Gp del Brasile, Rosberg si tiene attaccato al mondiale..

…facendo un clamoso en plein a Interlagos. Maledice se stesso Lewis Hamilton, per un giro di troppo e uno scivolone alla Descida do Lago. Il mondiale rimane aperto fino ad Abu Dhabi, ma tutta la festa della torcida è per Felipe Massa, che agguanta il podio nonostante le solite imprese fantozziane in pit lane.

Partenza Gran Premio del Brasile 2014

NICO ROSBERG 10 – E quando pensi che la messa sia finita e sia tempo di andare in pace, il Ken della Formula 1 dà quel colpo di reni che lo salva in corner. Nulla da eccepire sul Gp del Brasile del tedesco: dominio nelle prove libere 1, 2 e 3; conquista senza fronzoli di una qualifica che gli vale il Pole Trophy; scatto felino e resistenza stoica in gara. Dopo il record bissato ieri di 11 doppiette stagionali, Nico spera proprio che la Mercedes si fermi qui: in vista della resa dei conti ad Abu Dhabi, fa campagna acquisti con Felipe Massa (“Devo motivare Felipe e fargli trascorrere un po’ di tempo in relax per garantirgli un weekend pazzesco ad Abu Dhabi, così lui arriva secondo e io vinco la gara!”). GAME, SET, ….e chi vivrà vedrà

LEWIS HAMILTON 8 – Diciamocelo onestamente: non fosse stato per quel bloccaggio alla Descida do Lago e per la conseguente passeggiata sulle colline di San Paolo (provvidenziale via di fuga…), il pilota inglese la testa della gara se la sarebbe presa a mani basse. Superiore nel ritmo complessivo di gara, Hamilton è stato tradito da un giro di troppo (frecciatina che non ha mancato di inviare al muretto…) e dalla foga di uscire davanti a Rosberg dopo la sosta. Ma la vittoria, a Rosberg, l’ha fatta sudare fino agli ultimissimi giri. RAMMARICO

FELIPE MASSA 8,5 – Sul podio di Interlagos ce n’è solo per il brasiliano di San Paolo. Con una Williams in stato di grazia che però si perde nei dettagli (ed è lì che sta il diavolo…), Felipe Massa, a Interlagos, è il primo degli essere umani. Non è protagonista di una gara perfetta: due errori al box potrebbero costargli carissimi. Invece la torcida lo spinge a crederci e ad andare a prendersi il secondo bagno di folla stagionale, dopo quello di Monza. Non sarà impeccabile, ma Massa piace perché incarna l’uomo qualunque in un Circus di super-uomini, super-sponsorizzati e baby-fenomeni: emotivo, ma profondamente umano; fantozziano, ma onestamente determinato, Felipe è uno di noi. “Olè Olè Olè Olè.. Massa! Massa!”

JENSON BUTTON 7,5 – “Penso di stare facendo un buon lavoro in questo momento. Non ho proprio niente da dimostrare”. E come dare torto al pilota inglese della McLaren che, con il garbo che lo contraddistingue sempre, va a prendersi l’ennesimo ottimo piazzamento stagionale con una McLaren MP4-29 che sta chiudendo in crescendo, ma che non è comunque un pezzo di paradiso. Chiave della sua buona prestazione è una sana gestione delle gomme, accompagnata a sorpassi importanti, quando servono (vedi: Kimi Raikkonen). Se dovesse davvero lasciare il Circus… CI MANCHERAI, JENSON

SEBASTIAN VETTEL 7 – Niente sfraceli, per il tedesco, ad Interlagos. A premiarlo sono la strategia giusta e un pizzico di furbizia. Parte in affanno (al primo giro si fa beffare da Magnussen e Alonso alla Descida do Lago) e il suo ritmo non è esaltante. La scelta di anticipare la seconda sosta, però, gli garantisce un undercut clamoroso nei confronti di Alonso e Magnussen. Il sorpasso furbissimo a Raikkonen, al traino di Jenson Button, mette al sicuro il quinto posto. SAGACE

FERNANDO ALONSO 7 – Con una stagione che ha davvero poco da dirgli, l’asturiano continua in maniera stentorea a fare l’uomo squadra. Ci si potrà vedere un po’ di malizia nei suoi “voglio solo il bene della Ferrari”, considerando come sta andando a finire la sua epopea in Rosso, ma Alonso è inattaccabile sul piano dei risultati: stavolta alla causa del campionato costruttori porta un sesto posto che, viste le premessa delle qualifiche, è senz’altro positivo. Come sempre impeccabile in partenza, picco della sua gara è il sorpasso nel misto a Kevin Magnussen. Ma di più, non può fare: la sua F14T continua a manifestare consumi da allarme rosso… TITOLI DI CODA

