Ferrari a due facce ad Austin: 6° Alonso, 13° Raikkonen

Gran Premio degli Stati Uniti dalle sensazioni contrastanti per la Ferrari: relativamente soddisfatto Fernando Alonso, che conferma al traguardo la sesta posizione delle qualifiche; deluso e molto frustrato Kimi Raikkonen, che dopo la prima sosta perde il ritmo e chiude nelle retrovie.

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In un finale di stagione sempre più sottotono, la Ferrari continua a tamponare i danni. Fernando Alonso giunge sesto al traguardo del Gp degli Usa, rimediando, per sua definizione, la “migliore prestazione possibile”. Nella gara dell’asturiano non sono mancate emozioni e sorpassi. Discorso diverso per Kimi Raikkonen, perseguitato dai problemi all’avantreno della F14T e dal conseguente degrado delle gomme: il finlandese sprofonda nella parte bassa della classifica dopo la prima sosta e arriva a traguardo tredicesimo, doppiato, e con una sosta in più rispetto a Fernando Alonso.

Alla partenza Fernando Alonso scatta molto bene dalla sesta posizione: riesce infatti a sorprendere Daniel Ricciardo e ad insidiare all’esterno la Williams di Valtteri Bottas. Tuttavia il ritmo della Red Bull è nettamente superiore: Ricciardo si riprende la quinta posizione alla ripartenza della gara, dopo il rientro della safety car, con una manovra molto bella. L’australiano prende subito il largo, andando un secondo al giro più veloce di Alonso, e rendendo chiaro il fatto che le possibilità di spuntarla sono minime.

La prima sosta di Fernando Alonso arriva al giro 17: dopo il primo stint su gomme soft, l’asturiano monta le gomme medie, che dimostrano di reggere il degrado in maniera agevole. La parte centrale di gara di Alonso è molto lunga (ben 27 giri) e caratterizzata da due duelli interessanti: il primo, con Jenson Button, tra il giro 21 e il giro 24; il secondo con Kevin Magnussen, al giro 27. Alonso sopravanza entrambe le McLaren e si riprende la sesta posizione.

Torna al box al giro 44 per montare gomme soft: l’obiettivo sarebbe di mantenere la sesta posizione, restando davanti a Sebastian Vettel dopo la sosta. In uscita dalla pitlane, il tedesco lo sopravanza per un soffio, ma è in crisi con le gomme: Alonso gli strappa la posizione dopo poco. L’asturiano giunge al traguardo sesto, con il mostruoso gap di 95 secondi rispetto ad Hamilton e Vettel alle spalle in piena rimonta.

Penso che sia stata la migliore prestazione possibile”, commenta a fine gara. “Abbiamo fatto il primo stop nel momento buono; per il secondo abbiamo allungato lo stint per montare gomme Soft ed essere un po’ più veloci alla fine, perché non c’era pericolo di perdere posizioni. Tuttavia ho avuto delle vibrazioni pazzesche sulle gomme negli ultimi due giri, non riuscivo nemmeno a vedere il tracciato. Ho cercato di controllare il ritmo, chiedevo il distacco rispetto a chi mi stava dietro, ma poi Vettel ha passato Magnussen e non c’è stato più il tempo di preoccuparmi. Ma alla fine tutto è andato abbastanza bene”.

Sul difficile momento della Ferrari e sulle sensazioni nel chiudere il suo ciclo in rosso con questi magri risultati, l’asturiano afferma: “Il campionato è stato duro in generale. Nelle ultime gare sembra che abbiamo perso un po’ di competitività. Ma alla fine dell’anno ci sono decine di milioni di dollari in palio per i piazzamenti del campionato costruttori. Quindi, che la macchina vada forte o meno, bisogna fare punti sempre per aiutare la Ferrari. Ed è quello che sto facendo”.

Gara difficilissima per Kimi Raikkonen, ancora vittima di un sottosterzo micidiale che ha contribuito ad accelerare il degrado delle sue gomme anteriori, rendendo impossibile la strategia su due soste. Il finlandese scatta dall’ottava piazza e quasi sorprende anche lui Daniel Ricciardo. Alla fine del primo giro, però, viene colpito nella parte posteriore della vettura da Sergio Perez, autore poi dell’incidente con Sutil che porta in pista la safety car. La sua F14T non presenta danni evidenti, ma è probabile che le conseguenze della botta siano una delle ragioni del crollo del suo ritmo. Alla ripartenza della gara, subito dopo il rientro della vettura di sicurezza, Kimi Raikkonen è settimo dietro Fernando Alonso, anche se perde pian piano terreno rispetto al pilota spagnolo.

La sua prima sosta arriva al giro 18: montate le gomme medie, la sua andatura precipita. Raikkonen viene sopravanzato in successione da Grosjean, da Vergne e da Maldonado, e si ritrova addirittura fuori dalla zona punti. Con il valzer dei pit stop altrui risale nuovamente in settima posizione, ma la seconda sosta (al giro 43) lo fa ripiombare indietro, in 13esima posizione. Con le gomme soft il finlandese dovrebbe facilmente recuperare terreno e sopravanzare gli avversari, ma tutto ciò non avviene: passato anche da Kvyat e con un ritmo sull’1’45’’ (Alonso negli stessi giri fa segnare il suo miglior parziale di 1’41’’474), è costretto a rientrare nuovamente ai box a cambiar gomme dopo poco più di dieci giri. Termina la gara doppiato, davanti solo a Gutierrez e Kvyat.

E’ stato di nuovo un weekend difficilissimo”, afferma il finlandese a fine gara. “Come in Giappone, ho lottato per tutto il fine settimana con il sottosterzo e, nonostante le abbiamo tentate tutte, non siamo riusciti a liberarcene. A questo punto, ti aspetti di distruggere le gomme anteriori in gara. Ovviamente detesto questa situazione e il modo in cui stanno andando le cose”.

Raikkonen aggiunge che il suo maggiore motivo di frustrazione è il non riuscire a comprendere la causa dei suoi problemi: “Cercare di guidare lentamente in alcuni punti del tracciato non è servito a preservare le gomme anteriori, dunque davvero non capisco. Finire così è molto deludente. Non essere in grado di risolvere certe problematiche è frustrante. Spero che qualcosa venga fuori e che si trovino le cause dei problemi. Apprezzo l’aiuto e ovviamente cerchiamo di aiutarci a vicenda per risolvere questa situazione, ma se capissimo cosa non va, sarebbe molto più facile risolvere il problema”.

A chi gli chiede se il suo compagno Fernando Alonso sia così sensibile alle problematiche generate dall’anteriore della F14T, Raikkonen risponde: “In certi punti, sì, è lo stesso problema, ma credo che lui non sia molto disturbato dallo scivolamento dell’anteriore. Quindi l’effetto non è poi così forte. Si tratta evidentemente di qualcosa di diverso”.

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