Marussia, Booth: “C’è una piccola speranza di salvarsi”

Il fondatore della Manor ha ammesso che sono in corso delle trattative per salvare in extremis la scuderia.

Jules Bianchi - Marussia

Nonostante i quaranta milioni di debiti, le aste fallimentari e i dipendenti ormai liberi di trovarsi un altro impiego da settimane, John Booth – fondatore della Manor ed ex Team Principal della Marussia – crede che il team anglo russo abbia ancora una piccolissima possibilità di salvarsi e presentarsi ai nastri di partenza della stagione 2015.

Parlando al quotidiano inglese ‘Yorkshire Post‘, il sessantunenne inglese ha spiegato: “C’è ancora una speranza di salvare la scuderia, ma si sta facendo estremamente tardi: abbiamo due settimane per riuscirci, quindi c’è ancora una chanche. Stiamo parlando con dei potenziali investitori e le trattative stanno andando bene. Quello che abbiamo capito in questo periodo è che c’è molta gente che si propone, ma la grande domanda è se sono veramente interessati. Stiamo lavorando duramente, ci sono ottime persone in questo team e stiamo cercando di mantenere più dipendenti possibili. La cosa ironica è che non riceveremmo il premio di quaranta milioni di sterline se non dovessimo farcela, ma questa somma di denaro è l’elemento interessante per i potenziali investitori. Del resto, abbiamo corso quasi cinque anni senza quei soldi”. La situazione è disperata e l’impressione è che le possibilità di ritornare in pista siano ormai ridotte ad un lumicino.

Geoff Rowley – uno degli attuali amministratori della scuderia anglo-russa – ha ammesso che il disperato tentativo di presentarsi ad Abu Dhabi ha peggiorato la situazione, aumentando di circa trenta mila sterline il già pesante passivo. “Il 18 novembre ho ricevuto da un investitore la volontà di fornire il denaro necessario per gareggiare ad Abu Dhabi. Così, in ventiquattro ore, abbiamo reclutato il personale e organizzato la trasferta, ma all’ultimo l’investitore non ha raccolto la somma richiesta. Nonostante si sia impegnato a pagare i costi di questa operazione, ad oggi non sono ancora stati pagati circa trenta mila sterline” ha dichiarato Rowley alla rivista americana ‘Forbes‘.

Dei quaranta milioli di debiti che la Marussia ha accumulato dal 2010 ad oggi, ben sedici milioni di euro spetterebbero alla Ferrari per la fornitura dei motori, nove alla McLaren per l’utilizzo del simulatore e della galleria del vento, circa un milione alla Pirelli, seicento mila all’ex pilota del team Timo Glock e il rimanente a molte società, tra le quali spiccano Manor, FIA, FOM e circuiti come Shanghai e Catalunya.

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