entrambi ai box per rimediare a una foratura) e poi si rimbocca le maniche. La lenta risalita sui carrozzoni di fondo classifica e la capacità di arrivare al traguardo indenne, unita all’ingenuità del box Marussia, gli consegnano su un piatto d’argento l’ottavo posto. CRESCIUTO

Jules Bianchi voto 9 –  Nel suo piccolo, è l’eroe della giornata. La sostituzione del cambio lo relega all’ultima piazza in griglia: il copione a cui è abituato, quello di una gara senza lustro con la piccola Marussia, sembra doversi ripetere inesorabile. Ma qui siamo a Montecarlo e può succedere di tutto. E infatti succede di tutto. Sbarazzatosi gagliardamente delle Caterham, tra avversari che giocano all’autoscontro e safety car varie ed eventuali, il pupillo del Ferrari Driver Academy si ritrova in zona punti. Il box gli fa scontare uno stop&go di 5 secondi nel modo sbagliato: taglia il traguardo ottavo e il balzello che gli viene comminato regala la piazza a Grosjean. Peccato. Ma sono comunque i primi punti per lui e per la scuderia anglo-russa. GIOIA incontenibile

Kevin Magnussen 6  – Vittima suo malgrado degli eventi e dell’inesperienza. Il danesino della McLaren, lasciato in Q2 Jenson Button, scatta da un’onorevolissima ottava posizione, e porta avanti una gara di grande dignità, prima combattendo con le Toro Rosso, poi cercando di andare a riprendere Nico Hulkenberg. Ma il destino gli presenta il conto. Il compagno di squadra lo gabba con l’esperienza, durante il doppiaggio Mercedes. Kimi Raikkonen gli ricambia il favore dello start in Malesia, artigliandolo alla Loews con un’entrata assassina. Riesce comunque a prendersi un punticino che dà morale. BEATA INNOCENZA

Kimi Raikkonen 8, per l’impegno – Dice del tredicesimo posto: “il risultato fa schifo” e ha ragione. Ma nel mezzo, quante emozioni. Scatta alla grandissima dalla terza fila (Giornalista: “Kimi, cosa pensi di questa sesta posizione?” Raikkonen: “Mi sento sulla luna!”) e va artigliare un podio virtuale dopo il ritiro di Sebastian Vettel. Con le supersoft la sua F14T ha un ritmo incalzante e sembra poter andare tutto liscio. Sembra, appunto. Perché dopo il cambio gomme, in regime di safety car, Max Chilton (doppiato) si ricorda di non essere un ectoplasma e lo investe (per altro rimanendo indenne): Kimi è costretto a fermarsi nuovamente ai box per cambiar gomme. Rientra fuori dalla zona punti e ricomincia la risalita. E’ ottavo quando tenta un sorpasso impossibile al tornantino su Kevin Magnussen (“Di due punti non me ne facevo niente”, dirà poi). La Loews non perdona. Con l’ennesimo treno di gomme fresche, conquista l’effimera soddisfazione di portarsi a casa il giro veloce. Primo passeggero del treno in partenza per Lourdes, conferma l’animo FELINO

Max Chilton 3 – L’inglesino è terrorizzato dall’idea di interrompere la sua incredibile scia di gare senza ritiri: si fa da parte dinnanzi a qualsiasi cosa minacci di sorpassarlo, salvo poi riuscire nell’impresa di investire Kimi Raikkonen da doppiato e in regime di safety car. 25 gare a bandiera scacchi, ma A CHE PRO?

Esteban Gutierrez 5 – Nel giorno in cui può finalmente riscattare un inizio di campionato disastroso per la Sauber, sotto tutti i punti di vista, il giovane messicano butta alle ortiche un nono posto con un’ingenuità che lo fa finire contro le barriere. PECCATO, davvero

Jean Eric Vergne 7 – Si divide la palma di Sfigato d’Oro con Sebastian Vettel. In una pista che gli piace tanto, il francesino di casa Toro Rosso ha tutte le potenzialità per portare a casa un risultato brillante: settimo tempo in qualifica, partenza finalmente non catastrofica, Vergne può andare a conquistare un tesoretto di punti. Il box gli rifila un “unsafe release”, che quasi gli fa fare strike su Magnussen. Ma c’è appena il tempo di recepire il drive through, che un problema allo scarico lo costringe all’ennesimo ritiro per cause tecniche. Secondo passeggero del treno in partenza per Lourdes. IN CERCA DELLA VIA D’USCITA

Daniil Kvyat 7 – “Non solo non ho mai guidato a Monaco… non ci sono mai stato!”. Nonostante tutto il russo della meraviglie trova un nono tempo in qualifica e un inizio di gara promettente, che lo fa risalire fino all’ottavo posto. Problema alla scarico, anche per lui, e tutto sfuma come una bolla di sapone. CI SI RIVEDE

Sebastian Vettel s.v. – Con un buono spunto si va a prendere il podio virtuale del Gp di Montecarlo. L’esaltazione dura pochissimo. Alla ripartenza dalla prima safety car il campione del mondo in carica viene sfilato da tutte le vetture. “Non ho potenza”, è il laconico commento via team radio. E’ di nuovo la Power Unit. Altro che gatto nero di Webber. Questa è una BAMBOLINA VOODOO a forma di RB10. Terzo passeggero del treno in partenza per Lourdes.

Pastor Maldonado s.v. –  non riesce neanche a partire per il giro di ricognizione. Neanche a dirlo, è la Power Unit Renault a giocargli l’ennesimo tiro. Giusto nel weekend in cui non aveva litigato con le barriere…. Quarto passeggero del treno in partenza per Lourdes.. e abbiamo riempito la cuccetta. SENZA SPERANZA

Charlie Whiting 4 – Perché resettare le procedure di partenza se i piloti si confondono con la disposizione in griglia, quando si può benissimo appioppare loro qualche fantasiosa penalità e condizionare i risultati di gara?

Gp di Monaco 6,5 –  “Ne rimarrà soltanto uno…” Siamo lontani dalle gare estreme sul bagnato in cui le vetture che giungevano alla bandiera a scacchi si contavano sulle dita di una mano. Tuttavia le stradine del Principato hanno messo a dura prova le nuove Power Unit e la capacità di guida dei piloti, regalando diversi colpi di scena e capovolgimenti, che hanno rimescolato un po’ i valori di fondo messi in campo dalle scuderie di centro e bassa classifica. NON MALE

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