KIMI RAIKKONEN 8,5 – Quando sabato, dopo l’ennesima qualifica sottotono (10° posizione) aveva detto: “è stato piacevole guidare la macchina tutto il weekend”, era partito un coro di pernacchie. Uomini e donne di poca fede. A Interlagos il finlandese ripesca dall’armadio i guanti di velluto dell’era Lotus e instaura con le White Medium un dialogo serrato, ma costruttivo: il secondo treno di gomme medie riesce a gestirlo per un’eternità lunga 35 giri. Nel mezzo c’è una difesa da applausi nei confronti di Jenson Button e una coriacea opposizione a Fernando Alonso. Gli pneumatici freschi vincono la partita. Ma per un fugace istante Raikkonen è tornato a essere Raikkonen. Peccato che il box ci metta del bello e del buono per rovinargli la strategia su due soste… MEGLIO TARDI CHE MAI

NICO HULKENBERG 7,5 – Dopo un periodo di buio, il tedesco della Force India si ritrova grazie a una strategia differente: in una Interlagos rovente, partire sulle gomme medie si rivela la scelta migliore. Con 3 stint lunghi su gomme medie e lo scatto finale con la mescola più morbida, Nico (partito dodicesimo) giunge a un passo dalla settima piazza occupata da Kimi Raikkonen, dopo avere fugacemente tenuto la testa della gara nel gioco delle soste. BENTROVATO

KEVIN MAGNUSSEN 6 – Inizia con il piglio giusto, ma poi si perde per strada perché le gomme non reggono il degrado. Nella fase centrale della corsa è pregevole (anche se senza successo) la sua difesa nei confronti di Fernando Alonso, ma nel finale deve cedere all’arrembaggio di Nico Hulkenberg. RIFIATA

VALTTERI BOTTAS 5 – Gara da dimenticare per il finlandese, che chiude la zona punti dopo essere partito dalla seconda fila. Ad affliggerlo prima è un problema incredibile alle cinture di sicurezza; poi ci si mette la visiera del casco. Risultato: due soste lunghissime ai box e una caduta libera in classifica. STREGATO

DANIIL KVYAT 6,5 – I punti sono offlimits, ma il russo della Toro Rosso capitalizza al meglio la strategia (vedi sopra Nico Hulkenberg) e recupera l’handicap della penalità da scontare in griglia arrivando a un tiro di schioppo da primi dieci, con qualche sorpasso interessante nel mezzo.

ROMAIN GROSJEAN 6 – Viaggia al margine della zona punti grazie alla scelta di montare gomme medie ad inizio della gara, ma la decisione del box di passare dalle due alle tre soste vanifica in parte l’assalto. Si difende, tuttavia, con grande onore. Non sapremo mai se i punti fossero fattibili: il motore Renault lo molla sul più bello.

DANIEL RICCIARDO s.v. – La maledizione di Mark Webber, stavolta, si abbatte senza pietà su uno dei piloti più costanti del gruppo. Il ritiro chiude un weekend che, per l’australiano, non stava comunque prendendo una piega esaltante.

NELSON PIQUET 110 e LODE ACCADEMICA – Il tempo passa, ma Nelson Piquet non smentisce la sua nomina di castigatore. Epico sul podio con Lewis Hamilton: “Sono stato geloso di te, non solo per la tua guida, ma anche per la tua fidanzata. Dov’è Nicole [Scherzinger, ndr]? Dille ciao da parte mia”. La Scherzy, purtroppo, è a casa, così l’ottimo Nelson è costretto a ripiegare su qualcun altro…

BERNIE ECCLESTONE E LA GESTIONE DELLA CRISI DEI PICCOLI TEAM 2 – “Formula1 in crisi? Parole senza senso. Abbiamo un paio di team in crisi”. “’Siamo costruttori’, mi dicono. Io gli ho risposto che non possono permettersi di essere costruttori”. Dopo i messaggi di pace e amore lanciati ad Austin, in Brasile zio Bernie volta clamorosamente le spalle a Lotus, Force India e Sauber, spiegando a chiare lettere che la CVC non uscirà una lira in più rispetto al premio attuale previsto per i team. Non solo: bocciata (forse) l’opzione terza vettura, l’inossidabile Bernie si ributta sull’idea delle auto clienti.. come quando non si sa. “Vi dico io qual è la via”, continua l’uomo a cui la Formula 1 rende circa 1 miliardo di dollari l’anno. “Non spendete così tanto”. E se prima eravamo in 18 a ballare l’alligalli….

GP del BRASILE 7  – Non si è vista una sola goccia di pioggia, ma i saliscendi di Interlagos non hanno mancato le aspettative. Le temperature altissime del tracciato hanno accentuato il degrado degli pneumatici, costringendo le squadre a ripensare le strategie. Anche se non ci sono stati grandi colpi di scena, la gara, rimescolata dal valzer dei pit stop, è stata divertente. E poi, vuoi mettere la SAMBA sul podio? (Una volta di più: perché finire la stagione ad Abu Dhabi?)

Lascia un commento