Schumacher, un anno dopo. Ora più che mai, Forza Michael!

Ad un anno dall’incidente di Meribel, Schumacher è ora nella sua villa in Svizzera dove continua il suo lunghissimo cammino verso il recupero.

Michael Schumacher

“Non importa dove viviate; non importa da dove il vostro sostegno proviene. Sappiate sempre che vi siamo grati per tutto. Questo è certamente il giorno preggiore dell’anno, ma sarebbe 100 volte peggio senza il vostro sostegno. Grazie”. Queste le parole affidate a Facebook da parte di Gina Maria Schumacher, secondogenita di Michael, per ringraziare tutti coloro che – in qualche modo – trovano il modo di farsi sentire.

Sembra ieri, ma è già passato un lungo anno dall’incidente sulle nevi di Meribel che ha costretto Schumacher ad affrontare la sfida più difficile della sua vita. Quel fuoripista gli è costato caro, troppo. La notizia dell’incidente che circolava nelle prime ore era stata da molti sottovalutata, fin quando il comunicato di Sabine Kehm ci ha tutti riportati all’infausta realtà: lesioni al cervello e una grande incognita per il recupero.

Oggi Michael prosegue il suo duro cammino presso la sua tenuta “Le Rèserve di Gland”, trasformata quasi in una sorta di clinica dove Michael prosegue la sua riabilitazione insieme all’équipe di specialisti guidati dal professor Frackowiak. Le ultime parole della portavoce di Michael sono positive, seppur vadano collocate alla gravità della situazione: “Il cammino di ripresa è ancora molto lungo, Michael sta combattendo una battaglia lunghissima e i progressi sono in linea con la gravità della situazione, ma per quanto minimi ci sono”.

Sono in pochi a poter andare a visitare Schumacher. Tra questi troviamo due grandi amici che il tedesco ha portato con sè anche oltre la Formula Uno: Jean Todt e Luca Badoer, l’unico pilota a cui Corinna – la moglie di Michael – apre le porte della villa un paio di volte al mese. Il pilota italiano, infatti, ha una lunga amicizia nata in pista, ai tempi della Ferrari, ma che si è estesa poi anche alle rispettive famiglie. “Per me è come un fratello”, ha più volte detto Badoer, senza però lasciar trapelare nulla dalle sue visite a Michael. L’unico a sbilanciarsi un po’ è Jean-Francois Payen, specialista di fiducia della famiglia, che prevede una lunga convalescenza: “I suoi miglioramenti sono inequivocabili anche se lenti. Ci vorranno tre anni almeno”. Per raggiungere cosa, non possiamo saperlo. L’unica cosa che ci rimane è continuare a sperare, giorno dopo giorno, di rivederlo sorridere ancora.

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